Non ho mai nutrito particolare animosità contro gli stipendi dei parlamentari: a differenza dei vitalizi che costituiscono un trattamento di favore incongruo e odioso, la retribuzione in sé (senza le indennità, le diarie e i benefit) corrisponde più o meno a quella di un magistrato o a ciò che guadagna mediamente un avvocato di provincia ben ammanicato, quanto si mette in tasca di fatto l’esercente di un buon negozio del centro o quanto percepisce un dirigente ministeriale. Insomma fa parte di quella vasta area di privilegio dei iure o de facto che si è sviluppata come non mai in Italia dove le differenze di reddito sono tra le più alte del mondo.
Certo limiterei il Parlamento a 400 persone, più per ragioni politiche generali che per effettivo risparmio, visto che le spese della politica, non sono lì, ma nell’incesto continuo e ad ogni livello tra politica e affari, nella corruzione dilagante. Insomma per me quello dei parlamentari è solo uno fra i tanti possibili casi di alto reddito in un Paese per gran parte impoverito e soprattutto un caso particolare e non tra i più esecrabili di reddito incoerente con le capacità e/o le funzioni.
Visto che proprio i parlamentari dovrebbero essere, in quanto rappresentanti del popolo, quelli che tutelano l’eguaglianza e l’equità, l’armonia di una società democratica che non tollera alla lunga enormi squilibri di reddito e di trattamento, questo intestardirsi a non privarsi di un quinto del reddito effettivo, suona come una campana a morto per le istituzioni. L’ingordigia che spinge il Parlamento a non prendere misure che a quel livello sono di fatto poco più che simboliche, non solo testimonia della qualità intollerabilmente bassa della classe politica nel suo complesso, del suo essere mercenaria e gretta fino all’incredibile, ma mette in pericolo la stessa democrazia. Se a ragione o a torto la maggioranza dei cittadini percepisce nella retribuzione di onorevoli e senatori l’allegoria delle disuguaglianze, chi dovrebbe teoricamente porvi rimedio non può fare resistenza senza creare un pericolo per le istituzioni svuotandole di quel po’ di partecipazione che ancora esiste.
Se è vero che in queste richieste rivolte solo al ceto politico parlamentare e non a un intero sistema di relazioni che avvelena il Paese, si possono annidare caratteri qualunquistici oppure possono essere usate dall’establishment per coprire i massacri sociali in atto o ancora possono essere agitate come un alibi da quelli che hanno fatto dell’infedeltà verso il fisco, lo Stato e lo stesso patto di cittadinanza il loro credo, è anche vero che la risposta è ancora peggiore: arrogante, sfacciata e ottusa. Sentire miserabili personaggi senz’arte né parte piangere miseria è insopportabile, avvertire l’ottusa resistenza a qualsiasi decurtazione anche da parte di chi è se non altro abbastanza astuto da non aprire bocca, dà la misura della decadenza del Paese. Che sono disposti a svendere pur di tenersi gli spiccioli.
ed in nome della flessibilità ( con il culo degli altri…) del lavoro tanto predicata ai meno abbienti dai sedicenti politici di destra ( e qualche ciarlatano ancora vorrebbe farcelo credere) :
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/12/14/gli-inflessibili/
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/12/13/chiamatela-flexploitation/#more-14798
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/12/13/i-becchini-della-democrazia/
Un’appendice a quanto sopra:sceglimo è scegliamo,ho digitato male saltando la lettera A, questo è quanto.
Limitare il numero dei parlamentari è la prima cosa da fare,lo stipendio deve rimanere quello che percepiscono prima di andare in parlamento,la sola cosa che gli si puo offrire è un gettone di presenza(cosi magari ci vanno in”parlamento”) al netto delle spese reali(non come quelle di Minzolini),questi “onorevoli”(di onorevole hanno poco) dovrebbero dare l’esempio,specialmente in tempo di crisi come ci troviamo,credo che si dovrà ritornare all’età della pietra x poter attuare una vera democrazia,cioè ricominciare tutto daccapo,cosa impossibile,quindi sceglimo meglio le persone che ci debbono rappresentare in parlamento.
stavolta devo dire di non essere d’accordo con lei…i compensi complessivi dei parlamentari, e dei rappresentanti politici comunque vanno ridotti ( io li porterei ad un massimo di 3000 euro…), considerando l’ incapacità della classe politica italiana soprattutto la SUA SCARSA RAPPRESENTATIVITÀ E QUINDI DEMOCRATICITÀ DELLA STESSA DOVUTA ALLE PESSIME LEGGI ELETTORALI MAGGIORITARIE O IN SENSO MAGGIORITARIO, COME IL PORCELLUM, QUESTE ULTIME…
è chiaro che un politio poco rappresentativo all’origine, mai potrà essere un buon poltico, poiche per nulla legato ai propri rappresentati, per nulla rappresentativo…
Sul numero di parlamentari io dicco che ogni parlamentare, potenzialmente è espressione di democrazia…certo con delle leggi elettorali anti democratiche ( io direi anti costituzionali proprio per tale motivo…) o scarsamente democratiche, al massimo i parlamentari, ma i politici in generale sono più che altro rappresentativi delle loro indennità e delle loro comode poltrone !!
Meno politici ( nel vero senso della parola…) buoni, diversi cioè dai politicanti = minor democrazia…
Si dovrebbe ricordare che la parola onorevole sta a significare, colui che ricopre un’ incarico d’onore ( non remunerato…)…
RICORDIAMOCENE !