La seconda metà del secolo scorso e l’inizio di questo sono dominati dalla statistica come strumento di propaganda o di nascondimento e si capisce bene come Winston Churchill potesse dire che “le sole statistiche di cui ci possiamo fidare sono quelle che noi abbiamo falsificato”. In effetti la statistica è un mezzo così potente e matematicamente sensibile che basta proprio nulla, qualche piccolissima variazione per capovolgere un risultato, un sondaggio oppure una ricerca scientifica per esempio in campo medico dove se ne fa uso e abuso. Ce ne sarebbe da dire e mostrare – ad esempio – come una ricerca farmacologica fondata su un campione di 200 persone, che è già un numero insolitamente altro, possa essere facilmente alterata agendo soltanto su 2 persone. Un giorno forse vi annoierò con questi particolari che peraltro ho appreso io stesso nei particolari nell’arco dell’ultimo anno, ma per il momento mi limito a portare un esempio di statistica “creativa” in merito ai vaccini e al Covid. In un rapporto intitolato Public Health Scotland COVID-19 di statistica Relazione sulla gestione al 21 giugno 2021 , pubblicata il 23 del mese scorso, compaiono queste due tabelle che riportano il numero dei morti in Scozia entro 28 giorni dalla prima dose dei vaccino e dopo altri 28 giorni dalla seconda dose. Il numero dei giorni non è casuale è invece dovuto al fatto che chiunque muoia per qualsiasi causa entro 28 giorni da un test positivo viene considerato morto per Covid, anche se è caduto dalle scale o aveva già una malattia allo stato terminale. .
Vediamo che abbiamo 3.227 morti dopo la prima iniezione e 2.247 dopo la seconda, insomma un totale di 5522 decessi ( di cui 122 sotto i 50 anni) e ancora più dati possono essere recuperati dal foglio di calcolo da cui sono tratte le tabelle. Ci sono alcune cose da notare tra cui il fatto che sono state distribuite 5.880.078 dosi di vaccino e che dunque abbiamo un decesso ogni 1065 dosi, ovvero una mortalità dello 0,1% come per influenza e Covid stesso. Certo è abbastanza imbarazzante come risultato, ma per rimediare alla cosa nella terza colonna della tabella sono stati inseriti i decessi attesi per il medesimo intervallo temporale della campagna vaccinale, stando alla media dei 5 anni precedenti, che sono un in numero maggiore e danno l’impressione che i vaccini siano effettivamente salvavita o comunque non influiscano sulle morti. Ma, come spiega una postilla, “questi decessi si riferiscono a tutti i decessi registrati per qualsiasi causa e non includono i decessi causati dal vaccino stesso”. La cosa è perciò del tutto insensata, perché prende i dati statistici dei decessi totali di un periodo in cui il covid non c’era e li confronta esclusivamente con le morti a 28 giorni dal vaccini. E’ del tutto evidente il tentativo di confondere le acque inserendo dati spuri che non hanno alcun significato. Peraltro dall’inizio della pandemia, da marzo 2020 a luglio 2021 sono stati conteggiati 7859 decessi risultati positivi al SARS-CoV-2 nel periodo tra 0′ e 28 giorni dal tampone, che rende benissimo l’entità del pericolo vaccinale o quanto meno della sua inutilità.
7859 morti è il dato che riporta google, mentre dal sito di statistica scozzese
“As at the 25th of July, there have been a total of 10,324 deaths registered in Scotland where the novel coronavirus (COVID-19) was mentioned on the death certificate”
https://www.nrscotland.gov.uk/covid19stats
Reputo molto utile il dato di confronto tra morti casuali post vaccino e morti casuali in egual periodo degli anni passati, perché statisticamente hanno lo stesso valore randomico anche se andrebbe moltiplicato per il fattore di overdeath.
Sarebbe interessante vedere la colonna con il dato medio di morti classificate come covid, per età, ovvero quelle 10324/17 mesi.
Dire dunque che “abbiamo un decesso per vaccino ogni 1065 dosi” è la stessa cosa di dire che abbiamo 1 morte per covid ogni 1000 persone, perché queste persone sarebbero morte indipendentemente dal tampone positivo o dal vaccino fatto.
Spero di essermi spiegato.
Ti seguo sempre con attenzione e interesse ma dato che la statistica è il mio campo, mi sono sentito di riportare le mie considerazioni
Grazie per i tuoi articoli
Alberto
Dopo bilanci creativi contabilità creativa potevamo farci mancare… statistica creativa?…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
L’ILLUSIONE DELLE STATISTICHE: “È appunto in quest’ordine umano, si tratti di storia, di «sociologia», di «psicologia» o di qualunque altro genere di studi, che appare nel modo più pieno il carattere fallace delle «statistiche» a cui i moderni Attribuiscono tanta importanza. Qui, come in tutti gli altri casi, tali statistiche consistono soltanto nel contare un numero più o meno grande di fatti, supposti tutti completamente simili tra loro, ché, diversamente, la loro somma non avrebbe significato alcuno; ed è evidente che a questo modo si ottiene soltanto un’immagine della realtà tanto più deformata quanto più i fatti in questione non sono effettivamente simili e paragonabili che in misura minima, cioè quanto più considerevoli sono l’importanza e la complessità degli elementi qualitativi che essi implicano. Solamente che, con l’incolonnare a questo modo cifre e calcoli, ci si crea, mentre si cerca di darla agli altri, una certa illusione di «esattezza» che si potrebbe qualificare «pseudo-matematica». Di fatto però, senza nemmeno accorgersene, grazie alle idee preconcette, si trae indifferentemente da queste cifre quasi tutto
quel che si vuole, tanto sono prive di significato in se stesse; lo prova il fatto che le stesse statistiche, fra le mani di scienziati diversi anche se dediti alla stessa «specialità», danno spesso luogo, a seconda delle loro rispettive teorie, a conclusioni del tutto diverse se non addirittura diametralmente opposte. In queste condizioni, le cosiddette scienze «esatte» dei moderni,
col far intervenire le statistiche e col voler pretendere di trarne previsioni per l’avvenire (sempre in virtù della supposta identità di tutti i fatti considerati, siano essi passati o futuri), non sono in realtà se non semplici scienze «congetturali», secondo l’espressione impiegata volentieri dai promotori di una certa astrologia moderna detta «scientifica» (che riconoscono in tal modo più francamente di altri di che cosa si tratta)…È fin troppo facile constatare dappertutto, all’epoca nostra, fatti sintomatici quali, per esempio, la mania dei censimenti (la quale si ricollega del resto direttamente all’importanza attribuita alle statistiche) e, in generale, l’incessante moltiplicarsi degli interventi amministrativi in tutte le congiunture della vita, interventi che devono ovviamente avere come effetto di assicurare l’uniformità più completa possibile tra gli individui, tanto più che uno dei «principi», se così si può chiamare, d’ogni amministrazione moderna, è di trattare tali individui come semplici unità numeriche in tutto simili l’una all’altra, vale a dire d’agire come se, per ipotesi, l’uniformità «ideale» fosse già realizzata, e di obbligare in questo modo tutti gli uomini a «dimensionarsi», se si potesse dire, secondo una stessa misura «media».”.