xvm6b3e9f88-e8e7-11e8-8153-2865416f6db8Da quando Tsipras ha calato tutte le braghe, mutande comprese, l’Europa lo ha adottato come il figliol prodigo e non manca di mandargli le lodi più sperticate a lui e al Paese che stanno ammazzando. Da giugno, mese della propagandata, ma inesistente salvezza di Atene è stato tutto un carosello di pacche verbali e fisiche che si sono persino infittite negli ultimi tempi:

“La crisi greca finisce e io sono felice perché è un momento storico” ha detto qualche giorno fa  Moscovici che da uomo si è fatto insetto,  “Tsipras ha salvato il suo paese scommettendo sull’Europa” aveva detto in precedenza res nullius Gentiloni, mentre  la settimana scorsa il redivivo Hollande non si sa bene a che titolo, forse per asseverare la sua fama di traditore, è andato ad Atene a complimentarsi con il leader e ha voluto a tutti i costi farci sapere che egli “è riuscito a raddrizzare la Grecia a riportarla nella zona euro grazie al coraggio del popolo greco che è stato così coraggioso”.

Ora non c’è dubbio che occorra se non coraggio molta sopportazione ad affrontare 13 successive riduzioni delle pensioni, la perdita di oltre mezzo milioni di posti di lavoro, la fuga dal Paese di un milione di giovani, la riduzione in 7 tappe dei salari che ormai navigano sui 400 euro scarsi a fronte di un costo della vita non troppo dissimile dal nostro, 500 mila bambini che soffrono letteralmente la fame, migliaia di suicidi, sanità ormai inesistente e 3 milioni di persone che non sono più in grado di comprare medicine, nel generoso tentativo di dare ulteriori possibilità di speculazione ai cravattari internazionali che,  per supremo sberleffo, chiamano tutto questo salvataggio e ne fanno cantare i benefici gli aedi dell’informazione . Ma adesso anche tutto questo non basta perché il debito pubblico è aumentato dal 140 al 180 per cento del Pil e il prode Tsipras beneficato e rinfrancato  dagli elogi, si appresta a vendere praticamente tutto il  patrimonio archeologico nazionale per fare un po’ di cassa e continuare ad essere il cocchino di Bruxelles. Le Figarò ha fornito un intero, e vergognoso elenco di centinaia di siti, compresi i più celebri che andranno all’asta: si va dal santuario di Eleusi, al palazzo di Cnosso a Creta, dal tumulo funerario di Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, al  sito preistorico di Santorini, dai resti archeologici di Sparta o di Salamina per finire con numerosi musei e le antiche fortezze di Arta, Patras, Trikala e di Corfù, che compare nell’elenco del patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

-Si tratta di una svendita forzosa derivata proprio dal fallimento della sbandierata, ma menzognera salvezza alla quale peraltro solo i cretini potevano credere,  che oltre ad essere frutto della colpa della troika e dell’Europa dei banchieri, della Merkel, della paura, delle ideologizzazioni idiote di un’economia diventa religione per i ciechi, ha un carattere fortemente simbolico: chiunque può rendersi conto che si tratta dai luoghi che sono all’origine di quella che chiamiamo civiltà occidentale e questa svendita forzosa non fa altro che illustrarne l’inarrestabile declino intellettuale e morale. E dire che qualche anno fa ci si accapigliava sui fondamenti comuni  della cultura dell’Europa: adesso vediamo quanto fossero illusorie e fuorvianti quelle discussioni. Eccolo finalmente il fondamento della nostra civiltà persa proprio mentre se ne discuteva: disuguaglianza, povertà, egoismo, noncuranza che si prostrano alla prepotenza del  profitto.  E tutto questo visto come normale, doveroso, necessario, anzi naturale.