
Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi: così si è scoperto che mentre una copia in pdf dell’agenda firmata Monti ha come autore un certo Nevio, l’altra invece ha come creatore il prof. Pietro Ichino.* Un bel mistero perché se nel primo caso il Nevio potrebbe essere semplicemente quello che ha trasformato in questo formato il testo redatto con un qualche software di scrittura, nel secondo caso è improbabile che l’Ichin meschino si sia dato pena di svolgere da solo le funzioni di segreteria: dopotutto si tratterebbe sempre di un lavoro e questa gente, ammesso che ne sia capace, ha solo voglia di parlare del lavoro degli altri. A meno che Monti non si faccia correggere i testi da Ichino.
Ma da questo incidente che arriva insieme al probabile addio di Ichino al Pd, se ne possono dedurre due cose: la prima, banale, ma forse non priva di significati metaforici, è che la banda del Loden, dispone di competenze piuttosto primitive sul piano informatico tanto da incorrere in errori clamorosi come questo. E del resto basta vedere la pagina http://www.agenda-monti.it per ritrovare il sapore delle pagine amatoriali di vent’anni fa, quelle che si sfogliavano con Mosaic e già allora ci si chiedeva come si potesse essere così rozzi con l’html. La seconda è che l’Agenda è una sorta di prodotto collettivo dell’intellighentia (si fa per dire) liberista, contrattato con le più diverse centrali di potere, il documento di un partito ombra di Monti, che già da quasi un anno si stava formando sottopelle: solo i disastrosi risultati della cura professorale ne hanno impedito la proliferazione.
Del resto lo stesso Ichino non lo nega davvero e dice che il prodotto montiano è molto simile a una cosa scritta da lui mesi fa e via così accademicamente fischiettando. Il fatto è che tutto questo è avvenuto alle spalle del Paese e questa volta probabilmente anche alle spalle dei partiti, dimostrando ancora una volta l’estraneità di questo governo e dei suoi uomini ombra a qualsiasi dialettica democratica, il residuo secco di una visione oligarchica, sostenuta dai poteri finanziari e finalmente chiara dopo esserci tutta l’acqua gassata della crescita, dell’equità, delle fatiscenti teorie che le accompagnano e dei vitali ancorché opachi interessi della classe dirigente . E ora questa piccola emorragia verso Monti , totalmente marginale quanto a numeri di persone e di elettori servirà a rendere ingovernabile il Senato e dunque a far ritornare Monti dalla finestra.
E Bersani cosa dice? Vendola cosa narra? Renzi cosa urla. Nulla, aspettano chi Babbo Natale chi Gesù Bambino. Intorno c’è il dramma ma loro sono impegnati col presepe: Natale in Casa Cupiello.
*Qui come autore non s’intende colui che firma il documento, ma chi compare come tale nelle proprietà del file Pdf. In realtà questa caratteristica è stata studiata assieme ai sistemi di protezione, proprio per evitare che un qualunque pdf possa essere alterato o attribuito ad altre persone.
In un post di qualche giorno fa (cercate infra), l’avevo buttata lì, indicando in Piero ‘Becchino’ il vero autore della contro-riforma sull’art. 18 (ché Fornero e quel viscido tirapiedi del suo sotto-sotto-sottosegratario non avevano le capacità di formulare, tanto erano ignoranti sulle questioni inerenti il lavoro flessibile, basta cercare il loro scarsissimo curriculum in materia, io me lo sono andato a cercare e studiare). Bastava una superficiale scorsa al testo per notare plagi ichiniani a tutto spiano. Insomma laddove non poterono Sacconi, Brunetta, Maroni, ed altre ciurme (in-)giuslavoriste, potè un senatore del pd.
Ricordo en passant che già nel 2003 vi fu un referendum per estendere l'(ex) art. 18 anche alle aziende con meno di 15 dipendenti, e che la solita Gauche caviale nella versione italica amatriciana rappresentata da Scalfari e camerati, lo fece affondare.
Aveva proprio ragione l’Avvocato Agnelli quando diceva che per far passare le più reazionarie leggi di Destra, in Italia, occorre che al potere vi sia la Sinistra, questa pseudo-Sinistra di mutandari post-blairaini che citano Olaf Palme, senza sapere chi fosse, e cosa avesse realmento fatto, e credono ancora che Anthony Giddens sia un maitre à pènser…
Che Ichino sia sempre stato uno dei peggiori esempi di sabotatore della destra speculatoria e arraffona così ben rappresentata da Monti era chiaro da tempo. Che abbia l’acume e la sottigliezza di un battipalo, lo ha ampiamente dimostrato con le sue tirate, rozze, pressappochistiche e demenziali sull’articolo 18, dove è riuscito a far di peggio addirittura della Fornero. Ora è chiaro anche che tutta l’operazione era preparata addirittura prima delle altre elezioni, quando l’ignobile Ichino è stato messo in parlamento con una decisione delle alte sfere subito avallata dai capoccioni del PD.
Il caso non è da prendere per quel che è: è una ottima motivazione per pretendere una purga nell’intero quadro dirigenziale del PD. Chi ha imposto Ichino? Chi ha ottemperato? Chi ha taciuto? In cambio di cosa?
Come diceva Fortebraccio, bisogna proprio moralizzare senza pietà. E ripulire quel che resta della sinistra da tutta la feccia di grassatori neoliberisti di cui Ichino è l’alfiere e Renzi il pupazzo.