
Basta leggere qualsiasi cosa per rendersi conto di come sia i nemici di Salvini che gli amici dei Cinque Stelle, autori di clamorosi autogol di cui non si comprendono fino in fondo le ragioni, consiglino di “resistere resistere resistere” al governo nonostante il fatto che ormai il leader della Lega fa ciò che vuole prendendosi il merito ci ciò che piace alla sua gente e addossando i demeriti al movimento. Ma rimanere ancorati alle poltrone in queste condizioni, per volontà di un’ennesima piccola casta di eletti che si sta riorganizzando dall’alto per mantenere le proprie posizioni, non sarebbe che l’errore mortale per il Movimento: Salvini sa benissimo che la sua crescita impetuosa, propiziata – e questo rivela molte cose – proprio dal maistream, si svolge sulle spalle e con la copertura dei Cinque stelle, che rimanere da solo al governo con contorno di mummie e di piddini sarebbe un pessimo affare, quindi non ha alcuna fretta di far cadere l’esecutivo a meno che non sia costretto a farlo sotto la pressione degli interessi economici di riferimento e magari di quelli europei. E lo farà comunque solo nel momento in cui potrà mettere il minor tempo possibile tra la caduta dell’esecutivo e le nuove elezioni.
A questo punto i Cinque stelle non hanno altra strada che far cadere loro il governo su un tema significativo che, perse tutte le occasioni possibili e immaginabili, distrutto il bene con il male, non potrebbe essere altro che il tema delle autonomie: solo in questo modo lascerebbero Salvini a se stesso e lo costringerebbero a gettare la maschera sotto la quale si nascondono come stratificazioni successive sia il vecchio secessionismo del tempo bossiano, sia l’adesione intima al modello neoliberista e padronale: un’analisi attenta delle mosse salviniane dell’ultimo anno evidenziano chiaramente la dialettica di queste due anime che non appaiono a uno sguardo superficiale nonostante siano evidenti come cicatrici. Ma soprattutto i Cinque stelle si dimostrerebbero in qualche modo fedeli alle loro promesse e anche all’idea di vita pubblica di cui si sono fatti portatori e darebbero al movimento una possibilità di rinascere in un futuro prossimo venturo: come ha scritto Di Battista “è proprio quando non si ha più nulla da perdere che si ricomincia a vincere”. Però la realtà concreta non è questa: Salvini e tutti coloro che hanno interesse a castrare qualsiasi vera opposizione in questo Paese, tra i quali occorre necessariamente includere i padroni informatici della Casaleggio, si fidano che l’attaccamento alle poltrone di parlamentari di cui almeno i due terzi non hanno più speranze di essere rieletti, renda pressoché impossibile praticare questa mossa vincente.
Del resto le prospettive di riorganizzazione del movimento presentata da Di Maio, sono all’insegna del continuismo, non tengono in nessun conto la necessità di liberarsi dei tutori della rete e di creare organizzazioni territoriali, ma sembrano piuttosto prendere a modello la struttura del villaggio vacanze con i facilitatori al posto degli animatori. ll tutto comunque regolato su una base quanto mai incerta visto che non si riesce a sapere quanti siano veramente gli iscritti con diritto al voto alla piattaforma Rousseau (vedi nota) la quale in ogni caso è solo un’associazione privata che gestisce di fatto un partito al governo. Le cifre sono estremamente variabili, una volta centomila, poi 150 mila, altre volte 120 mila, poi di nuovo 100 mila. Insomma un intollerabile pasticcio fatto passare per democrazia di rete. Forse proprio il disastro imminente dovrebbe suggerire una totale svolta rispetto a questo tipo di strumenti, alla loro incertezza e distanza stellare da una reale politica di confronto di idee. Insomma tutte proposte figlie sia del dilettantismo iniziale, forse necessario in quella fase, ma oggi improponibile, sia dei successivi fallimenti.
L’uscita dal governo sarebbe il giusto choc che potrebbe ancora bilanciare le schifezze sulla Tav e su Ursula, per non parlare del mandato zero. Il problema è che la classe dirigente dei Cinque Stelle e dei loro cosiddetti attivisti, non li considera affatto degli errori catastrofici: abbiamo un corpo elettorale in tumulto e un ceto parlamentare di rappresentanza neo democristiano nella sostanza. Una cosa è certa: il Paese morirà democristiano.
Nota Una dell spie del globalismo alla base del progetto Rousseau – Casaleggio è che le funzioni della piattaforma hanno titoli inglesi, Activism, Call to action che non si capisce bene cosa c’entrino con l’ambiente italiano e i suoi ideal tipi di base, ma l’idea di essere più freschi e rock diventando anglofoni mostra in nuce tutti gli equivoci e la mediocrità culturale che vi si annida.
Il M5S è nato probabilmente per iniziativa di un gruppo di persone legate ai servizi angloamericani, in particolare quelli britannici, da rapporti di collaborazione e di lavoro, allo scopo di creare un contenitore che potesse neutralizzare la rabbia e la protesta popolare e si preparasse a sostituire il moribondo PD, la cui implosione poteva creare un vuoto destabilizzante in un Paese strategicamente fondamentale per via delle basi militari, dei cavi in fibra ottica Telecom, del MUOS di Niscemi e compagnia bella.
Lo stesso Vaffa Day ha ripetuto le tecniche organizzative delle Rivoluzioni Colorate come da manuale CIA e MI6 e questo ci dice già tutto sui grandi manovratori annidati a Wall Street e nella City, oltre che a Langley e nelle altre agenzie federali, che dirigono il “goco grande” imperiale.
Il M5S è servito a formare il governo sovranista con la Lega in sintonia col nuovo esecutivo trumpiano e probabilmente, se tra un anno vinceranno i democratici nelle presidenziali USA, servirà per sostenere un nuovo governo col PD, referente storico della “sinistra” americana dei Clinton e dei Soros in un nuovo riallineamento coloniale.
Questo non significa che il M5S non sia formato da milioni di persone che credono nei suoi ideali o che i suoi dirigenti non siano per la maggior parte in buona fede, ma non vorrei che, chi parla di rifondare il movimento recuperando l’antica purezza, non avesse capito il vero ruolo dei partiti e dei movimenti politici italiani.
L’Italia è ormai soltanto una pista di decollo degli aerei americani, un deposito di ordigni nucleari, un porto di attracco delle portaerei USA, una base per i radar che collegano gli eserciti imperiali disseminati per il mondo impegnati a creare un caos che possa impedire la nascita di pericolosi conorrenti sullo scacchiere geopolitico.
A cosa serve la tanto contestata TAV se non a collegare le infrastrutture tra l’est e l’ovest dell’Europa, in previsione di un eventuale movimento di truppe verso i confini russi?
I nostri politici devono solo garantire che il piccolo tassello italiano non inceppi il grandioso piano strategico dello Stato Profondo americano. Non gli si chiede che questo.
già prima della crisi del 2007-8, i servizi inglesi avevano stilato un rapporto che individuava il crescente impoverimento di ampi strati della popolazione mondiale, ed il pericolo di una radicalizzazione in senso marxista delle popolazioni, soprattutto europee
da molto, gli apparati del capitale, servizi segreti, ma anche intellettuali della borghesia nelle università, o che scrivono sui grandi giornali, reti di blogger sul tipo joni sanchez a cuba etc. monitorano tutti i motivi di possibile scontento per anticipare con delle proteste funzionali al capitale le proteste che altrimenti sarebbero autonome e potenzialmente eversive dell’ordine capitalistico
anche i settori sociali che piu hanno interesse a mantenere l’ordine costituito, danno forza e sostegno a simili risposte filocapitaliste, come si vede nel caso di greta turnberg, non è che gli apparati del capitale lancino movimenti o organizzazioni che senza i servizi non possano esistere, Direi che gli apparati del capitale cercano di svolgere quel ruolo di avanguardia politica che un tempo era esclusivo appannaggio delle organizzazioni di classe ( i primi sindacati, o partiti dei lavoratori non ancora istituzionalizzati, ed anche cose piu recenti etc)
Concordo infatti sul fatto che buona parte della dirigenza 5 stelle è in buona fede nel senso che non capisce il ruolo oggettivo svolto dal proprio movimento, costoro però, di loro sponte, credono e diffondono una ideologia sbagkiata, cioè che la contraddizione capitale lavoro sia una invenzione atta a dividere gli italiani ed ad indebolirli ( discorso di di maio a milano). Così si da carne e sangue ai progetti egemonici degli apparati del capitale, si perpetuano nei decenni gli andazzi e le politiche di sempre, come si vede anche col recente governo , sia con l’inglese dei computer casaleggio che con l’italiano di Salvini
Il problema è che la classe dirigente dei Cinque Stelle e dei loro cosiddetti attivisti, non li considera affatto degli errori catastrofici: abbiamo un corpo elettorale in tumulto e un ceto parlamentare di rappresentanza neo democristiano nella sostanza. Una cosa è certa: il Paese morirà democristiano.
Tranquillo, il tumulto del corpo elettorale sarà riassorbito dal prossimo progetto egemonico del capitale, solo una prospettiva di classe non può essere riassorbita dai progetti egemonici del capitale, ciò che non si vuole capire per interesse o ingenuità
Concordo con quello che dici. Per ragioni di spazio ho semplificato tutta la faccenda mettendo in luce solo il ruolo dei servizi segreti, ma questi sono solo una parte di tutto un complesso sistema che comprende i media che devono nascondere o mettere in rilievo le notizie, i politici nazionali, le fondazioni collegate all’amministrazione americana come ad esempio la NED, al cui interno si trovano la NDI, cioè l’agenzia che ha il compito di organizzare i partiti di “sinistra” delle colonie imperiali come l’Italia e l’IRI che si occupa delle formazioni di “destra”.
Curiosamente i due organismi che gestiscono i partiti di destra o, come si dice oggi, sovranisti come la Lega e quelli di sinistra come il PD, fanno capo ad un vertice unificato come il National Endowment for Democracy creato da Reagan, su ispirazione del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, nel 1983, dopo che il Congresso aveva vietato alla CIA di modificare il corso democratico dei Paesi satelliti con colpi di Stato e trucchi elettorali.
Le ONG di Soros sono collegate all’NDI, mentre Bannon ad esempio all’IRI, ma si tratta di un teatrino in cui tutti sono d’accordo ne rafforzare la politica imperiale americana.
Il NED tra le altre cose comprende un’agenzia che si occupa di gestire i sindacati degli Stati dipendenti da Washington, l’ACILS, e un’altra che si occupa del mondo imprenditoriale e organizza il World Economic Forum di Davos.
Così, tanto per non farsi mancare nulla.
https://www.voltairenet.org/article167215.html
Sul ruolo del M5S all’interno del progetto strategico angloamericano ho trovato un articolo interessante di Federico Dezzani, un blogger che si occupa di geopolitica.
http://federicodezzani.altervista.org/m5s-la-stampella-del-potere/
“Activism, Call to action che non si capisce bene cosa c’entrino con l’ambiente italiano e i suoi ideal tipi di base, ma l’idea di essere più freschi e rock diventando anglofoni mostra in nuce tutti gli equivoci e la mediocrità culturale che vi si annida.”
L’inglese , in “occidente” è il nuovo latinorum… la lingua ( spesso oscura, in sostanza…) del potere.
Activism, Call to action che non si capisce bene cosa c’entrino con l’ambiente italiano e i suoi ideal tipi di base, ma l’idea di essere più freschi e rock diventando anglofoni mostra in nuce tutti gli equivoci e la mediocrità culturale che vi si annida.
Insomma, l’inglese ha il ruolo di acchiappare i gonzi, ma altrettanto chi fa dell’inglese (da tantissimi post ormai) il brand, il numero 666, la cifra di ogni brama di potere e di ogni complotto può sembrare un gonzo, come i primi tende a distoglie lo sguardo dalla struttura economica e di potere che è al fondo, e che ci regala i Renzi prima ed i Di Maio&Salvini dopo. Cade nella stessa trappola, viene in mente il classico occhio sull’orizzonte che vede il naso e non la luna, l’italiano di Mussolini era una garanzia? O forse lo sarebbe parlare il cinese mandarino?