“E’ solo un guasto al generatore” ripetevano gli altoparlanti mentre la nave imbarcava acqua e si accasciava sul fondo. La metafora della Costa Concordia è stata così usata e abusata per l’Italia che è venuta a noia: tuttavia ogni giorno qualche nuovo elemento si aggiunge a confermarla. Perché proprio in questi giorni gli altoparlanti, ossia i media, diffondono la voce del comandante il quale ci ripete che c’è da tribolare un po’, ma che la situazione verrà presto risolta.
Già il comandante così vanesio da non rinunciare alla sua opera di seduzione anche in quei momenti drammatici, che si attacca al telefono con la compagnia di navigazione per sapere cosa deve fare, cosa deve dire, come aggiustare la cosa lungo una catena di comando che passo arriva alla Carnival. Così come certi comandanti scopertisi così vanesi da essere sempre in televisione, che non rinunciano alla seduzione delle teorie, i capitani attaccati al telefono per avere indicazioni da coloro che possono.
E intanto mentre i passeggeri si aspettano che il guasto ai generatori venga riparato, non sanno che in gran segreto il Tesoro paga oltre 2 miliardi e mezzo a Morgan Stanley o che nel gran cianciare di articoli 18, si fa morire per ordine di Intesa e per mano di Equitalia, un piccolo gioiello della produzione italiana, quella Mectex che aveva inventato il tessuto che ha rivoluzionato il nuoto. Ma soprattutto comandante e altoparlanti non dicono che la nave è finita sugli scogli.
Non ci si dice che l’ultimo vertice europeo, quello in cui è stato stabilito il patto fiscale, è stata una catastrofica sconfitta per Monti e per l’Italia. La Merkel è riuscita ad imporre la sua dottrina dell’austerità con conseguenze devastanti: a parte la recessione del 2,2% nel 2012 già previsto dall’Fmi, aderendo al diktat di Angela ci siamo impegnati a rimborsare un ventesimo del debito l’anno, vale a dire la bellezza di 95 miliardi. E dal momento che il 50% del debito è verso soggetti esteri questo vuol dire che quasi 50 miliardi saranno sottratti al Paese. Questo in un periodo in cui l’erario incasserà per via della recessione parecchi miliardi in meno, 35 se teniamo per buone le stime del fondo monetario. Un disastro completo di cui i cittadini sono ignari, ma di cui pagheranno le conseguenze.
Tutto questo in una totale atonia del Parlamento dove esiste un non partito come il Pdl che tuttavia è un soggetto politico con un programma preciso: salvare Berlusconi, aiutare il massacro sociale che il Cavaliere non aveva il coraggio di fare, distruggere la magistratura. Ma dove esiste anche un partito come il Pd che tuttavia non è più un soggetto politico, annegato dentro la necessità.
Quando Monti venne chiamato a Palazzo Chigi, feci un piccolo video in cui paragonavo il professore a Badoglio, imbarcato a salvaguardare non l’Italia, ma la dinastia e la classe dirigente che aveva provocato la guerra e la sconfitta. Cosa non tanto diversa da ciò che accade oggi se sostituiamo le varie caste a Casa Savoia. Ma gli altoparlanti dei media che ci nascondono cosa davvero sta succedendo, in quale gioco ci stiamo cacciati, mi fanno propendere oggi più per un paragone con Schettino: narciso a sorpresa e fellone con i forti, nemmeno in grado di dire la verità ai suoi passeggeri.
La stampa? Perchè, la stampa italiana ha ancora qualche attendibilità? Siamo tornati ai tempi dei cinegiornali dell’istituto Luce, quelli che raccontavano delle trionfali avanzate dell’italica armata in terra di Russia con i russi alle porte di Berlino.
Noi italiani beviamo qualsiasi stupidaggine venga raccontata a reti unificate: così un Napolitano che tiene il sacco ai quisling del FMI diventa magicamente “coraggioso”, un ladro che viene colto sul fatto e restituisce solo una piccola parte del bottino “dimostra senso dello Stato”, e un ambulante algerino diventa “una cellula terroristica affiliata ad Al Qaeda”.
C’è solo da sperare che il governo Monti finisca allo stesso modo di Fernando de la Rua – il presidente argentino imposto dall’FMI che fuggì precipitosamente in elicottero.
E Napolitano? Era quello che la stampa elogiava perchè stava dicendo tutte le verità che Berlusconi nascondeva ostentando come in uno spot pubblicitario della Barilla che la famiglia Italia stava bene.
Napolitano non mi sembra così coraggioso come la stampa e gli intellettuali ce lo hanno decantato nel trapasso Berlusconi-Monti.
E ora non è così ingenuo da non capire chi c’è al governo.
Ha qualche parentela con la compagnia Costa?
fa piacere ogni tanto leggere qualcosa di condivisibile!
Qui sopra c’è Anonimo nel commento,non è Anonimo è mio,cioè Stella Alfredo.
Condivido questa tua analisi,io in un primo momento avevo creduto che Monti fosse stato scelto da tutto l’arco costituzionale Napolitano compreso,x salvare l’Italia dalla catastrofe berlusconiana,invece mi accorgo che è stato scelto x salvare in primis la casta berlusconiano ed un poco l’Italia,in modo di non farci fare la fine della Grecia,vedi Art.18,legge sulle toghe(se sbagliano devono pagare,giusto,quando la cosa è lapalissiana),xò questa legge è x salvare Berl.ni,x il buonismo,io direi che è stata + la volonta di farci credere che tutto andava bene x poter fare il bello e trarre benefici economici tramite le sue reti TV.Continua il massacro politico ed economico,tutto a beneficio di Berlusconi,che non si è tolto dalla politica(màh!) si è solo smarcato x non fare brutta figura (con i suoi accoliti) e poter riprendersi poi la leadership,anche se non come 1°ministro.
Mah…sentendo parlare Monti mi sembra che non conosca la storia d’Italia degli ultimi decenni, che viva al di fuori della vita reale e della storia quando per risollevarsi dalla sua idea di monotonia ne esprime un’altra ancora più surreale: l’economia italiana è arrivata a questo punto grazie al troppo buon cuore dei governi passati. Ma i bocconiani probabilmente sono così: non capiscono e al massimo sono paternalisti.