Anna Lombroso per il Simplicissimus
Hanno applaudito fragorosamente, sollevati, che in fondo è meglio qualche bacchettata verbale in Parlamento che stare in ginocchio sui ceci, come scolaretti contriti davanti al preside, severo sì, ma che poi li perdona tutti. E infatti dopo le busse, il presidente è passato al perdono, alla redenzione e infine al riscatto della “politica”, investita da campagne di ingiusta demolizione, insostituibile dalla rete e dalle moderne diavolerie, baluardo della democrazia, per il cui esercizio è raccomandabile un adeguato tirocinio intra moenia, malgrado disfunzioni, omissioni e guasti. Erano contenti tutti, anche i 5 stelle “ammessi” e accolti benignamente, in virtù della loro scelta di stare dentro alle istituzioni, considerazione peraltro consigliata ai partiti che non hanno accettato il loro candidato, che non vogliono trattare con loro, accusati di non aver accordato il doveroso interesse a questa fase che Napolitano ha definito, con impareggiabile spericolatezza “apertura di fiducia e momento di vitalità istituzionale”.
È abitudine degli addestratori di cani, consigliare di non picchiare, non sia mai, i cuccioli, ma invece sfiorarli con un giornale arrotolato, che li spaventa con il rumore, ma non fa male.
È stato così, un po’ di rumore contro i colpevoli “nulla di fatto” e per le inadempienze in materia di legge elettorale e premio di maggioranza. Qualche roboante monito contro la corruzione e un malcostume che ha prodotto dei risultati elettorali ingovernabili. Ma poi, forte del contributo dei suoi “saggi”, l’auspicio che si metterà mano anche grazie al suo “sacrificio”, ai grandi temi del lavoro, della competitività del Paese, della crescita.
Così bacchettando tutti ha finito per non bacchettare nessuno.
Ma una parola serpeggiava maligna: responsabilità. Che come è noto è quella cui fanno più ricorso quelli che parlano con il “voi” , declinando oneri personali, attribuendo acrobaticamente il peso ad altri, caricando su altre spalle il macigno delle colpe e il conseguente risarcimento, così come si fa con i cosiddetti eventi naturali. E come per le alluvioni, le frane, gli accadimenti chi colpiscono il Paese a pagare saremo noi.
Ma d’altra parte non c’è da essere sorpresi per la mancata assunzione di responsabilità per aver promosso, incautamente e con una evidente manomissione delle regole, una compagine governativa inadeguata, incapace e rapace, incaricata di devastare il lavoro, ridurci in servitù, cancellare l’welfare, rimuovere i diritti, commissariare l’economia, smantellando la costituzione.
Non sono solita attribuire alcuni comportamenti all’età, ma è vero ch con l’avanzare degli anni, si ricordano episodi lontani, come l’esordio in Parlamento a 25 anni, e non gli accadimenti recenti, come il contributo che il suo protetto ha dato alla corruzione con una legge risibile, alla recessione, con misure stolte, alla disoccupazione con la controriforma, alla povertà grazie a una operazione chirurgica ispirata a ridurci in miseria per ridurre la sovranità e la democrazia.
janos bokas,
grazie della tua risposta
che tu possa sempre scrivere liberamente
benedetto sia il tuo nick name e il giorno in cui vorrai o potrai sostituire ad esso il tuo vero nome
probabilmente pero’ ,e’ piu’ per comodo che janos boka ti serve
che per timore di fascisti
grazie della tua risposta
mirko
Gentile signor Janos Boka,
il sentirsi non rappresentati non è segno dell’infantile pretesa che il presidente sia quello che voglio io, che il partito del mio cuore abbia la meglio e così via.
Io per esempio non mi sento rappresentata da un governo che funziona per direttissima Bruxelles-Roma o Berlino-Roma o BCE-Roma, quando le votazioni ne hanno delegittimato le componenti, e non mi pare stimabile che ciò avvenga perchè il presidente della Repubblica lo abbia permesso o addirittura “voluto “.
Oltre al merito delle scelte operate,c’è proprio una questione di fondo:
la forma è garantita al limite della costituzionalità, ma il rispetto sostanziale
ne è svilito pesantemente.
Non siamo in un sistema presidenzialista, ma tutto avviene come se lo fossimo.
Al di là che mi piaccia o meno, anche qui si tratta di essere nominalmente in un quadro di riferimento di repubblica parlamentare, di fatto non.
E di queste ambiguità potremmo enumerarne altre.
Il non sentirsi pienamente cittadini in questo stato dipende per me in larga misura da ciò.
w il presidente di tutti evviva (pertini) ha ha
Caro Mirko, io sono un altro cittadino. Sono felicissimo che Napolitano sia il Presidente. E’ stato votato anche dal partito a cui io ho dato il mio voto nelle ultime elezioni. Sono convinto che le intercettazioni, se illegittime, debbano essere distrutte. Mi è sembrato nobile e opportuno fare gli auguri ai militari che rischiano la vita. Sono anche io un cittadino fiero e degno e Napolitano mi rappresenta pienamente. Credo che un Presidente eletto secondo le norme costituzionali sia il Presidente di tutti. Sono anche io un cittadino degno ma, a differenza di te, non posso scrivere il mio nome. Tu ti confronti con persone democratiche, tolleranti, pacifiche (e lo sai) mentre io dovrei vedermela con dei fascisti.
io non sono piu’ un italiano
da ieri
sono un cittadino fiero,ma non rispondo a questi indegni che occupano il parlamento
vergogna napolitano ,lei non sara’ mai il mio presidente
avrebbe potuto esserlo
se avesse fatto diffondere le sue intercettazioni dimostrando di non avere nulla da temere,
avrebbe guadagnato la fiducia dei cittadini che credono in dei valori
invece le ha fatte distruggere
vergognoso
e non puo’ dire di rispettare la costituzione,ci giura sopra addirittura,
per poi fare gli auguri ai militari all’estero impegnati in missione di pace
pagate da cittadini che la guerra non la vogliono
che non vorrebbero investire in armamenti
ma nell’asfalto delle strade,nel recupero delle aree degradate,nella manutenzione di treni ,scuole,ospedali,carceri
abbandonati da decenni…
vergogna presidente
perche’ solo un re,distante,freddo e arroccato nel suo castello
puo’ non avere coscienza e volonta’ di analisi
di quale situazione sta realmente vivendo la gente
io ho una dignita’ che lei e i suoi colleghi vi sognate
provi lei a 34 anni a vivere indipendente e disabile con 700 euro al mese
io sono un cittadino fiero e degno e lei non avra’ mai il lusso di rappresentarmi
e come vede non uso un nick name per celarmi in internet
mi chiamo mirko bonetti e sono di pavia
non ho nessun timore,perche’ un uomo libero e degno non ha bisogno di scorte
Verissimo… a chiusura del discorso Napolitano: ” w il Parlamento…”
Sarebbe vero se non avessero governato fino ad oggi, con il suo benestare, a colpi di decreti…
Non mi pare che i 5 stelle “ammessi” fossero contenti. Anzi direi esattamente il contrario. Non capisco questa sua disamina della situazione. Mi pareva che fossero gli unici che non hanno applaudito alle assurde parole del neo(!)presidente.
L’ha ribloggato su Utente Mutante.
buon post..