Certamente la statistica delle elezioni diventa sempre più strana nell’occidente delle “regole” e assolutamente stranissima in Usa: dopo aver accettato alle scorse presidenziali il fatto che dopo una certa ora arrivassero bocchi di voti interamente per Biden, fatto statisticamente meno probabile della caduta di un meteorite di 10 chilometri di diametro, adesso, con le elezioni di medio termine ci troviamo di fronte a un enigma sociologico, Sappiamo che non c’è stata l’ondata repubblicana che tutti attendevano e tuttavia agli exit poll della Cnn che sta ai democratici come il culo con la camicia, avrebbe dovuto esserci un pandemonio elettorale visto che al voto sono andati il 73 per cento di bianchi che hanno votato al 58 per cento per i repubblicani. E’ pur vero che a parte un 2 per cento di piccole minoranze e dell’1 per cento dei nativi indiani che hanno votato in maggioranza il Gop, il rimanente 24 per cento ha votato in prevalenza per i democratici, ( con uno sbilanciamento forte solo fra i neri) sia pure con numeri di vantaggio sempre più esigui ( circa il 10 per cento in meno rispetto alle precedenti elezioni di medio termine) per quanto riguarda ispanici e asiatici. Ora se la matematica non è un’opinione non si capisce come i repubblicani possano avere avuto un risultato così scarso.
Tanto più che il dubbio aritmetico si sposa perfettamente con l’umore della maggioranza della popolazione che al 64 % disapprova Biden e non vuole che si ripresenti, senza parlare della paura per l’inflazione, per la criminalità, per la disoccupazione e quant’altro passa di questi tempi il convento americano. Eppure è stato eletto deputato un democratico morto da tre settimane e ha ricevuto un’ovazione elettorale diventando senatore per i democratici un tal Fetterman colpito da ictus e certamente non in grado di svolgere il suo compito. Chi ha osato esprimere dei dubbi su questo personaggio, già a quanto pare mediocre prima ancora dell’ictus) è stato accusato di “abilismo” ovvero di preferire indebitamente chi sa fare qualcosa rispetto a chi non ne è in grado. Per non parlare di cittadine di poche centinaia o migliaia di abitanti che hanno espresso un terzo dei voti in più rispetto agli iscritti alle liste. Insomma strane cose che hanno il loro cotè concreto con il malfunzionamento delle macchine elettorali in Texas, Arizona, New Jersey e con consegne di schede elettorali clandestine arrivate misteriosamente dopo l’orario di chiusura dei seggi. Ma giustamente Paul Creig Roberts ha scritto che preferisce l’ipotesi dei brogli rispetto a quella di un elettorato non più in grado di esprimere una valutazione politica essendosi ormai rincretinito. una valutazione che peraltro vale per l’intero occidente dove ornai il ricambio politico, ancorché in gran parte solo tra forse che esprimono differenze marginali, sembra diventato un’eccezione anche di fronte a palesi disastri.
Temo, come ho avuto modo di scrivere qualche giorno fa, che la verità stia nel mezzo e che i brogli, particolarmente facili in Usa, aiutano e potenziano gli effetti di un’ipnosi generalizzata delle persone e dunque degli elettorati in preda a un totale disorientamento, soprattutto perché da ormai due generazioni l’ambiente e il discorso pubblico vietano la possibilità di parlare – se non in termini di illusione e di denigrazione – di alternative sociali, politiche ed economiche al neoliberismo il quale è visto come l’unica realtà possibile. Dunque l’idea stessa di una scelta diventa diventa difficile e persino fastidiosa, al punto da fornire terreno fertile per il doppio pensiero, ovvero la capacità di far convivere convinzioni contraddittorie e opposte senza nemmeno accorgersi della propria incongruenza. Tipico di questi tempi è il consiglio di vaccinarsi ancora da parte di chi ha si è preso il covid dopo tre dosi.
Ad ogni modo è forse in ragione di queste aporie del voto di medio termine che Trump sembra deciso comunque a fare l’annuncio della propria candidatura alle presidenziali nonostante la non brillante performance repubblicana e il successo di DeSantis che a questo punto diventa il suo vero rivale, l’uomo che molto più di Biden potrebbe sbarrargli la strada verso la casa Bianca.
Trump ovvero la variabile impazzita… uomo che ha finalmente smascherato sceneggiata di come democratici o repubblicani fossero in realtà istesso partito… tanto che viene osteggiato sia da apparati di questi che di quelli… ma amato da popolo… ci sorprende assai di come non sia già stato eliminato fisicamente… USA mode!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/