Anna Lombroso per il Simplicissimus

Una volta dicevo: basta non votarli. Non era e non è così. Non solo per via dell’amara constatazione che pare non ci sia via virtuosa al potere, non solo perché da molti troppi anni le elezioni non sono libere, bensì condizionate da disparità, da egemonie proprietarie, dall’occupazione militare dei mezzi di comunicazione, non solo perché leggi elettorali fotocopia hanno via via sempre più ridotto il voto a una cerimonia formale di ratifica di scelte compiute al centro e in alto. Ma anche perché succede che perfino rappresentanti originariamente onesti e in buona fede, siano stati corrotti dalle leggi dell’emergenza, dai diktat della necessità e della crisi, dall’illusione che si possa realizzare la crescita e “ambientare” lo sviluppo rinunciando a qualità e quantità delle risorse, alla tutela e alla conservazione di territorio e paesaggio.

Comunque è importante non votare più chi ha tradito, insieme a testimonianza, rappresentanza, patto stretto in anni e anni con lavoratori sfruttati, con donne escluse, con cittadini oltraggiati, anche il buonsenso necessario a garantire condizioni elementari di sopravvivenza equilibrata. Ad esempio il Pd nel quale sono un po’ troppo laicamente confluiti personaggi storici dell’ambientalismo e che con formidabile faccia di tolla approva entusiasticamente gli Sblocca Italia delle grandi opere, trivellazioni in Adriatico, leggi urbanistiche che esaltano rendite e speculazioni, emergenze che premiano la deregulation e i profitti della corruzione, liquidazione e svendita di beni comuni, semplificazioni che smantellano la rete dei controlli e della vigilanza.

E che con la stessa sfrontatezza annulla i sia pur limitati effetti di un provvedimento che dovrebbe punire i crimini ambientali, con un salto, mortale davvero, dall’efferato significato simbolico depenalizzando – con uno di quegli emendamenti impudenti e vergognosi, votato a larghissima e disonorevole maggioranza e a scrutinio segreto da PD, Centro democratico, Nuovo centro destra, Udc, Scelta Civica e Forza Italia – il reato di ricerca petrolifera a mare con le bombe sismiche,  la tecnica dirompente di ispezione dei fondali marini per individuare la presenza di idrocarburi nel sottosuolo.

Petrolieri texani e norvegesi sono tra i più interessati all’operazione, investendo almeno 10 miliardi a compensazione della devastazione del nostro mare e in particolare di quello sardo, proprio in aree a ridosso del Santuario dei Cetacei, molto propagandato come allegoria della buona coscienza ambientale, a fronte di indegna indifferenza, colpevole correità con grandi inquinatori, dissipazione di beni comuni, oltraggio del patrimonio naturalistico e derisione di comitati popolari. Proprio quelli che avevano presentato più di centodieci ricorsi inascoltati, sottoscritti da migliaia di cittadini, mobilitati contro lo scempio.  A conferma che siamo noi a doverci difendere, che la regione Sardegna ha scelto la strada del composto riserbo, ribadendo che la decisione spetta al Ministero competente una volta effettuate le valutazioni di legge.

Peggio dei governi Berlusconi, peggio di Prodi che a suo tempo ne era stato sponsor, nel 2012 era stato il governo Monti attraverso le sue liberalizzazioni selvagge ma a corrente alternata, una lobby si una no,  a consegnare  il territorio nazionale – e il mare attorno – alle multinazionali del petrolio e del gas, autorizzate a effettuare le ricerche che ritengano necessarie e a sfruttare i giacimenti ritrovati per un numero di anni indefinito  salvo poi, una volta esaurito e spompato , rimettere ordinatamente a posto i lotti, aggiudicati tramite gara europea aperta a soggetti “accreditati”. In cambio si raccomandava di indicare «…l’entità e la destinazione delle compensazioni previste per la fase di ricerca e sviluppo», per persuadere enti locali strozzati da vincoli di bilancio e regioni assatanate dell’opportunità liberalmente offerta loro.  Ora il governo Renzi conferma di volersi incaricare di completare il dinamico disegno barbarico in modo che sotto il suo sole non crescano erba né plancton né diritti né bellezza. A suo tempo ne avevamo scritto https://ilsimplicissimus2.com/2015/01/23/devastare-ladriatico-litalia-imita-la-croazia/ e il disappunto è il consenso che genera intorno ai suoi misfatti: pare ormai che solo la rete con il “crowdlobbying” , e la mobilitazione spontanea ci difendano a cominciare   dai No Tav del Piemonte , dai No Muos siciliani che si oppongono all’installazione dei radar della Nato dal 2009, dai  No Triv , in Basilicata, Abbruzzo e Irpinia, ovvero dove ci sono progetti di estrazione o esplorazione dei giacimenti petroliferi o di gas con qualche incursione estera grazie all’alleanza con gli spagnoli che contrastano le trivellazioni a largo delle Canarie. E come i gruppi che a Venezia si battono contro il passaggio delle grandi navi, lo scavo del Canale di Contorta, l’occupazione della città da parte di una cordata incaricata a un tempo di tutte le opere e del risanamento dei loro eventuali, ma sicuri, impatti ambientali.

Bisogna aiutarli, tutti, anche se qualcuno si sente salvo perché vive in un Nord un tempo pingue e ordinato, ma che non è indenne comunque dal sacco del territorio e da un dissesto mortale. Anche se ancora una volta è il Sud più colpito, aree già penalizzate dalla deindustrializzazione, già affette da una disoccupazione che non trova sfogo nemmeno nel precariato. Anche se i nostri rappresentanti  hanno tradito il loro mandato:  solo 6 Regioni su 20 hanno impugnato lo Sblocca Italia, Abruzzo, Campania, Lombardia, Marche, Puglia e Veneto, proprio per ricorrere contro gli articoli  che permettono  di autorizzare una nuova ondata di trivellazioni petrolifere con irrilevanti benefici economici e sociali ed elevati pericoli ambientali per aree di pregio naturalistico e paesaggistico,  sulla  terraferma  e nel mare, violando le competenze amministrative e legislative delle Regioni stabilite dal Titolo V della Costituzione. E se non hanno a suo tempo risposto all’appello di associazioni, cittadini, comuni  due  regioni come la  Sicilia e la Basilicata, che saranno le prime “vittime” delle trivellazioni e delle  regole imposte dal Governo.  La prima che vedrà quasi la metà del suo territorio interessato da interventi di trivellazione, la seconda indifferente alle ricadute non solo le bellezze naturali, ma anche sull’indotto turistico e della pesca.  

Che poi l’intento è sempre quello, sostituire rappresentanze, settore pubblico, amministrazione statale, con autorità affatto terze, perché espressione dello strapotere privato, quello della cupola finanziaria sovranazionale che vuole cancellare sovranità e democrazia,  grazie alla dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza  di opere e interventi che  espropriano noi e le generazioni future.

È vero, era meglio non votarli, ma occorre essere solidali con la Sardegna che vede aggiungersi, grazie all’insana continuità dell’attuale giunta con la famigerata gestione Cappellacci,  a emiri e sceicchi, petrolieri texani, con le loro libere cubature, i loro campi da golf, le loro villone a picco, i loro falansteri del turismo extra lusso, con la loro appropriazione indebita di coste,  paesaggi e perfino del mare non più nostrum.