Anna Lombroso per il Simplicissimus

Siete tutti invitati a  gioire: se vi comporterete bene, tra un paio di mese potrete dismettere la mascherina, anche se durante gite e escursioni potreste incorrere in altri rischi “imprevedibili” che il progresso e le tecnologie proprio non sono in grado di ipotizzare e contrastare.

Perché, ammettetelo, i pericolo derivano dal fattore umano e non dai decisori, imprenditori della Thyssen, imprese pagate da noi che devono garantire controlli e sicurezza, governi, autorità scientifiche, istituzioni economiche, che fanno quello che possono per guidarci e impedire che la nostra sfrenatezza  dissipata e i nostri capricci infantili  generino  danni e si traducano in rovina per tutti.

Così la mascherina, corredo obbligatorio e brand fertile per ditte in vena di riconversione, agitata come la muleta dei toreri, potrebbe esserci risparmiata, a condizione però che offriamo in cambio la prova provata dello spirito di adattamento e dell’obbedienza agli imperativi socio-sanitari, e pure della consapevolezza lungimirante che ci permetterà di affrontare un futuro segnato dal susseguirsi di epidemie, contrastabili unicamente con l’inevitabile successione di vaccinazioni ad hoc.

Come al solito a metterci in guardia dai pericoli del sistema capitalistico, della finanziarizzazione, del mercato, del cambiamento climatico, delle invasioni e del meticciato, sono gli stessi che hanno fatto di questi processi il loro interesse primario, banche, multinazionali, imprese inquinanti che rinunciano all’olio di palma, stati colonizzatori che esportano presso soci sanguinari le loro campagne di rafforzamento istituzionale, e che hanno professato la religione universale della globalizzazione che avrebbe diffuso benessere. E che adesso  prendono atto che con la loro civiltà circolano anche virus che denunciano la ribellione della natura alle nostre rapine e manomissioni.

Ma niente, insistono,  la libertà non può che essere condizionata, l’ora d’aria concessa solo a patto di una assunzione di responsabilità, limitata alla gente comune che così si conquista il diritto ai lavori forzati e alla paghetta del detenuto.

Lo illustra magistralmente in un editoriale su Repubblica l’ex direttore Ezio Mauro, un altro che deve essere stato illuminato dai dialoghi tra divinità, Scalfari e Dio,  e che da quel momento pensa e scrive su tavole di pietra invece che al pc.

E difatti senza alcuna tema di sfidare il ridicolo sotto il titolo: Vaccini, il dovere di salvare il mondo, combina gli stilemi del Mago Otelma con gli scarni comunicati del G30, informandoci che  “il gap tra i Paesi ricchi e i Paesi poveri si supera con un’inversione culturale rispetto alla stagione dei nazionalismi, degli egoismi, dei particolarismi. Per attaccare il virus bisogna immunizzare il mondo, come ha detto Draghi, e al più presto”.

Troppo facile sostenere che l’oracolo in forza alla Gedi scriva sotto dettatura di BigPharma, con un occhio ai bilanci, uno alle magnifiche sorti che prepara il neo-colonialismo profilattico e uno (come tutti i profeti ne ha almeno tre) alla soddisfazione dei suoi padroni:   “Per immunizzare tutta la terra, bisognerebbe vaccinare sette miliardi di persone, una quantità impossibile da raggiungere: ma oggi sul miliardo e 625 milioni di dosi somministrate in 186 Stati, l’85 per cento è finito agli abitanti dei Paesi più ricchi, e soltanto lo 0,3 per cento è stato destinato ai Paesi poveri. Combattere un assedio pandemico nel chiuso del recinto di casa è illusorio, o meglio è solo l’inizio, un’operazione di difesa: per attaccare il virus bisogna uscire, «vaccinare il mondo — come ha detto Draghi —, e al più presto».

“La sfida va giocata a livello planetario, con manovre continentali, intese internazionali, organizzazioni sovranazionali”, proclama e chiude in bellezza: “All’universale si risponde solo con l’universale”.

Vaccinare sempre e per sempre, vaccinare tutti, sembra essere lo slogan della fanta-etica,  della morale dell’imperialismo profilattico, applicata alla conservazione di corpi con l’inevitabile destino di attrezzi ben oliati, di macchine funzionali o, come vuole Draghi, di capitale umano da impiegare a tutte le latitudini, e che si mescola col genere fantasy, quello dozzinale degli untori nel treno che attraversa madre Europa seminando paura e malattia, contrastati da un pugno di intrepidi che si battono per la salvezza di tutti, vecchi, donne, adulti e bambini.

Beata innocenza, ma così dà la guazza ai complottisti? che magari all’inizio non hanno pensato che il dottor Mabuse abbia scatenato il virus maligno fuori dal suo gabinetto, ma che poi si sono davvero convinti di una cospirazione nata da una fatalità e strutturata per imporre un indirizzo di carattere autoritario e repressivo.

Non so a voi, ma il fatto che ci sia qualcuno che rivendica una superiorità morale intesa a predicare per il “bene” di tutti l’impossibilità di una scelta che non sia – anche quella peraltro aleatoria – tra Pfizer e Astra Zeneca, alla pari di quella tra Vodafone o Tim,  mi fa davvero gridare alla macchinazione, ultima in ordine di tempo peraltro, dopo la miriade di complotti che abbiamo subito,  a cominciare da quello che ha dato luogo a tutto questo,  la persuasione coercitiva cioè che non esiste alternativa praticabile all’austerità, alla sua indole penitenziale, allo sfruttamento, alla prepotenza di pochi, all’avidità, alla malattia che non può più essere curata ma va contenuta con prodotti che escludono prevenzione e immunità, concedendo al amassimo la protezione dagli effetti più cruenti.

Per un po’ ci avevano fatto credere che l’opzione rispetto al dolore, alle umiliazioni, alla fatica potesse consistere nel benessere diffuso che la manina della Provvidenza avrebbe sparso su di noi, come una polverina di risulta delle ricchezze senza tasse e senza patrimoniale.

Che fosse un’illusione del vecchio riformismo si capisce, visto che adesso tutto quello che viene elargito benignamente e con una certa larghezza sono i vaccini che paghiamo noi, in cambio di lavoro, istruzione, assistenza, offerto così generosamente che verranno messi in condizione anche i bambini, quelli sui quali pesa il debito pubblico, la cancellazione dello stato sociale, la giustizia arbitraria e ingiusta, la demolizione dell’edificio dei diritti e delle conquiste del lavoro trasformato in occupazioni precarie, insoddisfacenti, sottoremunerate.

Così all’ecumenismo del pastorello di Gates  risponde subito il ministro Speranza, che rassicura il popolo. Dopo il via libera dell’Ema atteso per il 28 maggio, si potranno vaccinare con Pfizer  bambini e ragazzi allo scopo di  “mettere al sicuro le scuole”. Che, suppongo, voglia dire consacrare il fine di trasformarle in batterie di animali da allevamento, con pari ormoni dei polli e dei vitelli, addestrati a obbedienza nel rispetto del fine ultimo, con la scelta se finire sul grill o in padella.

Ma non era detto dalle stesse fonti autorevoli cui ci è stato imposto di dare ascolto da un anno che i bambini sono il target fortunatamente risparmiato da questa pandemia, che non hanno un ruolo rilevante nella trasmissione del SARS-CoV-2? Non si era detto che i vaccini in uso riducono ma non azzerano la trasmissione dell’infezione, addirittura è stato documentato perfino che la incrementino, che hanno durata indeterminata ed efficacia ridotta su alcune delle varianti sinora emerse? Che non  è stata stabilita la necessità e la frequenza di dosi di richiamo e soprattutto non c’era un unanime consenso sugli esiti a lungo termine di questi trattamenti in organismi che hanno tutta la vita davanti?

E il nostro dovere di cittadini oltre che di genitori, nonni, zii, rami secchi, non sarebbe quello di garantire un ambiente pulito, un’assistenza che garantisca prevenzione e cure per tutti, l’accesso all’istruzione e alla promozione dei propri talenti, e poi un lavoro appagante remunerato dignitosamente, un tetto sulla testa, acqua e cibi sani a disposizione di tutti, la possibilità di godere della bellezza e della creatività di tanti prima di loro? Oppure questi sono, insieme alla pace nel mondo, gli auspici di miss Italia, sostituiti dalla moralona feroce dei pensatori a piè di lista dei padroni?