La decozione totale di Washington e delle sue scimmiette addestrate dal Wef che zampettano tra gli edifici delle istituzioni americane ormai tradite,  può essere messa in luce da un curiosissimo episodio avvenuto nei giorni scorsi dopo la visita visita del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu  nella Corea del Nord: a parte il solito Blinken che avrebbe bisogno di un Tso il quale ha detto che Mosca è andata a chiedere armi, i portavoce dell’amministrazione Biden evidentemente  in preda al panico per questa nuova alleanza in formazione,  hanno detto che gli Usa sono disposti a fornire da subito aiuti umanitari alla Corea del Nord se essa apre i suoi confini. Chiaramente si intende che dai confini aperti si riverseranno decine e decine di  Ong colorate fornite di casse di dollari. Ma il problema è che la Corea del Nord non ha alcun bisogno di aiuti umanitari e forse a Washington dovrebbero saperlo: il Paese è uno dei più importanti esportatori agricoli dell’ Asia, possiede industrie avanzate e confina con la Cina che produce oltre il 70 per cento dei principi attivi usati in farmacologia e che naturalmente vengono distribuite sotto la firma del cartello di Big Pharma, con aumenti di prezzo anche del mille per cento. Dunque nonostante le eterne sanzioni dell’egemone rincretinito, la Corea del Nord se la cava benissimo nonostante gli Usa e nonostante il regime ereditario che si ritrova e che per la verità l’occidente sta pian piano adottando.

Ora la visita di Shoigu non era altro che un segnale per dire alla leadership della Corea del Nord che la Russia – che aveva a suo tempè partecipato alle sanzioni contro Pyongyang –  è pronta per una cooperazione a tutti gli effetti, anche nel campo della difesa, cosa d’altra parte abbastanza ovvia nel momento in cui gli  Usa intendono militarizzare il Pacifico. Dal canto suo la Corea vorrebbe acquisire tecnologie soprattutto nel campo dei missili ipersonici che oggi sono la chiave di volta del potere aeronavale e per qualche vero anche terrestre vista la (provata) incapacità di intercettazione da parte dei sistemi occidentali  Ma cosa può fare l’occidente per contrastare la sua perdita di terreno se agisce in base alle sue stesse fantasie e considera la Corea del Nord un Paese sull’orlo della fame? Evidentemente  le offerte a Pyongyang dovevano essere ben altre che gli aiuti umanitari i quali peraltro  suonano offensivi e per esempio dovevano prevedere la cancellazione delle sanzioni che colpiscono il Paese asiatico. Ma ormai il degrado della diplomazia è tale che non si riesce a fare nemmeno il minimo indispensabile. E intanto mezzo milione di Nord coreani sono pronti a scendere in campo anche sul fronte occidentale in caso di scontro aperto con la Nato. E per chi non lo sapesse sono combattenti durissimi che stavano per ributtare nell’oceano i marines i quali con grande coraggio e sprezzo del pericolo si fecero coprire da un reggimento turco che si sacrificò quasi per intero per salvare queste merde  dall’accerchiamento.