Ricordo l’impressione che mi fece all’inizio degli anni ’90 scoprire che molti personaggi della già cosiddetta sinistra mandassero i figli nelle scuole americane nella convinzione che avrebbero ricevuto un’istruzione migliore, nonostante stesse diventando evidente il disastro della scuola pubblica americana e anche di quella privata dove gli alunni e gli scolari erano anche clienti e dunque veniva abbassato continuamente il livello per tenerseli. Se poi il livello di riferimento ovvero quello pubblico precipitava ecco anche la scuola privata quanto meno planava verso il terra terra. Questa conversione a 180 gradi che annunciava la futura piddineria e anche la cieca fiducia riposta in un sistema che le stesse persone  pochi anni prima criticavano, era davvero uno spettacolo di dissoluzione coperta e giustificata in qualche modo dalla necessità di “imparare la lingua” di chi comandava. Del resto il culto di ciò che arriva da da oltre oceano o che in qualche modo suona “inglese “era era ed è tale che ogni cosa viene  accolta a scatola chiusa, senza nemmeno capire cosa effettivamente significhi o assicurarsi che non sia un pacco con dietro solo gli spezzoni di interessi commerciali.  Ed è così che siamo sepolti sono un mare di merda allo stato puro in ogni campo e in ogni settore. Ed è anche così se poi i rampolli di questi adoratori dell’American School sono venuti fuori belli ignorantelli e non raramente  hanno dovuto seguire corsi di recupero.

Parlo di questo perché una rilevazione – bomba fatta in California ci dice che il livello di acculturazione degli immigrati dal Centro e Sud america, quelli che si accalcano al confine e quelli già da anni residenti, è mediamente superiore a quello degli autoctoni. Un fatto inaspettato, ma che la dice lunga sugli effetti deleteri del neoliberismo.  Così da un punto di vista puramente scolastico sarebbe meglio far studiare i propri figli in Messico o in Guatemala, ma questo non è figo e sa di povertà e di terzo mondo, mentre in ammerriga … vogliamo mettere? Poco importa se poi identifichiamo il college con l’università e non afferriamo che proprio questo sistema di separazione è un derivato dalla vecchia società pre rivoluzione francese, divisa in caste. Uno stampo che in qualche modo meno immediatamente visibile è sopravvissuto  nell’anglosfera. Di fatto molte scuole anglosassoni sono famose non tanto  per la qualità degli studi, ma perché i loro titoli sono dei ambiti lasciapassare per la Upper Class e un’attestato di dura e pura ideologia capitalistica. La London School of economics per esempio svolge questo compito da oltre un secolo: non è che vi insegnino cose sconosciute altrove, ma  chi ha qualche attestato di questo antico monumento del capitalismo è un membro affidabile dell’economia di mercato, uno che non avrà spiacevoli deviazioni verso visioni che includono il pubblico o l’eguaglianza dei cittadini. La stessa funzione in America viene volta principalmente da Harward o da altre università della Ivy League, come Columbia, Cornell, Princeton, Mit

Non ha importanza se poi molte di queste scuole non abbiano niente di straordinario e siano magari inferiori e spesso non di poco a molte università o ventri di studio europei o asiatici o almeno questo è quanto mi viene dalle mie esperienze statunitensi. Del resto è più facile acquistare cervelli già formati in Europa e in Asia per fare il lavoro vero, lasciando ai  locali solo in compito di perpetuare l’ordine sociale costituito e la formula politica ideata per seguirlo o in alcuni casi per tradirlo, come appunto accade in questi anni. Se volete accertarvi di questo potete andare a vedere quali siano stati gli allievi più famosi del Mit e potrete constatare che invece di tecnologi e di scienziali questo Istituto sforna politici, economisti, uomini di potere a vario titolo. Questa situazione è in qualche modo è nascosta dall’ultra specialismo tipico di un cultura miope e pragmatica, ma alla fine balza fuori e  allora si scopre che ragazzi di Paesi poveri possono essere più acculturati degli americani stessi o della media di essi: ci sono infatti etnie come quelle asiatiche in cui le cose vanno diversamente. Ma questo è il modello che dobbiamo seguire per evitare ciò che le elite del medioevo prossimo venturo si trovino a dover combattere contro una scuola che diffonde una reale cultura e non solo un addestramento. Il rifiuto del meglio e l’entusiamo per il peggio è l’ideale per questi signori.