Chi non ha nulla da dire parla a vanvera e chi ha troppo da nascondere viene ribaltato dalle sue stesse bugie. Così  adesso tutta la stampa occidentale e i più stupidi e volgari esponenti di quella che una volta era politica e che adesso è semplice esecuzione degli ordini, sta dicendo che la Russia, riconoscendo le due repubbliche del Donbass ha violato gli accordi di Minsk. Non ci potrebbe essere ipocrisia peggiore di questa visto che l’Ucraina non rispettato nemmeno la più piccola parte di quell’accordo che è entrato a far parte del diritto internazionale attraverso una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Tale accordo di cui non sembra nemmeno esistere una traduzione italiana, peraltro inutile, tanto non contiamo nulla, comprendeva 13 punti di cui quelli salienti sono questi:

  1. Entro la metà di marzo 2015,in Ucraina entrerà in vigore una legge che garantisce l’autogoverno per le regioni dell’est. Tale legge non è mai stata emanata 
  2. Kiev negozierà le linee guida per le elezioni locali che si terranno sotto la supervisione dell’Ocse alla fine del 2015 con le regioni orientali. Nulla di tutto questo è accaduto 
  3. Prima delle elezioni locali, Kiev attuerà una riforma costituzionale che garantirà i diritti e lo status speciale delle aree dell’est. La riforma c’è stata, ma nel senso di togliere i diritti alle minoranze
  4. Il giorno dopo che l’Ocse ha ritenuto valide le elezioni, a Kiev verrà consegnato dai separatisti il pieno controllo dell’est del Paese, compresi i confini con la Russia. Non c’è stata ovviamente alcuna elezione. 

In compenso  nell’estate del 2014 Kiev ha interrotto tutti i pagamenti delle prestazioni sociali (pensioni, ecc.) Alle persone nel Donbass, ha imposto un blocco  dell’import – export  e ha isolato la regione dalle transazioni di pagamento. Nell’accordo di Minsk, Kiev si era invece impegnata a riprendere i pagamenti della previdenza sociale, riaprire le transazioni bancarie, revocare i blocchi e consentire agli aiuti umanitari di fluire senza ostacoli nel Donbass.

Dunque l’Ucraina – o sarebbe meglio dire il suo tutore americano –  non ha rispettato nessuno di quegli accordi che di fatto hanno cessato di esistere da anni. In essi non c’è alcuna clausola esplicita che vieti un intervento di pace nelle regioni contestate, ma in ogni caso è un’impostura tirar fuori un accordo dopo averlo sabotato e reso carta straccia. E’ questa la buonafede bugiarda dei Draghi e di quant’altri non fanno altre che inchinarsi con la schiena piegata, anzi nemmeno essendo delle amebe. Rimane solo un Paese in mano a miserabili capitan fracassa che battono sui tamburini di guerra con una mano e su quella della pandemia dall’altro. Piccoli, miserabili giocatoli umani della geopolitica.