Domani una ventata di realtà investirà questo Paese da troppo tempo invischiato in una bolla di menzogne che non gli consentono di fare alcun passo verso un cambiamento. Ed è significativo che questa sveglia verrà dai non italiani, dai lavoratori immigrati che scenderanno in piazza per dimostrare  che esistono, per uscire dal silenzio a cui li costringe la xenofobia elettorale della destra. E per dire che costituiscono ormai una parte importante e irrinunciabile dell’economia italiana.

A guardare bene dentro questo primo marzo, gli immigrati non metteranno in campo  solo rivendicazione e protesta, ma soprattutto  il desiderio di far parte di una società che  essenzialmente vorrebbe non prendere atto della loro presenza. E un atto di amore verso un Paese che gli italiani non sanno più amare perché non credono più  in se stessi e vivono sovrastati dai propri vizi e dalla propria cattiva coscienza.

Quello che mi preme far notare è che sull’immigrazione esistono due elementi del tutto incoerenti fra di loro: i dati  e la gestione politico – mediatica delle paure e dei preconcetti.

La tabella Istat qui sotto dimostra, al di là delle chiacchiere, che i governi di Berlusconi e della Lega hanno sdoganato ed enfatizzato la xenofobia, ma che contemporaneamente  hanno fatto esattamente il contrario di quanto annunciavano,  favorendo l’immigrazione e la regolarizzazione dei clandestini.

La successiva tabella dimostra che l’invasione straniera coinvolge l’Italia  molto meno di altri grandi Paesi europei.

Il risultato di questa schizofrenia tra parole è realtà è sintetizzato nella successiva tabella la quale dimostra che a forza di tuonare contro l’immigrazione pur avendone un disperato bisogno, l’Italia è molto meno appetibile di altri Paesi come seconda patria. Siamo agli ultimi posti come scelta volontaria di cittadinanza, cosa che non è dovuta soltanto al sadismo burocratico che attuiamo.

La cosa è evidente anche da questo altro dato: le interruzioni di gravidanza. riguarda le donne provenienti dall’Ucraina, ma può essere applicato a tutta l’europa dell’est. Aumenta molto la disponibilità all’aborto proprio per le difficoltà e la xenofobia serpeggiante nel nostro Paese.

Di fronte a questa  desolante situazione ci sono invece i dati che forse testimoniano della vera radice della paura finora incanalata dai media in una banale questione di ordine pubblico. Ma che in consistono nella maggiore vitalità della popolazione straniera, più giovane, più disponibile a sacrifici e spesso più intraprendente.

Il rapporto figli/donna è di 1,41 per le italiane e del 2,05 per le straniere, il che significa che il rapporto italiani- stranieri diventa più importante proprio nelle età da 0 a 10 anni. Forse è per questo che l’ineffabile Gelmini vuole “punire” o comunque rendere difficile la vita ai bambini non italiani. E insieme a lei i sordidi personaggi delle amministrazioni locali leghiste.

La popolazione italiana in età di lavoro è sul 63% del totale, visto che oltre il 20,2 ha più di 65 anni e di figli ne nascono pochi. Per gli stranieri invece la cifra sale quasi al 77 %

E infine il dato più paradossale, uno sberleffo al premier: gli immigrati, secondo una ricerca del Censis, sono più ottimisti degli italiani e hanno una disponibilità all’indebitamento superiore alla nostra. Sono insomma più  disponibili ai consigli che il Cavaliere dà per superare la crisi. Parlo di consigli perché quanto a provvedimenti non se ne vedono.

La morale che possiamo trarre da tutto questo è che l’idea di considerare l’immigrazione come un fenomeno da sfruttare e reprimere insieme, senza avere la minima consapevolezza che essa implica anche profondi cambiamenti nella società italiana, è una follia. Anzi un’idiozia.

E dunque, buon Primo Marzo. A tutti noi.