Ieri prendendo un po’ di soldi al bancomat e rinunciando alla ricevuta il sistema mi ha detto: “Bravo hai fatto la scelta più ecologica” dimostrando che orami le stronzate non hanno più ritegno e anticipando il becero ambientalismo che verrà usato per convincere le persone più sciocche a rinunciare al contante o a qualsiasi documentazione che non sia esclusivamente nella memoria della banca, che può essere alterata nei casi estremi o semplicemente fatta pagare in maniera esorbitante per metterla su carta.  Per il momento si accontentano di raggirarci prendendola alla lontana anche se lo fanno in maniera massiccia: avrete notato che ultimamente è tutto un fiorire di sistemi di disinfezione completamente inutili che andranno però ad aumentare drammaticamente l’inquinamento delle acque e tra le conseguenze cui non si pensa produrranno lo sviluppo di resistenze batteriche e virali come accade negli ospedali, i quali notoriamente sono una delle maggiori fonti di infezioni indomabili di ogni tipo tanto da provocare circa 100 morti per centomila abitanti ogni anno, con cifre abbastanza simili tra i Paesi occidentali.

Tutte cosa sconosciute alle vittime della pubblicità. Per non parlare della preparazione al vacuo e ridicolo ecologismo dei ricchi : ormai tutto ciò che veniva venduto prima è diventato improvvisamente “sostenibile” una parola che fa molto ecolò come direbbero i francesi, ma che spesso non significa assolutamente nulla e qualora avesse un significato esso sarebbe lontanissimo da ciò che s’immagina il fruitore di questi illusionismi verbali. Per esempio la pesca sostenibile, tanto propagandata semplicemente non esiste, è una vera e propria truffa nata a suo tempo in Usa, che tra l’altro non riguarda parametri quantitativi, ma altri abbastanza lontani dai problemi vitali degli oceani. Per esempio la pesca sostenibile del tonno che è una specie ormai in via di estinzione, significa solo che per tot quantità di tonni non devono essere pescati tot numero di delfini o in qualche caso nessuno, oppure in altri contesti oceanici squali o altre specie. Non voglio discutere qui delle ragioni di questa cosi radicale distinzione fra specie né contestare l’idea della grande intelligenza dei cetacei, una leggenda nata per via del loro grosso cervello prima che si scoprisse che a causa del frequente rischio di anossia tutti i sistemi neurali vitali sono raddoppiati o triplicati. Il fatto sostanziale è che nessuno può verificare che questi parametri siano rispettati, non c’è alcun controllo, è solo la parola di capitan findus quella che conta. Perciò anche i  marchi ufficiali della pesca sostenibile sono stati sbugiardati e ridotti a ciò che sono ovvero opachi sistemi per incassare soldi alle spalle dell’ingenuità delle persone. E tuttavia questo tipo di operazioni fa comodo a un ecologismo di maniera che ha il compito di suggestionare e suggerire l’impressione che al sistema nel suo complesso interessi l’ambiente e la sua conservazione, mentre in realtà lo vuole solo mutare. Per questo rimangono in vita.

Figuriamoci quindi quando la sostenibilità e solo una pura affermazione, senza nemmeno un minimo di copertura sia pure sostanzialmente truffaldina. Eppure la gente ci crede, adora le cose sostenibili e responsabili, soprattutto quando con le stesse abitudini di consumo di prima può coltivare l’illusione di salvare il mondo, quando il giorno prima aveva magari il sospetto di collaborare al degrado. La contraddizione intrinseca tra lo stimolo al consumo e la sostenibilità dovrebbe far scattare un segnale di allarme e invece non accade così come non succede per centinaia di leggende, stimolate da campagne commerciali occulte, ma accolte come articoli di fede . Saremo letteralmente sommersi da questa nuova ondata di dosi di menzogna, di bigliettini da bancomat e da mille altre forme di pressione, secondo il modello del lavaggio del cervello cha ha dato tante soddisfazioni negli ultimi 20 mesi. Prepariamoci ad essere noi stessi i tonni in estinzione. E comunque già in scatola.