La prima rivoluzione da fare è tornare alle parole. Proprio le vecchie care parole per cui si poteva dire vino al vino e ladro al ladro. Il berlusconismo e la classe dirigente italiana hanno vissuto anche di questo negli ultimi vent’anni: di un saccheggio semantico per nascondere o attenuare quello di denaro e privilegi. Servendosi dell’inglese o di variazioni, attenuazioni, traslazioni di significato si è tentato di modificare la percezione della realtà. I grassatori sono diventati “furbetti”, i consiglieri di potenti banche e agenzie di rating sono divenuti “advisor” che per la maggior parte delle persone non significa niente, il macellaio all’angolo si è trasformato in un imprenditore, il ragioniere della ditta artigiana in manager. E così via, gli esempi potrebbero essere centinaia : una neolingua inventata non per descrivere meglio la realtà, ma per nasconderla e condizionarla.
Essa ha anche stravolto i significati della politica e oggi permette a personaggi ambigui e opachi come la Polverini, candidata ed eletta proprio per queste qualità, di sostenere di essere “vittima del sistema”. E addirittura di presentarsi come moralizzatrice di un ambiente dove tutti rubavano a sua insaputa. Se la Polverini fosse chiamata, profittatrice e ladra, avrebbe ben poche probabilità di rimanere nella plancia di comando dove si distribuiscono i soldi. E Berlusconi non potrebbe nemmeno pensare di ricandidarla, volando come un moscone stercorario sui resti di ciò che ha fatto del Paese e sui suoi prodotti politici.
Ma soprattutto se fosse chiamata profittatrice e ladra, visto che Fiorito o non Fiorito era lei che firmava il conto della spesa, i suoi potenziali elettori prima di apporre la croce sopra quel viso arrogante e vacuo insieme, dovrebbero farsi un esamino di coscienza e riconoscersi negli istinti di questa signora (si fa per dire). Gli esempi di cafoneria umana e istituzionale come le elicotterate e gli arrivi in spiaggia si sprecano, l’inesistenza di qualsivoglia concezione politica, se non fumose e miserande ideopatie, la sua stessa storia a capo di un sindacatino gonfiato nei numeri, ma in grado di permetterle l’acquisizione di un patrimonio immobiliare di un milione e mezzo, non potevano lasciare dubbi su come avrebbe potuto essere la sua gestione: nient’altro che quella di un capo clan che distribuisce pani e pesci.
Certo giuridicamente non si può dire che la Polverini sia una profittatrice e una ladra oltre che una nullità politica, è solo un’ipotesi linguistica. Ma di una buona lingua, finalmente ritrovata, con la quale forse si potrebbe di nuovo tornare a fare politica, quella vera.
non ci resta che stringere le chiappe : DIVERSAMENTE UN PO’ PER UNO IN SELLA ALL’ASINO ( tradotto ) ora prendiamoci il loro lato B.
ma non era la brava ragazza della porta accanto?
veramente il fatto quotidiano qualche scheletrino da immobiliarista truffaldina glielo anveva trovato.. poca cosa..quasi da invertebrata, anche se a Furbigli ieri sera ha detto che a lei non l’ammazza nessuno….altro che vergogna …altro che timidezza quasi come da floris un martedì sì e uno no!…
In un certo senso è divertente: tutti questi figuri si spacciano per salvatori (nell’ordine) della Patria, la Morale e il Conto in Banca, poi quando vengono beccati con le mani nel sacco improvvisamente rivelano di essere dei frollocconi con la candela al naso, talmente ingenui e sonnolenti da autorizzare ruberie a propria insaputa o di abitare appartamenti con vista Colosseo senza accorgersene. O di spacciarsi per campioni della moralità e della pulizia dimenticandosi di aver presenziato a quel noto festino con troie in costume e bella gioventù pidiellina in maschere da maiali, quanto mai appropriate, tutto pagato dai contribuenti. Questi sì, a loro insaputa.
La Polverini non si dimetterà, non lo farà mai e poi mai senza avere un paracadute, un posto sicuro in lista o una nomina al parlamento europeo. Il DNA della Polverini e della sua degna banda di affamatissimi parvenu non prevede che la festa finisca.
La polverini, da sindacalista, predicava bene con quel sorriso impresso sul volto a mò di maschera.
Oggi fa finta di essere arrabiata (altra maschera) facendo finta di non conoscere i suoi polli.
Perchè non si dimette ila furba/o mascolone/a?
Perchè è ladro/a ecc. ecc.anche lei/lui.
E poi nulla da invidiare al suo predecessore marrazzo viste le sue tendenze.
Noi parliamo , parliamo e parliamo ….ma la sostanza è che li lasciamo sempre fare
non era lei cheaveva fatto un “impiccio” con le case di proprietà per non pagare la tassazione per intero della seconda casa,
Mi sa che il Berlusca dovrà portarsela ad Hardcore anche se è un cesso.
Coraggio cameratessa, tubino o camicia sempre nero è!