Ieri si è diffusa la notizia che l’Italia avrebbe fornito aerei, armi e mercenari per l’orrenda strage in Libia: ne hanno parlato le tv arabe e persino quella olandese, gira nella febbre del web questa che è certamente una leggenda metropolitana. Ma no, questo governo formato esso stesso da mercenari e da un padrone codardo, non avrebbe avuto il coraggio di farlo.

E tuttavia la notizia gira perché è plausibile, perché porta con sé una certa idea dell’Italia corrotta e in mano a un caudillo screditato e potenzialmente capace di tutto. Un’Italia così simile alla Libia di Gheddafi, così legata ad essa da affari opachi, che un aiuto concreto all’immenso carnaio, diventa credibile. Tanto più che fino all’ultimo, fino all’evidenza delle stragi, cioè fino al 21, abbiamo continuato a difendere il tiranno di Tripoli.

Tanto più che anche oggi  il problema dibattuto nella corte dei miracoli politica, sembra essere solo quello degli sbarchi, del gas e del fantomatico integralismo, quello per il quale siamo accorsi con Bush a tagliare la testa a un altro tiranno, disgraziatamente l’unico laico in tutto il medio oriente.

A forza di vivere dentro narrazioni ambigue, abbiamo perso il senso della realtà.

E persino la chiesa, sapete quella che difende la vita, balbetta e sussurra, timorosa di non contrariare l’autocrate che tanti doni porta alle casse vaticane. E preoccupata solo della possibile ondata di infedeli. Si vede che nella posticcia difesa di morule e stati vegetali, non fa che difendere la propria condizione.

Così non solo pagheremo le conseguenze di una politica estera intessuta tutta ed esclusivamente in ragione di affari privati, ma sconteremo anche questa idea che si va affermando del nostro Paese. I veleni del berlusconismo sono a lungo rilascio.