Finalmente è deciso: l’ex cavaliere assisterà gli anziani, ovvero i suoi coetanei, in una struttura sociale attorno a Milano L’evasione fiscale che alla fine gli è costata la condanna si risolverà in una mezza giornata di chiacchiere e spasso a settimana, per un periodo di 10 mesi: la giustizia è cieca e mi sa che dovrebbe essere assistita anche lei. Ma lasciamo perdere il tintinnar di manette che sono implacabili con i poveracci, lasciamo perdere i pestaggi di donne e di senza casa, non è tanto la risibilità della pena ciò che può scandalizzare in questo Paese di oligarchia rampante, ma il fatto che il suddetto Berlusconi Silvio, pregiudicato, ieri sia stato per due ore a Palazzo Chigi a decidere del futuro politico di questo Paese, di legge elettorale e di Senato.
La catena del ricatto che vede gli italiani come ostaggi si compone così: Berlusconi che ricatta Renzi dicendogli o salvate me, la mia roba, i miei figli, oppure non vi faccio passare la legge elettorale, anche se sono stato io a imporla e Renzi che ricatta il Parlamento, o questa legge o cade il governo, ossia detto in politichese, perdete la cadrega e tutto ciò che ad essa è legata.
E’ un mirabile esempio di quella governabilità all’italiana dove gente come Berlusconi e Renzi riescono a fare parte di un piccolo universo di vlasti nel quale nessuno è utile e tutti sono indispensabili. Eccolo dunque il vero servizio sociale al quale tutti noi siamo condannati, non per una mezza giornata a settimana ma tutti i santi giorni nel continuo salmodiare dei media che agitano il turibolo essendo essi stessi parte integrante dell’establishment. I più fortunati saranno i vecchietti del centro sociale prescelto: almeno dovranno sopportare il coetaneo plastificato soltanto per poco tempo e magari pure si divertiranno perché l’arrivo dell’ex cavaliere sarà un diversivo. Saremo noi purtroppo a dover sopportare i suoi servizi e quelle dei suoi giovani rampolli politici.
Viene da dire, “Credo quia absurdum est”, frase attribuita a Tertulliano, il quale la applicava ai dogmi del cristianesimo. Chi qui commenta si ricorda quando il lupus in fabula si riferiva a Montanelli come “un mio impiegato”. Il resto segue con lineare e logica continuità. Del resto, piu’ che “lupus” e’ un Toto’ senza arguzia, un avaro senza Moliere e un miles gloriosus senza Plauto. Che sia stato “piu’ volte nella polvere e piu’ volte sull’altar” e che abbia tanti ammiratori, la dice piu’ lunga del lungo trattato di Gustave Le Bon sulla psicologia delle masse.
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eh…