“La guerre entre la finance et le peuple est déclarée. Chacun doit choisir son camp, sans tergiverser”. Lo confesso, ogni tanto non mi dispiace un po’ di retorica popolare, così lontana dallo squallore populistico nostrano al quale nessuno si sottrae, compresi i sobri. Jean Luc Melenchon leader di quella che potremmo definire la sinistra radicale in Francia, dichiara guerra dopo l’attacco di Standard & Poor’s all’Europa e alla Francia ed è una cosa serissima.
Anzi, ancora di più , è una cosa chiara: qualsiasi cosa ci sia sotto l’aggressione, sospetta per i modi, i tempi e la sostanza, delle agenzie di rating, esso difficilmente potrà essere respinto dal fronte Merkel-Sarkozy e in generale della destra europea che fino ad ora ha agito seguendo le indicazioni e la logica proposta da queste società. L’enfasi assurda e peraltro recessiva posta sui bilanci, la paura nel fare della Bce una vera banca centrale, l’assoggettamento ideologico alle tesi neoliberiste hanno finora portato alla rovina la Grecia e altri Paesi risultano “dispersi” usando l’eufemismo delle catastrofi.
Le piccole fatue ribellioni di Angela e Nicolas nei confronti di S&P, controllata dalla famiglia Lovelace e di Moody’s di Warren Buffet atraverso Berkshire Hathaway, sono state tardive e soprattutto contradditorie sia perché queste agenzie di rating sono consunstanziali alla finanza liberista cui si ispira il duo, sia perché ne sono state attuate pedissequamente le ricette con il disastro che vediamo. Dunque in Francia e in Germania la ribellione contro le agenzie di rating si innesta nella contestazione di una politica che ha imposto sacrifici, senza ottenere alcun risultato se non un sempre maggiore accanimento.
In Italia viviamo invece una situazione ambigua e paradossale perchè quasi due anni dopo lo scoppio della crisi greca, determinato sia dal ruolo delle agenzie di rating, sia dal consenso sostanziale che esse hanno trovato in Europa, abbiamo interrotto Berlusconi, ormai impresentabile e abbiamo messo in piedi un governo tecnico in grado di rendersi credibile proprio dentro la logica perdente del duo Merkel-Sarkozy. Anzi, in un impeto di orgoglio e di riscatto rispetto al clown Silvio , abbiamo fatto i primi della classe e chiamato alle armi un anziano professore, advisor della Goldman Sachs, banca che ha rapporti strutturali con le società di rating. E per dirne una, la Berkshire Hathaway che ha il controllo di Moody’s, ha investito all’inizio della crisi mondiale 5 miliardi di dollari in Goldman Sachs.
Questo non per supporre oscure trame, ma semplicemente per sottolineare la contiguità di cultura dell’attuale governo con la finanza e la grottesca situazione di dover combattere agenzie di rating private con le sue stesse ricette e addirittura con i suoi stessi uomini. Una finanza che peraltro non è espressione solo della mano invisibile del mercato, ma ha anche evidenti interessi geopolitici e politici.
Francamente quando Bersani dice che “la linea Merkel-Sarkozy si dimostra che non salva l’Europa” e invece si attacca a Monti che è stato chiamato proprio per agganciare l’Italia a quella logica, mi sembra di sognare. Anzi mi sembra di stare in Italia con dirigenti con partiti e nomenklature cui fa difetto la logica elementare oltre che la capacità di ideazione e l’anima per una speranza.
No, noi non possiamo dichiarare alcuna guerra del popolo contro la finanza. Abbiamo già scelto di arrenderci.
Se ti arrendi hai già perso,io in fatti di rating e altre sigle economiche non ci capisco molto,xò chi ci capisce lo faccia altrimenti è finita,torniamo ai tempi di checco e nena,cioè a 200 anni fa!
Risposta a Emilio: Caro Emilio, evidentemente non hai capito il messaggio dell’articolo. Esso non attacca le agenzie di rating, bensì il sistema al quale i nostri pseudosalvatori appartengono. Informati bene sul ruolo delle banche centrali e sul sistema monetario che ci mantiene eterni debitori.
Arrenderci? Signori miei, vi ammiro per le vostre analisi di una logica schiacciante. Credo che anche il cittadino italiano più abulico abbia capito che i nostri cialtroni al governo hanno messo l’Italia in ginocchio e che le misure Monti serviranno solo ad aggravare questa già grave situazione. Non occorre un gran cervello per capire questo: pagare debiti con altri debiti – pazzesco! Soltanto un amputato cerebrale può avere un’idea simile.
Aumentare il già estremo carico fiscale…Come allora cavare le risorse per la crescita? Le misure a fine risparmio della spesa pubblica sono irrisorie…
Ma Monti non è pazzo, come dite voi appartiene alla cricca dei banchieri, ma allora qual é il piano? Le teorie di un complotto – chissà a che fine – trovano in questa logica elementare conferma. Quindi non so se scrivendo che abbiamo scelto di arrenderci provochi l’effetto contrario – pensando che questa sia l’intenzione dello scrittore di questo articolo – il tempo è maturo per esortare gli italiani di manifestare ad oltranza ed assediare le sedi del parlamento, insultare per giorni e settimane i politici che hanno il coraggio di uscire dagli edifici governamentale, incitare ad una disobbedienza civile come non pagare le tasse, Perchè voi non lo fate? E’ possibile che i francesi debono essere sempre i primi a dare l’esempio?
perchè prendersela con le agenzie di rating? fanno il loro mestiere e non bisogna dimenticare che viviamo in capitalismo. la politica di tagli porta recessione, recessione comporta meno entrate per stato, regioni e comuni. meno entrate significa meno capitali a disposizione, il che significa che si hanno meno capitali per pagare i debiti. se non posso pagare i debiti sono un cattivo pagatore e quindi il mio rating si abbassa. o no?