Qualcuno pensa che le recenti dichiarazioni di Monti, l’indispensabile, il quale “non garantisce sul futuro” se non c’è lui, siano da interpretare come primo passo verso una candidatura e rientrino nella categoria delle tattiche politiche, ancorché seguite con goffaggine e malgusto. C’è invece in queste parole una patologica e preoccupante indisponibilità ad ammettere gli errori commessi, a vedersi come infallibili, un germe di autismo passato attraverso il “complesso del nipote” se così vogliamo chiamarlo e rafforzato dalla pratica accademica. In pochi altri Paesi del mondo sarebbe tollerata e benignamente perdonata l’autoesaltazione di un premier che in un anno ha ottenuto un calo del Pil del 2,4% (ma più probabilmente 3%) un -1,2% della produzione industriale, la caduta dei consumi del 2,10%, dei salari nominali dello 0,10% (ma in termini reali molto di più, ovviamente), un aumento della disoccupazione dell’ 1,50% e contemporaneamente un aumento straordinario del del debito pubblico che ormai batte tutti i record e si attesta sul 126% del Pil.
Questo senza parlare dei pasticci combinati dalla Fornero, dei vaniloqui di Passera, della sostanza di una scandalosa legge cosiddetta anti-corruzione e dall’inesistenza morale e intellettuale degli altri ministri. Senza accennare al prossimo anno in cui matureranno i frutti avvelenati di questo sapiente affossamento del Paese e dei trattati europei trattati senza nemmeno discutere. Le autopromozioni e le autoesaltazioni di fronte a questo quadro hanno un che di oscuro e di infantile, ma possono essere concepite solo nel quadro di una patologia generale della Repubblica e di un disfacimento delle sue classi dirigenti.
Non ci vuole molto a capirlo quando un presidente della Repubblica non fa mancare ogni giorno il suo appello a creare una legge elettorale che sterilizzi la volontà popolare e la renda quanto più inefficace possibile, come se la democrazia gli pesasse e volesse tornare ai bei tempi dell’Ungheria. Né il male oscuro può passare inosservato quando risulta impossibile strappare a qualsiasi forza politica un programma che non sia un coacervo di frasi fatte, quando ci si accorge della volontà a stento trattenuta di uccidere la libera informazione, quando si apprende che l’ex premier, il mai dimenticato Berlusconi, è ricattato dalla peggiore feccia come se fosse il capo di una banda di spacciatori e quando si vede il penoso spettacolo di mezze figure, riciclati, nullità e sindacalisti gialli che scala il Montezemolo per dare un partito a Monti. Tutte persone senz’arte né parte alla ricerca di un posto al sole dopo essere stati al servizio esplicito o implicito del Cavaliere: se la seconda Repubblica nacque con gli scarti della prima , opportunamente mascherati dalla famosa calza, la terza si avvia a nascere con gli scarti della seconda.
Paradossalmente però proprio questo fa gioco a Monti, non tanto sul piano interno, dove la classe dirigente si rifugia dall’insidia della ragione rifugiandosi dentro i bunker dei media, ma all’estero dove non vedono in questo miserabile insieme, qualcuno che possa sostituire il premier né per fare qualcosa di valido, né, soprattutto per dimostrare maggiore solerzia nell’ubbidire ai diktat della finanza, via Merkel – Bruxelles. Eppure ci sono ancora milioni di persone, che indottrinate ogni giorno da sora nostra morte televisione, non hanno afferrato che il prestigio del professore deriva proprio dalla disponibilità ad affossare il Paese per non dare dispiaceri alle banche e al sistema finanziario. Il giorno che dovesse fare resistenza – cosa che purtroppo non accadrà – diventerebbe immediatamente inaffidabile. Anzi uno con comportamenti patologici. Perché in realtà in questo nido del cuculo i veri pazzi sono i medici.
La nascita della terza repubblica! Ci sarà mai? Se dovessimo tener conto di quello che sta succedendo, di una società politica ormai dissoltasi, e di una finanza sempre più aggressiva che tende a cancellare l’idea di Stato sovrano, la risposta sarebbe semplice.:No. La finanza sempre di più simile a un sovrano sciolto dalle leggi civili, che esso stesso ha il potere di creare, sta completando il proprio disegno dissolvendo i confini nazionali violando i diritti fondamentali di uomini e donne espulsi in massa dal processo produttivo. Per far funzionare il meccanismo c’è bisogno di
pupari in grado di determinare nuove forme di istituzioni nella società civile e Monti rappresenta l’uomo chiave per traghettare l’Italia verso il nuovo mondo della finanza, grazie anche a un Presidente della Repubblica che ne sostiene l’azione dimenticando cosa sia la Costituzione. C’è in atto uno scontro senza precedenti tra poteri forti. In mezzo come al solito la gente sempre più vessata e subalterna a governanti che abusano del loro potere che vogliono conservare la propria autorità. Tutti coloro che a tutti costi vogliono conservare l’egemonia Montiana in vista di prossime elezioni si stanno adoperando nel formare un partito del Presidente Monti che dovrà essere legittimato dal basso. Per farlo si stanno mettendo in campo strategie di ogni sorta e leggi inventate per reprimere l’iniziativa sociale. La legge elettorale che da tanto si attende la si sta studiando per non sbagliare e colpire il bersaglio. Intanto è tutto un fiorire di movimenti che con la scusa della società civile stanno creando uno Stato d’anarchia. In fondo per arrivare al proprio scopo, bisogna far scendere in campo quanto più gente possibile, dimodochè alla fine i movimenti si annulleranno da soli e a trarne beneficio sarà l’uomo della finanza e delle banche che ormai sta affermando a livello globale la propria supremazia . Finanza che con uno status di leggi la tutelano e ne riconoscono la sua sacra inviolabilità attraverso norme e principi, creati ad hoc E la società? Non serve. O meglio ha la stessa funzione dei poveri necessari alla chiesa e ai ricchi.