Bisogna riconoscerlo: Silvio Berlusconi è riuscito a fare una mirabile sintesi della storia italiana. Naturalmente della peggiore  perché in lui convivono due personaggi assonanti e simbolici: Mussolini e il brigante Musolino. Del primo ha la sindrome del Duce, dell’uomo solo al comando, del secondo l’amore per la scorribanda immorale, l’idea delle regole fai da te, la spacconeria  paesana e l’individualismo irresponsabile.

Se appena non può essere il padrone assoluto, tira fuori coltelli e ricatti, le sole regole che rispetta sono quelle che servono a lui o ai compari noti e occulti. Proprio questa schizofrenia, letale per il Paese, garantisce il suo potere e la continuità del consenso. Sa dare agli italiani l’illusione di avere ciò che vogliono: ordine e regole che valgano per gli altri, avere il duce, ma essere liberi di fare un po’ di brigantaggio.

Non non si accorgono che questo avviene per quelle decine di migliaia di persone che formano l’oligarchia, per gli altri c’è il disordine delle vite e il continuo taglieggiamento sui diritti. Hanno il brigante quando invocano il duce e sempre più hanno il duce quando invocano il brigante.

E oggi si cuccheranno anche il bavaglio, anzi il bavaglino, vista la maturità democratica che circola.