Marchionne cade dalle nuvole e si addolora. Secondo quanto sostiene la Stampa che alcuni maligni dicono essere un giornale vicino alla Fiat, pardon alla Chrysler, l’amministratore delegato sarebbe stato colto di sorpresa dalle polemiche che ha suscitato la sepoltura ufficiale del piano “Fabbrica Italia”. Altro che faccia di bronzo, si direbbe: qui siamo all’acciaio temperato. E invece temo che il manager col maglioncino abbia ragione e la faccia metallica ce l’abbiano quelli che oggi strillano contro e la Fiat o quelli che chiedono incontri: Marchionne mai e poi mai avrebbe potuto pensare che il milieu politico, sindacale e governativo italiano, avesse effettivamente creduto che la Fiat fosse in procinto di investire 20 miliardi in Italia per raddoppiare la produzione di auto. A lui pareva chiaro che si trattava di uno specchietto per le allodole creato perché governo, rappresentanti dei lavoratori e opposizioni politiche dessero il via libera all’operazione Pomigliano, cioè in sostanza alla messa in mora di decenni di lotte del lavoro.
Quando presentò la mezza cartellina con il mirabolante progetto, la Fiat aveva già sottoscritto gli accordi per la fabbrica in Serbia e aveva intenzione di siglarne altri in Russia e in Cina, doveva racimolare almeno 8 miliardi per ripagare in fretta i prestiti di Usa e Canada alla Chrysler e altri miliardi per arrivare alla maggioranza di almeno il 51% nell’azienda americana: soldi reperiti nel mercato e che dovranno essere restituiti. Tutto questo nel bel mezzo di un declino strutturale del mercato automobilistico europeo, di cui una Fiat con casse e cassetti vuoti, non poteva che fare la parte del fanalino di coda. Naturale che Marchionne tutto poteva aspettarsi salvo che qualcuno ci credesse davvero a “Fabbrica Italia” o nel miracolo dovuto alla riduzione dei tempi di pisciaggio.
Invece poveretto scopre di essere stato circondato da allodole che oggi gracchiano come corvi e fanno finta a loro volta di cadere dalle nuvole. Se però tutto questo facesse parte di una Olimpiade della disonestà, Marchionne arriverebbe ultimo: lui ha sparato solo una balla grande come una casa, gli altri da Ichino a Bonanni, passando per Angeletti , i “responsabili” chierici del centro sinistra, i tenutari di bordelli berlusconiani e i raffinati analisti dei grandi giornali, hanno mentito quando hanno fatto finta di crederci e mentono ora quando recitano la commedia della buona fede. L’alternativa è poco allentante: andare dal notaio e dichiararsi ufficialmente una congrega di cretini.
Invece assisteremo a una nuova commediola, con le solite bugie carrozzate Fiat e una rinnovata finzione. Capirete tra Passera, Fornero e Monti, siamo in una botte di ferro.
Scusate, ma siamo diventati tutti cretini? Ma davvero ci crediamo, ancora, all’industria dell’auto? Non ci posso creder! L’auto ha affossato la serenita’ di uomini e donne. Ha eliminato il contatto tra esseri umani.
Ha distrutto le Ferrovie dello Stato. La Fiat ha asservito tutti i governi e le opposizioni.
Dalema, dove sei? Non provi un po di vergoga di essere stato il primo Primo Ministro Comunista(?) ad aver accordato gli incentivi alla Fiat, dimenticando Valletta, Romiti e tanti altri negrieri moderni?
La ferrovia che negli anni dal 70 al 1993 era il fiore all’occhiello dell’Italia se la sono mangiata i boiardi di stato, d’accordo con la maggioranza dei sindacati, cosi’ come poste, telecom ecc.
Oggi i grandi ladri di stato si sono messi d’accordo a spendere 22 miliardi di euro per l’alta velocità in Val Susa. Dimenticando che i Pendolini viaggiano a rischio su molte linee importanti della rete perché non spendono piu un euro per ammodernarle.
Abbiamo linee nuove, vedi la linea metropolitana di superficie, La Melito P.S. Rosarno a Reggio cal. che é deserta. Viaggiano pochissimi treni e sono i piu vecchi del parco vetture. Spesso vengono soppressi senza preavviso, lasciando a terra viaggiatori inermi e rassegnati senza che la Regione calabria, il Comune di Reggio Cal e la Provincia, (speriamo agli ultimi scampoli di vita)muovano un dito, presi come sono nello spolpare le casse pubbliche (vedi CASO FALLARA).
Mi domando: ma chi ha svenduto le ferrovie a queste sanguisughe, incapaci quando non ladri? Ma non si vergognano ad apparire in pubblico dopo lo scempio che hanno fatto? Ma il privato non dovevea funzionare meglio? Bugiardi e venduti per un avanzamento di carriera. Tutti promossi i sindacalisti ferrovieri. Vedi Moretto. Adda firnì a nuttata!
Ho fatto una terribile litigata ieri sera in una chat con un vecchio coglione che sosteneva che la colpa della crisi Fiat è tutta dei tedeschi che costringono gli italiani a comprare le Mercedes. Se in Italia la gente ha il cervello frollato in sto modo, sono davvero cavoli amari…
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Siamo sicuramente in una botte di ferro con questo campionario che ci “governa!. Figurati poi se si aggiunge che questo governo è puntellato da Bersani ed il suo partito (nel senso di…andato, insieme al coglione di Renzi del “Io appoggio Marchionne !) e di quello che era al governo quando quella balla veniva bevuta dai sedicenti oppositori politici e dai “sindacati” gialli che non hanno mai rappresentato i lavoratori ma i padroni!