“In un paese normale…” ricordate il leit motiv di tanti anni di berlusconismo che l’opposizione politica, di strada, di redazione faceva terminare con … “questo non accadrebbe”? Io lo ricordo, l’ho letto, l’ho scritto, ma non è che dopo la sua improvvisa scomparsa dallo sloganario italiano si sia diventati per questo un Paese normale: è soltanto che ora si fa finta di esserlo. Mi chiedo cosa succederebbe in un Paese normale se il capo del governo dicesse di aver procurato la crisi, ma non per sbaglio di proposito, in vista di chissà quale futuro risanamento. Mi chiedo infine che cosa penserebbero di uno che dopo aver creato disastri proprio sul piano tecnico, dopo aver aggredito i diritti del lavoro, di fronte al fatto che tutte queste cose non hanno sortito gli effetti immaginati e annunciati dice che leggi sul lavoro ” hanno contribuito a determinare un insufficiente creazione di posti di lavoro”. Che insomma la sua idea di modernità è il medioevo.
No, non siamo davvero in un Paese normale perché mentre si avvilisce in ogni modo il lavoro, sostenendo che lo si potrà avere solo se è misero, ricattabile e senza diritti, mentre si evita di affrontare le varie crisi industriali con il dogma dello stato minimo e del mercato sovrano, si cerca di innescare una cosiddetta ripresa ricorrendo ai vecchi sistemi di sempre, quelli di un Italia non normale in cui si finge di lasciare che siano i privati a investire, quando invece tutto si fa attraverso i soldi pubblici, proprio di quei cittadini impoveriti e ricattati. Se Monti pensa alle scuse, Passera bada invece ad innescare un nuovo ordigno di debito pubblico a scoppio ritardato, con enormi benefici dei soliti noti: project bond e project financing. Addirittura 50 miliardi secondo le sue astute farneticazioni, del resto funzionali alla carriera politica.
Grandi opere, meglio se inutili al nostro orizzonte. L’idea è sempre quella – modello alta velocità – con cui sono stati devastati i bilanci pubblici: il privato chiede i soldi alle banche per la realizzazione di una qualsiasi infrastruttura in cambio di una concessione di un certo numero di anni per recuperare l’investimento e ottenere profitti. Ma se dalla concessione stessa non ricava quanto stabilito da contratti che rimangono sempre segreti (cosa che avviene puntualmente) è lo Stato che garantisce per i capitali spesi e rifonde gli istituti di credito senza però sognarsi di partecipare agli utili anche scarsi dell’impresa. Primo capitolo di questa vecchia nuova storia dovrebbe essere l’autostrada Mestre- Orte, sponsorizzata da una lobby Udc – Pd. Ma stavolta si è deciso di fare le cose in grande e di non fermarsi al vecchio meccanismo: verrà aggiunto anche uno sconto fiscale. Il privato infatti avrà un credito di imposta del 50% del valore dell’opera. Se costruisce per un miliardo avrà 500 milioni di sconto sulle tasse, che si vanno poi ad aggiungere ai vantaggi delle vecchie e opache contrattazioni.
Naturalmente anche tutto questo è pensato nel tentativo di generare una qualche ripresa. Ma guarda caso per la crescita malata da una parte Monti e Fornero ci dicono che occorre lavorare di più e avere salari inferiori, dall’altra Passera si incarica di garantire che i profitti siano portati al massimo, anche se alla fine essi vanno sempre a carico dello stato, vuoi a causa di minori imposte, vuoi per i meccanismi che abbiamo visto. Profitti dunque pagati da tutti, compresi quelli che si debbono sacrificare. E’ il nuovo medioevo di Monti.
Quando i politici parlano si deve cercare di capire quale è il loro modello sociale e, se esiste, il loro modello di sviluppo.
Il PREMIERMONTI ha espresso chiaramente la sua visione, sottoscritta dalla maggioranza attuale (PD,Pdl, UDC) che consiste:
1) I migliori posti di lavoro sono quelli di schiavi e solo questi vanno promossi. Il lavoro è una questione dolorosa per gli imprenditori che preferirebbero non averci a che fare. Quindi avere un posto di lavoro deve essere difficile e senza garanzie per avere la massima sottomissione dei lavoratori.
2) L’economia non riguarda il popolo italiano, ma è appannaggio per regole e benefici dei padroni che possono usare il denaro come meglio credono anche in violazione di regole che verrebbero punite dal codice penale. Infatti la perdita di posti di lavoro e la recessione sono serviti a per aumentare la ricchezza o stabilizzare chi detiene il potere economico e quindi è nella direzione dell’interesse politico del PREMIERMONTI. Quindi quest’ultimo ha ottenuto i risultati che si aspettava e non capisce dove può annidarsi la critica.
Il problema non è il PREMIERMONTI che ha sempre sostenuto queste posizioni fin da quando ha approvato la politica di Andreatta di spesa pubblica folle nel 1982 e finalizzata a togliere al popolo i diritti di cittadinanza che oggi ci sono stati sottratti, anche grazie alla successiva continuità di questa politica attraverso i governi Carli, Amato, Prodi, Ciampi, Berlusconi e via di seguito. Il problema è l’acquiescenza di una classe politica che, malgrado sia stata eletta, ha accettato questa riduzione dei diritti costituzionali e aderito alla visione di controllo dell’oligarchia economica sul sistema politico di cui il PREMIERMONTI si sapeva che ne era sempre stato il portavoce.
parlando di medioevo…..si sta facendo di tutto per retrocedere e non trovare soluzioni accettabili per un nostro futuro…..quello del popolo…..quando i poteri forti avranno raggiunto il loro obiettivo cioè che le masse i popoli si dovranno accontentare di un salario sui 300 euri al mese, forse i più fortunati…..allora avranno il dominio totale e renderanno ancora più schiavi le popolazioni…….impoverendo le masse e già lo stanno facendo…..continuando ad arricchirsi i pochi…….hanno il totale controllo del mondo…..e per controllarci a vista si sono inventati i microchip sottocutanei……con la scusa di poter essere – per ragioni di salute ovviamente – salvati in tempo……tutte balle…!!!
Temo che il problema sia la mai completata coscienza di cittadino qui da noi, per cui ci si aspetta che le soluzioni vengano dall’alto, da una sorta di padre padrone che viene “tifato” piuttosto che eletto, e che risponde al potere di per se stesso piuttosto che all’elettore. Solo da noi i politici stanno in carica per decadi, come se si trattasse di nobili. Sarà colpa della chiesa? La forma mentis penso derivi da lì: dopo tutto i paesi nordici vengono dalla riforma, e la rivoluzione liberale prima e democratica poi nasce probabilmente da questo. L’unica eccezione è la francia, dove, però, i cittadini ad un certo punto hanno iniziato a tagliar teste. Da noi dopo la controriforma nulla è successo. La nostra unificazione è stata poco popolare e molto aristocratica. Al sud addirittura imposta. Non è un caso, che a breve distanza dall’unificazione, abbiamo inventato il fascismo, e lo abbiamo esportato verso una nazione di altrettanto giovane formazione come la Germania.
Condivido a pieno la definizione di medioevo, dove l’appartenenza alle arti e mestieri (le corporazioni, appunto) era (ed è) l’unico modo di garantirsi potere, prestigio, o, per i più, una meno stringente miseria. Tutto questo fa ovviamente il paio con un dato di assoluta controtendenza rispetto a qualsiasi nazione normalmente democratica: la laurea serve poco per trovare un lavoro (e magari per migliorare la propria condizione economica), e gli iscritti diminuiscono. Mi sembra ovvio: meglio l’affiliazione (politica, religiosa, sindacale), che garantisce risultati migliori in un contesto dove il merito, la preparazione, e le competenze sono assolutamente secondarie.
Non sono sicura… tento qualche ipotesi…
Gli stessi cittadini che hanno sopportato Berlusconi, fanno un po’ di scena, ma sono contenti di Monti.
Si sono aggiunti quelli che seguono il magistero del PD.
Ci sono sempre quelli che seguono i dictat vaticani.
Queste tipologie di cittadini sono trasversali a tutti i ceti sociali, purtroppo.
Saranno la maggioranza?
Permarranno anche quelli delle classi basse e medio-basse, dimagriti nei diritti, nei salari e tra poco nei servizi sanitari….insomma destinati all’anoressia democratica?
La non normalità di questo paese , dunque, per me ha tre radici: una sorta di coazione a ripetere forme diverse di fascismo – quella montiana ne è un esempio -, l’ingerenza del vaticano, l’accidiosa inconsistenza del PD.
sottoscrivo cordialdo.
Se questo fosse un paese normale non avremmo un premier che vuol convincere con le ragioni di quelle vecchie zie buontempone d’altri tempi che ti proponevano la purga totale per farti stare, dopo, assai meglio; ma non ci cascava nessuno…
Reblogged this on barbatustirolese.
Se questo fosse un Paese normale non sarebbe governato da mentecatti definiti dal Quirinale “tecnici” e tali considerati da chi li sostiene.
Se questo fosse veramente un Paese normale non sarebbe stato consentito a Passera, di diventare pluriministro e di ripetere il giochino che gli era riuscito con la vendita dell’Alitalia, in palese conflitto di interesse per il quale esiste una denuncia davanti alla magistratura, attraverso la quale rientrare dall’esposizione debitoria dei suoi amici e soci in affare addossando allo Stato, cioè ai cittadini contribuenti oltre 4 miliardi di perdite mentre la cordata definita da Berlusconi-Passera, il gatto e la volpe, la cordata dei “patrioti coraggiosi” rendendo carta straccia le azioni in possesso dei piccoli risparmiatori.
Se questo fosse un Paese normale, non sarebbe consentito alla incomprensibile quando parla ministro dell’interno offendere i lavoratori dell’Alcoa con le sue dichiarazioni ed aizzando contro di loro la sua polizia in tenuta antisommossa permanentemente. Questo sì, intollerabile!
Se questo fosse un Paese normale al presidente del Consiglio che guadagna mensilmente 72mila euro, non sarebbe stato permesso di dichiarare che aveva provocato di proposito la crisi “per l’Italia” perchè un minuto dopo tale dichiarazione i 60 milioni di Italiani, compresi quelli in fasce, sarebbero scesi nelle strade e, stanandolo come un topo in una tana, lo avrebbero fatto a pezzi e dato in pasto ai cani.
Ma questo non è un Paese normale e, quindi, col patrocinio del Quirinale, è permesso a chi, governando, ha portato l’Italia alla rovina economica, sociale e civile di governare in maggioranza con Monti, Passera e la Fornero mentre l’ex sedicente opposizione, governa,cioè fa la donatrice di sangue, insieme a loro. perchè spera di non vincere le elezioni perchè non saprebbe cosa fare se fosse al governo perchè non ha mai avuto gli strumenti culturali per capire che il suo elettorato era formato dai lavoratori, quelli veri!
Non me lo chiedo più anche perché mi par di capire che tra le varie cause anche l’inedia e l’accidia hanno annientato il pensiero democratico e libero, ma la domanda irrisolta è perché si ribellano solo pochi lavoratori che, per di più, sono fatti passare da sovversivi delinquenti. E invece si preparano repressioni supinamente accettate come utili e necessarie.