Anna Lombroso per il Simplicissimus
Meglio chiarire subito, nulla nella strategia del governo, con il passaggio dalla persuasione morale alla violenza feroce, è giustificato da finalità sanitarie.
Vale per l’introduzione del Green Pass con la sua escalation discriminatrice che condanna parte della popolazione all’apartheid, all’esclusione sociale, dimostrando che l’obiettivo non è promuovere la vaccinazione di massa, bensì quello di eseguire dei test e attuare le conseguenti procedure di sorveglianza e controllo per la criminalizzazione, segregazione e persecuzione dei renitenti promossi a disertori della Scienza e dello Sviluppo. Dunque dell’appartenenza al consorzio civile.
Vale per lo scandaloso susseguirsi di ordini contraddittori, per l’andirivieni di pronunciamenti e smentite a proposito delle quarantene in classe, del ripristino della Dad, oggetto di circolari a doppia firma, prontamente ritirate quando l’autorità superiore ha voluto mantenere il punto sul “funzionamento” della scuola, garantito a suo dire dall’azione muscolare affidata a Figliuolo per il tracciamento degli alunni e la vaccinazione di oltre metà dei bambini tra 5 e 11 anni.
Anche in questo caso il marasma cognitivo e decisionale dei ministri “competenti” nasconde un disegno preciso, l’applicazione all’istruzione dell’approccio che, da decenni, il mozzo del Britannia, promosso sul campo dell’austerità e dell’esproprio di beni e sovranità dei paesi del Sud dell’Europa, è stato incaricato di adottare su larga scala e con ogni mezzo, quello di demolire i sistemi sociali di assistenza, scuola e università, ricerca e applicazione tecnologica, insieme all’edificio di conquiste e garanzie dei lavoratori per consegnarli, a cominciare dall’istruzione, ai privati, più organizzati, più “ricchi”, più disponibili a selezioni arbitrarie “a pagamento” del personale del ceto dirigente futuro.
Ogni mezzo è buono, d’altra parte siamo abituati da tempo a una interpretazione della reputazione internazionale che si conquista solo con la rinuncia, con l’obbedienza a autorità esterna, con l’abiura a valori e principi costituzionali che parlano di diritti irrinunciabili, quello alla cura, l’accesso al sapere e alla conoscenza, il godimento del patrimonio culturale della nazione.
Così si spiega la voluttà con la quale la stampa ufficialmente comprata e svenduta pubblica le indagini sulle prestazioni della scuola italiana che licenzia prodotti poco funzionali al mercato, le inchieste sull’ignoranza di andata oltre che di ritorno degli studenti inadeguati a rappresentare la prossima élite, impreparati alle sfide della modernità e alle esigenze del mercato: tutti messaggi preliminari alla esaltazione della qualità di istituti e università privati, intoccati dalle velleitarie pretese di un corpo insegnante frustrato e lagnoso, da programmi arcaici e incompatibili con i principi della competitività globale e della meritocrazia, da una amministrazione farraginosa e burocratica.
Proprio vero, la scuola pubblica non ha saputo finora cogliere e mettere a frutto interamente le opportunità contenute in una serie di riforme promosse da una avanguardia “progressista” da Berlinguer a De Mauro, da Mussi alla Fedeli, da Fioroni alla Carrozza, talmente intrisi dall’ideologia liberista da mettersi in aperta concorrenza con la Moratti e da far rimpiangere Medici, Misasi, Falcucci e Galloni, che almeno facevano riferimento a una scuola coerente con una visione e finalità pedagogiche e educative compatibile con la combinazione dell’inserimento sociale e di una morale confessionale ispirata alla triade di autorità: Dio Patria e Famiglia, e non solo alle divinità della teocrazia del mercato: Profitto, Merito, Concorrenza, Avidità, Accumulazione.
Ciononostante, molto è stato fatto per delegittimare la Conoscenza e la Cultura e questi due anni hanno impresso una accelerazione formidabile al processo grazie alla creazione di gerarchie del Sapere che collocano al primo posto la Scienza, termine vago che permette di annoverare discipline le più svariate sotto l’ombrello di una religione inviolabile e inconfutabile i cui dogmi sostenuti da misure di carattere politico, sociale e amministrativo, vanno creduti e eseguiti con cieca obbedienza. Seguita subito dopo dalla Tecnica, in vista di un’utopia futurista che risparmi dalla fatica, quella del pensiero prima di tutto, che esima da responsabilità personali e collettive quando la carriera consisterà dall’essere incaricati di premete un tasto più prestigioso e influente di quello precedente, non essendo tenuti a conoscere l’effetto delle due operazioni sugli obiettivi prefissati.
Eh si, perché adesso tutto autorizza a consegnare le nostre esistenze ai “praticoni” tecnici, esperti, competenti, siano specialisti sul campo o amministratori della cosa che deve essere sempre meno pubblica, addestrati in zanzare e per automatica estensione in altre specie, telefonisti, farmacisti, ma anche storici impegnati nella manipolazione e nella sottrazione di scomode verità troppo influenzate anni di dominio della sinistra denunciato da leader europei e nazionali, perché la conoscenza deve essere così, “pratica”, applicata, settoriale, in modo da non lasciare spazio alle moleste opinioni che vanno autocontrollate e tenute d’occhio per il loro indubbio potere destabilizzante o alla critica sempre sterile perché, appunto come la cultura e i suoi beni, non si può mangiare tra due fette di pane.
Non ha stupito quindi la sortita del ministro della transizione ecologica che auspica una transazione con la conoscenza in modo che quest’ultima rinunci doverosamente ad antiquati valori e arcaiche nozioni portando un esempio che denuncia l’appartenenza a quella categoria di casi umani tiranneggiati da professori severi.
Vien da sospettare che di lui gli insegnanti nemmeno dicessero che era intelligente ma avrebbe potuto fare di più, perché non sempre una carriera di successo rivela particolari qualità intellettuali: anzi la sua si può considerare esemplare di una scalata favorita da fidelizzazione a un “ambiente” aziendalista più che oligarchico, e soggezione a una ideologia dominante, se spericolatamente afferma esuberando dal suo ruolo istituzionale e dal suo passato accademico: “A noi serve più cultura tecnica, a partire dalle scuole. Soprattutto in un momento di trasformazione digitale velocissimo e impressionante come quello che stiamo vivendo. Fra dieci anni ci serviranno i digital manager per la salute, per l’energia, lavori che nemmeno esistono oggi. Qui il problema è capire se continuiamo a fare tre, quattro volte le guerre puniche nel corso di dodici anni di scuola o se casomai le facciamo una volta sola ma cominciamo a impartire un tipo di formazione un po’ più avanzata, un po’ più moderna a partire dalle lingue, dal digitale”.
Lo sappiamo bene che tipo di guerra sarebbe più funzionale alla sua idea di Progresso, quella di classe condotta verso una popolazione che per garantire obbedienza e conformità con i propositi imperiali, deve diventare sempre più povera di beni, diritti, dignità, valori e principi dei quali proprio il sapere ci rende consapevoli custodi.
Nemmeno vale la pena davanti a una così sfrontata limitatezza e ottusità ricordare che già adesso alla Storia – e si vede – vengono dedicante un paio d’ore di studio settimanale delle scuole medie e superiori, che peraltro i concorsi per i laureati Stem sono stati una “caporetto”, come scrive la stampa, rivelando una impreparazione di base confermata da strafalcioni grammaticali e ortografici replicati in tutte le lingue ufficiali, che gli artefici dei mali della scuola non sono Annibale e Scipione.
Ma semmai consistono nella feroce determinazione della politicanel tagliare risorse per l’istruzione pubblica dirottandole verso quella privata scolastica e universitaria e assicurando loro una presenza dominante, nella non casuale inadempienza amministrativa nel distribuirle, incrementata dalla necessità sancita dalla riforma renziana di partecipare alle campagne acquisti per attrarre studenti/clienti, nella inadeguatezza di strutture, laboratori e strumentazione, e nel malessere frustrato del personale, demotivato da remunerazioni poco dignitose e da scarso riconoscimento della funzione sociale della didattica.
È che ormai la compagine dei migliori supera in becera torpidezza morale e intellettuale i regimi più rozzi e le dittature più oscurantiste. Ne fanno testo le ultime decisioni motivate così dalla stampa padronale: “Sui bambini non possiamo permetterci incertezze: dobbiamo difendere due loro diritti fondamentali: il diritto all’istruzione e il diritto alla salute. Il governo deve agire unito, condividendo le decisioni e perseguendo un bene primario, quello dei bambini, che più di tutti stanno subendo gli effetti della pandemia”.
Ancora una volta tutto si riduce a ordine pubblico, la sicurezza delle scuole assicurata da casuali sanificazioni, la digitalizzazione, promossa dal ricorso alla Dad in un paese dove tra quarti delle famiglie sono escluse dall’accesso alla rete, la profilassi, garantita dalla campagna per la baby-vaccinazione quando da anni prevenzione e cure mediche sono a disposizione solo di chi può pagarsele e dove, proprio come in Grecia, l’abbandono scolastico per motivi economici sta diventando un problema diffuso.
Dovremo aggiornare la massima che recita “aule piene prigioni vuote”, adesso che siamo condannati a sopravvivere in una grande galera comune. Ignoranti e obbedienti, tanto da non accorgerci delle catene.
In realtà italica scuola (non sola in panorama internazionale)… persegue da oltre quarant’anni unica finalità… creazione di perfetto idiota cognitivo ideale per futura manipolazione di massa…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Gli eroi della sanità che tutto il mondo ci imita (cit.) :
https://stopcensura.online/pesaro-lodio-di-un-primario-contro-i-non-vaccinati-mi-fate-schifo-vi-disprezzo/
casualmente oggi l’Antidiplomatico riprendeva qualche statistica seppur un po’ datata, ma, considerata come è l’italica smemoria, sempre meglio riproporla, sperando che qualcuno, magari arrivi a porsi qualche dubbio aggiuntivo in tema di assolutamente indispensabili vaccinazioni ai bimbi per salvarli dal Golem che vuole inghiottirli…già…quale Golem? ovvero, chi è davvero il mostro? Da chi e da cosa dovremmo davvero salvare i bimbi?
Fascia di età 0-49 anni. Nel 2020 mortalità inferiore dell’8,5% ai cinque anni precedenti
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-fascia_di_et_049_anni_nel_2020_mortalit_inferiore_dell85_ai_cinque_anni_precedenti/33535_44185/
se non riusciamo a difendere i bimbi, ma anche gli anziani, gli indifesi, non riusciamo a essere guerrieri, vorrei riportare una frase attribuitaba a Totanka Yotanka, Toro Seduto, che di guerrieri mi par se ne intendesse…:
“Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non é chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi é chi sacrifica sè stesso per il bene degli altri. E’ suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità”.
Toro Seduto
E no, Ada, tu mi cadi sulla chiosa. Devi addormentarti ogni notte, questo si, come è giusto che sia. Ma devi svegliarti ogni mattina. Perchè mai come oggi c’è bisogno di gente sveglia, attenta e consapevole. Perchè qui il problema è che di persone sveglie davvero ce ne sono troppo poche. Questo ormai è un mondo di addormentati. Che a quanto pare non vogliono svegliarsi: non ti ci mettere in mezzo.
Ogni giorno mi sveglio e non riconosco più il mondo in cui sono nata. Un pò effetto di un aumento di conoscenza e consapevolezza che mi hanno allontanato dal pensare comune omologato di questo tempo, un pò perchè all’inizio non avevo ancora inquadrato il fatto che certe realtà grigie esistevano, ma da altre parti del mondo. La conoscenza rende liberi, ma appena se ne accorgono, o diventi complice del loro grande inganno, o ti fanno fuori in infinite varianti, tanto da non destare sospetti.
Ogni giorno mi sveglio e vorrei vedere dal vivo Hiroshima e Nagasaki abbattersi su questi impostori globali.
Ogni notte vorrei addormentarmi e non svegliarmi più.