
Due papi vivi per santificare due papi morti: la pompa della Chiesa che celebra se stessa arriva al suo acmè per cancellare le ombre e i peccati e anzi innalzarli nel regno dei cieli. Già le canonizzazioni e l’invenzione dei santi, come pure quella del Purgatorio, sono strumenti per asserire l’influenza delle sacre gerarchie sull’ aldilà oltre che per lanciare un segnale politico e sociale ai fedeli, figurarsi poi quelle auto referenziali.
E certo la canonizzazione di Papa Wojtyla è stata fortemente voluta dalle gerarchie conservatrici che non solo ne apprezzano il ruolo di padre spirituale del reaganismo, la sua collaborazione, sia pure assai più marginale di quanto non si creda, nella caduta dell’Unione Sovietica, ma anche – e forse soprattutto – l’indefessa opera di chiusura teologica e sociale che ha impedito alla Chiesa di evolversi. Wojtyla fu quello che mise una pietra tombale sui fermenti e le aperture del concilio rifiutando di affrontare i nodi che attendevano il cattolicesimo. E come risvolto della medaglia vediamo la repressione della teologia della liberazione in Sudamerica ( e Bergoglio fu il suo braccio destro in questo), il soffocamento dello scandalo della pedofilia con in più l’appoggio offerto ad alcuni illustri protagonisti come il vescovo di Vienna Groër, la oggettiva complicità nell’assassinio di Monsignor Romero, avvenuto principalmente grazie all’isolamento in cui il Vaticano lo aveva lasciato, la negazione della verità nell’ affaire Marcinkus per non parlare della corrività nei confronti di un farabutto come Marcial Maciel, capo spirituale dei Legionari o Milionari di Cristo, vera e propria sentina di vizi e di violenza.
Trovati con facilità i miracoli per elevare Wojtyla agli altari (non è difficile, ogni giorno ci sono guarigioni spontanee in tutto il mondo, mussulmani, buddisti, scintoisti, induisti, animisti e atei compresi, dovuti a meccanismi ancora sconosciuti e dunque tecnicamente definibili come inspiegabili) si è però manifestata un’ampia ostilità nei confronti di tale canonizzazione, non solo da parte dell’ambiente teologico, ma anche di veri fedeli che produssero un appello contro il processo di beatificazione. E man mano che passa il tempo che la mediaticità di Wojtyla scema, mentre rimangono le opere, le perplessità si rafforzano, riaffiorano cose dimenticate o soffocate.
E di certo l’astuto parroco Bergoglio l’essenza della cui politica è di fare il piacione religioso con tutti per potersi permettere di non far nulla, non gradisce la polemica o il correre dei malumori. Così ecco la grande idea da manuale Cencelli del cielo: canonizzare anche Papa Giovanni che fu il motore del rinnovamento della Chiesa spento proprio da Wojtyla. Così sono tutti contenti, arrivano i pellegrini, l’incenso brucia, la Chiesa può celebrare le sue larghe intese. E’ bastato diminuire il numero dei miracoli da almeno due a uno per arrivare al compromesso. Ed è proprio in giornate come queste che si capisce bene come Lutero potesse considerare Roma la nuova Babilonia.
L’ha ribloggato su takeredpill.
..se la cantano e se la suonano ( anche gigi d’alessio ha qualche milione di fans… n’è n’ miracolo puro isso?); c’è un ritorno, è limpido il loro potere, e è sempre meglio che andare a lavorare.
Il Sig. Casiraghi ritiene, giustamente, che la ragione dovrebbe essere la maestra del pensiero. Le folle oceaniche in P. San Pietro suggeriscono il contrario. A dirigere il pensiero e’ crassa superstizione e il desiderio di credere nella magia e nei miracoli. A chi volesse informarsi e anche divertirsi un po’ sull’argomento delle guarigioni e delle medicine, suggerisco un bel librino pubblicato da Scipioni Editore e scritto da un medico, Clodomiro Mancini, “Medici Inutili, Medicine Insane”
Vorrei fare qualche considerazione per rispondere all’ultimo Anonimo, di cui ovviamente rispetto le convinzioni religiose ma, soprattutto, la speranza che Dio esista e ci possa guarire e, infine, salvare.
Devo però far notare che le guarigioni spontanee non si verificano solo in presenza del papa, altrimenti al mondo ci sarebbe solo una manciata di guarigioni spontanee, quelle appunto verificatesi in presenza di papi o di futuri santi, che sappiamo essere ben pochi, mentre è esperienza comune che milioni di persone ogni anno guariscono spontaneamente senza bisogno dell’intervento di chicchessia, neppure di un banale medico. Se qualcuno ha vissuto abbastanza, si è anche probabilmente reso conto di essere guarito spontaneamente diverse volte nella propria vita, e se questo qualcuno ha capito le teorie evolutive, anziché considerarle opera del diavolo, sa anche che è del tutto logico che si guarisca da soli perché l’organismo si autoripara costantemente, altrimenti l’umanità non sarebbe neppure nata.
Con i passi avanti della genetica saremo presto anche noi in grado di ricreare un arto scomparso come già fa, senza tutta la nostra scienza, la lucertola che si rigenera la coda quando le capita un incidente. I cosiddetti miracoli e la preghiera che li propizia si sono sempre fermati davanti alla frontiera delle frecce che ti trafiggono, dei proiettili che ti crivellano o delle bombe che ti dilaniano. Ricostituire l’integrità del corpo dopo un attentato, quello sì sarebbe un vero miracolo ma né il papa né i santi ci provano. Perché? Non è una dimostrazione di poca fede nella forza dei miracoli e della preghiera?
A parte questo, quante volte sono gli stessi medici a dire di una persona che la scienza ha condannato a morte certa “è un miracolo ma si è salvato”, però in quel caso il miracolo non ha necessariamente un autore o un futuro santo che ha pregato per noi. E, da questo punto di vista, anche gli atei vengono “miracolati” e non solo i credenti, quindi il miracolo non ha bisogno di un autore umano o divino, succede per conto proprio e, dunque, fa parte della vita naturale e non di quella soprannaturale. Miracolo, tra l’altro, significa etimologicamente “cosa di cui ci meravigliamo”, è quindi, principalmente, un effetto psicologico che subentra per la sorpresa e la gioia di vedere che una nostra aspettativa pessimistica è stata smentita dai fatti e la vita ha trionfato sulla morte.
Un altro aspetto da considerare, in omaggio direi alla logica, è che posto pure che vi sia stata la presenza del papa e la preghiera del papa, chi può dimostrare che sussista una relazione di causa-effetto fra preghiera da un lato e guarigione dall’altro? Dal punto di vista della scienza, infatti, la preghiera non è nota per essere una medicina, e tanto meno una panacea, altrimenti nessuno si ammalerebbe o morirebbe mai, e non avremmo più bisogno né di dottori né di costosi farmaci. Come facciamo quindi a dimostrare che senza il papa e senza quella preghiera la persona non sarebbe guarita ugualmente? Vogliamo davvero persistere nella logica che se un desiderio e l’evento desiderato si producono più o meno contestualmente allora uno è causato dall’altro? Ossia che se io prego perché il sole tramonti, il tramonto sarà stato opera mia?
Ci sarebbero altri elementi da considerare, tanti. Ma mi limito ad un aspetto di stretta osservanza teologica: se anche credessimo ai miracoli come opera di entità soprannaturali, chi ci dice che essi siano opera dei papi e non del demonio? Si fa presto a dire Dio ma i cattolici tendono a dimenticarsi che sono tenuti a credere a tutta una serie di spiriti che godono praticamente degli stessi poteri taumaturgici di Dio, Lucifero in primis. Anzi, attribuire a dei semplici umani (i papi e i santi) il potere che spetta solo agli spiriti potrebbe essere ritenuto addirittura offensivo o, al limite, eretico.
Bel post, mi piace! 🙂
Caro simplicissimus, forse e’ vero che ci sono fenomeni di guarigione spontanea non spiegabili (suggerisco, come una delle spiegazioni, la preghiera, ma non pretendo che venga presa in considerazione in questo ambiente di alto livello intellettuale), ma che una guarigione spontanea, fatto raro, possa avvenire in presenza di una persona specifica come un Papa, non mi sembra qualcosa di “facile”. Matematicamente, bisogna moltiplicare una probabilita di uno su quello che vuoi tu (uno su diecimila? uno su mille?) per un’altra di uno su sette miliardi (gli abitanti della terra). I calcoli fatteli da solo.
Sembra paradossale dire qualcosa di positivo sulla Germania Orientale d’antan. Ma il commento del Sig. Poli lo rende, direi, indispensabile. Chi scrive ha partecipato due volte alla fiera di Lipsia. La prima volta arrivando direttamente a Lipsia, con visto su passaporto. Passaggio praticamente immediato dopo la verifica del visa. La seconda volta con passaggio da Berlino Ovest a Berlino Est. E’ vero – l’atmosfera era jamesbondistica, anche perchè, per arrivare al confine si doveva camminare negli scuri androni sotterranei della metropolitana. Ma anche lì, una volta verificato il visto e risposto alla domanda su dove andavo, non ho avuto la minima difficoltà. Da turista, sono andato dove volevo. La Lipsia di quei tempi sapeva di Europa Orientale, ma era pulita, c’erano ristoranti piu’ che decenti. Non si sentiva la pressione del lusso, anche se si respirava un certo teutonico senso del pesante, che e’ questione di carattere e non di ideologia. E’ facile prendere qualunque esempio e trarne qualunque conclusione. Ma se il Sig. Poli arrivasse negli USA con un visto che anche per minuzie avesse qualche punto interrogativo, verrebbe smistato in un androne aeroportuale in attesa di verifiche, autorità, interrogatori vari etc. Roba da ore e mezzae giornate.
Contrariamente a quanto sbandierato dalla pubblicità, i cittadini dell’Europa Orientale potevano emigrare all’Ovest, previo ottenimento di un permesso. Un mio collaboratore si innamorò di una tedesca. La quale pote’ emigrare, non immediatamente ma dopo aver riempito diverse pratiche, durate qualche mese, e pagato un tributo non esoso quale compenso per l’educazione ricevuta gratuitamente dallo stato.
Va ricordato che la stessa super-democratica Merkel ottenne istruzione gratuita nella DDR e, almeno a vederla, sia da giovane che in mezza età, non sembra abbia sofferto alcun svantaggio per essere nata e cresciuta nell’Europa Orientale.
….solo per mettere qualche puntino sui proverbiali “i”.
http://www.yourdailyshakespeare.com
Forse è passato poco tempo e non vi ricordate il muro di Berlino è stato pubblicato da tutti i giornali che pasando la frontiera per Berlino est, ti sembrava di trovarti sul set di un fil di JamesBond.
Tra tende e controtende, anche se autorizzati a passare solo dopo ore di pressanti e minuziosi controlli incrociati. Aldilà della frontiera, tutto era diverso: pochissime auto per lo più Trabant, e traffico cloroformizzato.
Ma l’episodio che più ti dischiuse uno spiraglio sulla realtà della mentalita di qulla dottrina stalinista. Ma ci accadde all’aeroporto di Berlino est al bar ordini caffe o bibite e non arriva un bel niente. I beristi erano indaffaratissimi. Tu vedevi questi a prendere delle arance dal mucchio e le spostavano da destra a sinistra e poi le riportavano nel mucchio. E lostesso facevano i loro colleghi con altri oggetti. Questo è dunque il risultato non volglio aggiunhere altro! Avoi che siete intelletuali, ma non site capaci di farvi una sedia da mettervi sotto i culo. Come quel ricco che regalò un cesto di spazzatura al clochard, lui lo prese e lavo’per bene il cesto, lo riempi di fiori lo riportò al ricco, vedendo questo il ricco disse al clochard, ma come ti ho dato spazzatura e tu mi porti dei fiori bellissimi. Ognuno da quello che ha nel cuore.
Non so se da sempre, ma credo che almeno gli ultimi tre papi siano stati eletti da un Grande Elettore che stava ben fuori dal conclave e che si è reso conto di poter infiltrare perfino l’antica e venerabile sede di Pietro con relativa facilità. L’elezione del papa polacco si inquadrava in un disegno di disgregazione dell’unica realtà politica che ancora contraddiceva in Europa gli ideali capitalisti, l’Unione Sovietica, mentre a noi popolo veniva venduta l’idea entusiasmante (ma chissà perché!) che un papa non italiano, dopo tanti secoli, tornasse a presiedere il cattolicesimo. Avremmo dovuto tifare italiano e rompere il prepotente disegno strategico americano, rifutare di riconoscere papa Wojtyła e riempire San Pietro di una folla che anziché inneggiare al neoeletto innalzasse cartelli di protesta per l’avvenuto golpe. Sono solo sogni ex post, ovviamente, perché allora né a me né alla maggior parte degli altri europei poteva passare per la mente che quasi tutto quello che succede in politica, anche e soprattutto quando sembra innocente e spontaneo, non avviene a caso ma è una mossa sullo scacchiere geopolitico, un germe ben nascosto di futuri sviluppi, impreveduti ai più, ma ben calcolati e temporizzati da chi controlla il timone.
Anche il nuovo pontefice non si sottrae allo stesso sospetto, solo che ormai non si può più parlare di golpe ma di normalità accettata pacificamente dal popolo dormiente dei cattolici. Basterebbe quella stupenda foto, diffusa recentemente, che ritrae papa Francesco e Obama entrambi sorridenti e festosi come se si trattasse di due ex-compagni di scuola che si ritrovano dopo molti anni e scherzano assieme. C’è troppa gioia, troppo cameratismo in due persone che dovrebbero rappresentare due mondi completamente antitetici, il bene e il male, o, quanto meno, le ragioni della Realpolitik contrapposte alle ragioni dell’Amore evangelico. Che non dovrebbe mai essere amore per il potere.
Grazie Semplicissimus. Abituato a leggere le omelie sui quotidiani corrivi e laici (!), pensavo che non si levasse nemmeno una voce contro la volgare manipolazione delle non-pensanti masse.
Ritengo che la collaborazione di Woityla per la caduta dell’Unione Sovietica non sia stata marginale, specialmente con l’aizzare delle forze retrive della Polonia.
Piu’ incredibile fu il tollerare Marcial Maciel, roba da serial dell’orrore, pedofilo, stupratore, incestuoso, come ampiamente documentato. Per non parlare della connivenza retriva con i crimini dell’imperialismo, senza dire parola.
Le masse oceaniche che riempiono Piazza San Pietro dimostrano che l’era dell’idolatria e’ tutt’altro che finita. E con orpello, specchietti e “miracoli” si potrebbe persino convincere la massa che la terra e’ piatta.
Del resto, sia pure agnostico devoto da quando aveva vent’anni, il sottoscritto ricorda ancora le idee formatesi al liceo. Allora riteneva che il cattolicesimo fosse migliore del protestantesimo, perchè i protestanti non avevano miracoli, come per esempio il sangue di San Gennaro a Napoli….
Forale della mavola, roba da matti.
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