Il ministro La Russa resistendo ai suoi più profondi istinti ha evitato l’ingaggio come mercenario di Gheddafi, ma non si è trattenuto dal parlare, attività altrettanto pericolosa per sé e per gli altri. Così il ministro della difesa ci ha splalancato il suo mondo infantile: “Non abbiamo motivo di dubbio che il Trattato rimanga” – ha detto – il problema e’ la sua applicazione”. Soggiungendo ambiguamente “In questo momento non stiamo fornendo armi alla Libia”.
Ora se questa non è semplicemente una sorta di nostalgia del colonnello, è ovvio che i trattati bisogna ristipularli dopo una rivoluzione. E per ora non sappiamo né il come, né il quando, né il chi del futuro libico. Anzi non sappiamo nemmeno se esisterà più la Libia stessa.
Che di fronte a questi avvenimenti straordinari e tragici un ministro non sappia fare altro che attaccarsi al miserabile trattato affaristico – elettorale, voluto dal capo, senza rendersi conto che non ha più senso, è davvero il colmo. Ah La Russa, sarebbe un perfetto buttafuori, se solo avesse la testa.
La Libia continua a essere un vero pugno nello stomaco. E’ in atto un genocidio e ognuno si defila. Non metto in nessun conto il silenzio di questa maggioranza farlocca, che si copre con una foglia di fico affermando che tutti hanno avuto rapporti economici con la Libia. Bene io continuo a chiedermi chi sono stati gli altri ministri della passata legislatura ad aver baciato le mani a un dittatore accogliendolo come se fosse un benefattore dell’umanità. Inoltre invece di mostrare i denti davanti allo sterminio messo in atto, ci si appiglia a un trattato taroccato e non è escluso che ci si stia industriando per aiutare il colonnello. Invece d’esportare democrazia importiamo autarchia.