Sappiamo di vivere in un periodo di menzogna sistematica e di alterazione della realtà., in un tempo drogato. E’  il metodo del berlusconismo: ci indigniamo, ma non ci meravigliamo, sperando che una volta passata la nottata, potremo scrollarci di dosso il peso di tutto questo.

Purtroppo però questo metodo è permeato profondamente dentro una società già di per sé predisposta alla doppia morale e non si limita ai media e alla politica, ma tocca anche campi insospettabili come la ricerca, sfiora e coinvolge anche scienziati dal passato illustre. E questo è un gran brutto segno, ci dice che ritrovare la normalità sarà molto più difficile di quanto non si pensi.

Molti di noi hanno sentito Umberto Veronesi dire che gli inceneritori, alias termovalorizzatori, hanno un rischio zero. E si può pensare che l’opinione di un oncologo di fama mondiale sia suffragata da sostanziose evidenze. Non è così, anzi le evidenze in senso contrario sono state nascoste, alterate e ribaltate.

La cosa è stata scoperta dai medici italiani dell’Isde,  (International Society of Doctors forthe Environment) analizzando un numero dei “Quaderni di ingegneria ambientale” del 2007, dedicato al problema e firmato in copertina oltre che da Veronesi, da Michele Giugliano,  Mario Grosso e Vito Foà. Il fascicolo, riporta e traduce uno studio fatto in Gran Bretagna un bel po’ di tempo fa, nel ’96, attribuendogli un valore assolutorio degli inceneritori. Assoluzione che è stata poi  la base per politiche ambientali in varie parti d’Italia e che in Sicilia è stata addirittura assunta come guida  delle politiche di smaltimento rifiuti.

Purtroppo però ciò che diceva la ricerca inglese, una delle più complete disponibili, è stato del tutto ribaltato. Il testo, a firma di Foà dice:

“L’ipotesi dello studio si poggiava sul fatto che si sarebbe dovuto osservare un declino del numero di casi di cancro allontandosi dalla fonte emittente. La conclusione degli Autori è che non è stata trovata alcuna evidenza di diversità d’incidenza e mortalità per cancro nei 7,5 chilometri di raggio studiati e in particolare nessun declino con la distanza dall’inceneritore per tutti i tumori: stomaco, colon retto e polmone”.

Esattamente il contrario del testo inglese che invece recita:

“Observed-expected ratios were tested for decline in risk with distance up to 7.5 km.  … Over the two stages of the study was a statistically significant (P<0.05) decline in risk with distance from incinerators for all cancers combined, stomach, colorectal, liver and lung cancer”. (“ I rapporti osservati-attesi furono verificati in base al declino del rischio con la distanza fino a 7.5 km. … Dopo i due stadi dello studio c’era un declino statisticamente significativo (p<0,05) nel rischio con la distanza dagli inceneritori per tutti i cancri riuniti, stomaco, colon retto, fegato e polmone.”)

E’ evidente che se c’è un declino dell’incidenza di tumori allontanandosi dall’inceneritore vuol dire che l’impianto qualche effetto nefasto sulla salute lo ha. Ma lo si è voluto negare, anche per evitare che si cercassero criteri molto stringenti per la collocazione dei termovalorizzatori, cosa che alla speculazione, alle cricche e alle cosche, non piace di certo.

Come si è potuti arrivare a questo in ambito scientifico?  Qualche indizio c’è: uno dei firmatari del “Quaderno”, oltre che autore della “svista” è il prof Vito Foà che ha avuto un ruolo singolare nella vicenda Enichem di porto Marghera. L’illustre professore nel 1989, sulla rivista “Omnibus”  aveva sostenuto: “non possono sussistere dubbi che l’epatopatia e il carcinoma epatocellulare che ha condotto a morte il signor F.G. siano da attribuire all’azione del CVM …”, ritenendo il CVM “un cancerogeno pluripotente”. Ma qualche anno più tardi, il 22 dicembre 1998,  al Pubblico Ministero che gli contestava quanto scritto in precedenza, il prof. Foà rispondeva di non sapere più cosa rispondere . Cos’era cambiato nel frattempo? Qualcosa: Foà era divenuto consulente di Enichem.

E c’è purtroppo di più. Tra gli sponsor della Fondazione Veronesi compaiono

ACEA – multiutility con inceneritori
PIRELLI – (petrolio, centrali ad olio combustibile)
ENEL (Centrali a Carbone ed oli pesanti )
VEOLIA Envoirment (ditta che costruisce inceneritori)

Che Paese siamo diventati. Ci si vende e ci svende per quattro soldi, non c’è nemmeno bisogno del piatto di lenticchie per rinunciare alla primogenitura, basta l’odore. L’odore dei soldi. E alla coscienza, parafrasando Foà non si sa più cosa rispondere.

Nella pagina Materiali ci sono sia lo studio inglese che il l’articolo dei “Quaderni”