Lo so che molte persone non sono d’accordo, che hanno una gran voglia di credere alle sceneggiate di Cortina per dimenticare l’iniquità della manovra. Che pendono dalle labbra di un nuovo rigore tutto mediatico sparso dal governo e dai grand commis dello stato che vendono in pericolo i loro pingui stipendi da mezzo milione e passa l’anno. Monti, Passera e persino Befera cercano di confondere le carte in tavola e di scambiare per lotta all’evasione quella che invece è molto spesso l’arroganza dello stato verso i deboli.
La difesa di un organismo come Equitalia, allo stesso tempo avido di risorse da incamerare per la propria esistenza, inefficiente e brutale è del tutto improponibile e anzi fa parte di una sceneggiata scritta dalla stessa autorevole ipocrisia che vediamo all’opera. Soprattutto non è uno strumento contro l’evasione, ma semmai un sistema per spremere chi è in difficoltà, lasciando in santa pace che accumula sottobanco o attraverso le scatole cinesi societarie o gli acquisti all’estero o i conti neri. Del resto è la realtà stessa ad incaricarsi di smentire il rivoltante “neo eticismo” di Befera: come mai pur con il supporto di Equitalia l’evasione in Italia è sette volte più alta che in Francia e Germania e tende ad aumentare piuttosto che a diminuire?
E’ evidente che il sistema delle riscossioni in Italia ha conservato durante 150 anni caratteri borbonici che si riconoscono molto facilmente negli interessi esorbitanti, nelle lentezze volute per far aumentare gli stessi a livello di usura, in quell’odioso ricattare con i pignoramenti. E infatti questo vampiro accumula 1, 23 miliardi di euro all’anno di sole commissioni. Ma tutto questo è esattamente il contrario della lotta all’evasione: è invece un sistema per torchiare il cittadino in difetto, facendogli pagare a volte il doppio se non addirittura dieci volte il dovuto per raggranellare i soldi necessari a non colpire seriamente l’evasione, quella minuta delle fatture mai fatte e quella grande dei soldi che prendono vie traverse e si immergono nei fiumi carsici della finanza. E infatti le grandi cifre vengono condonate.
Tutta la letteratura in tema di fiscalità e di fedeltà fiscale riconosce che essa dipende dalla legislazione in atto, dalla sua severità come dalla sua razionalità intrinseca. E la nostra è fatta per dare tutte le chances all’evasore, cercando di rivalersi sull’Ici non pagata o la multa lasciata nel cassetto, su un ritardo di pochi giorni di un pagamento, quando non sugli errori a raffica delle amministrazioni locali. Quindi non ci si venga a parlare di lotta all’evasione e di etica pubblica se prima non si cambia la legislazione in merito e non si fa dell’evasione oltre una cifra realistica un fatto penale. E soprattutto quando tasse e tariffe sono soggette a una profonda iniquità che con la manovra non è stata affatto toccata, anzi per molti versi approfondita.
a proposito di grande evasione fiscale…leggete :
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/01/08/alessandro-robecchi-cattivi-maestri/
“E’ evidente che il sistema delle riscossioni in Italia ha conservato durante 150 anni caratteri borbonici”
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L’articolo nel suo insieme è attendibile e lo condivido, ma l’affermazione sopraindicata, proprio no. Mi permetto di rettificare la parola “BORBONICI” con “SAVOIARDI”, non riferendomi ovviamente ai biscotti ma alla famiglia savoia. Io trovo ingiusto ed immorale attribuire un significato negativo al temine BORBONICO, in quanto loro per quello che hanno fatto per il loro popolo e per la loro terra è diametralmente all’opposto di quello che hanno fatto i savoia in Italia e che l’hanno resa ciò che oggi noi conosciamo. Non vorrei dilungarmi troppo, porto solo alcuni esempi per avvalorare ciò che sostengo, il regno del sud nel campo industriale possedeva le più grandi industrie metalmeccaniche siderurgiche e manifatturiere di tutti gli stati italiani, possedeva la più grande flotta mercantile del mediterraneo e la quarta del mondo, la pressione fiscale era la più bassa d’Europa, la media dei medici per numero di abitanti era la più alta d’Italia, la mortalità infantile era la più bassa d’Italia, la moneta che circolava al sud era in oro o in argento, mentre in piemonte circolava la cartamoneta, le casse dello stato e la bilancia commerciale dei pagamenti era in attivo, mentre in piemonte no, e molti altri primati ancora. Dopo l’unità d’Italia per il sud si aprì un capitolo buio, i vincitori, cioè i savoia, riscrissero la storia, e coniarono termini con significato negativo ed infamante, come borbonico brigante terrone, per sottomettere il sud ed umiliarlo, convincere la gente del nord e del sud che loro sono i benefattori, perché unirono l’Italia, mentre furono solamente degli usurpatori, i quali il loro unico intento era quello di estendere la loro egemonia nel territorio italiano derubandolo per la loro sete di potere ed avidità, stremarono la popolazione con un sacco di guerre, e la spinsero verso l’emigrazione. Tutto questo i Borboni 150 anni fa non lo fecero, perciò non trovo giusto usare il termine BORBONICO per definire il sistema attuato da equitalia nella riscossione dei crediti verso soggetti economicamente deboli, è assolutamente aberrante.
Saluti
stavolta il suo post mi sembra un po’ populista o demagogico…è chiaro che il fisco può essere iniquo e qui in Italia lo è …ma certi personaggi che girano per cortina in ferrari dichiarando un reddito lordo di 30.000, hanno ben poco da chiaccherare di equità fiscale o di fisco vessatore…saranno per lo più parassiti sociali detti possessori di ferrari…È CHIARO POI CHE IO AVREI INIZIATO AD ESEMPIO COL QUADRUPLICARE QUANTO MENO LA TASSAZIONE SUGLI SCUDATI FISCALI….MA CIÒ NON SAREBBE STATO POSSIBILE…RICORDIAMOCI CHE QUESTO GOVERNO È SOSTENUTO DA TAL BERLUSCONI, I CUI GOVERNI HANNO APPUNTO VARATO PIÙ CONDONI FISCALI, E CHE ORA CRITICA LA LOTTA ALL’EVASIONE……comunque la lotta all’evasione da quaqlcche parte la si doveva iniziare…ed iniziare laddove si trascorrono vacanze per lo più lussuose non è poi così sbagliato…
Sull’equità fiscale della manovra monty poi, ci sarebbe da aprire tutto un discorso per contestarla, a partire dall’ici sui piccoli possessori di case abitative….che vengono equiparati nella tassazione a proprietari di grandi abitazioni…io avrei fatto un esenzione per possessori di piccole prime case abitative… mi sembra assolutamente logico con il principio di equità…
2012: RIVOLTA FISCALE IN ARRIVO
DI ALDO CANOVARI
chicago-blog.it
L’oppressione fiscale e le vessazioni tributarie costituiscono il principale freno allo sviluppo e sono una delle prime cause della rovina delle nazioni.
Questa importantissima lezione si può trarre leggendo For Good and Evil. L’influsso della tassazione sulla storia dell’umanità di Charles Adams, LIBERILIBRI (2007, 2008).
Una carrellata lunga 5000 anni di storia fiscale, che può aprire gli occhi agli Italiani su tante cose, fra le quali:
• La gran parte degli eventi traumatici della storia furono causati da rivolte fiscali.
• Il cittadino ha il sacrosanto diritto ad opporsi alle rapine tributarie (diritto di appello al cielo di Locke).
• I cittadini di una nazione si dividono in due categorie fondamentali: 1) I Consumatori di tasse (tax consumers); 2) I Pagatori di tasse (tax payers).
• I primi rappresentano una minoranza composta dai parlamentari, consiglieri regionali e loro clientele, alti burocrati, vertici degli organi istituzionali, amministratori di aziende e agenzie pubbliche e para-pubbliche, di società partecipate. Il loro numero può essere stimato in un ordine di grandezza di 500.000 individui (circa l’1% dei contribuenti).
• I secondi rappresentano circa il 99% dei contribuenti.
• L’evasione è perlopiù effetto dell’abuso del potere impositivo.
• La propensione media all’evasione è direttamente proporzionale alla pressione tributaria.
• La vera causa del deficit non è l’evasione, ma l’eccesso di spesa.
• La formula No Taxation without Representation è ormai inadeguata (perché i rappresentanti al Parlamento rappresentano in realtà solo i propri interessi e quelli delle proprie clientele).
• È necessario quindi separare il potere di spendere da quello di tassare.
• La proporzionalità è un principio. La progressività è un arbitrio.
• I governanti dovrebbero conoscere, capire, e avere sempre davanti agli occhi la Curva di Laffer e tendere alla Flat Tax.
Questi sono gli insegnamenti che la storia delle nazioni ci offre.
In Italia, la pressione tributaria è ai massimi livelli tra le nazioni civili. Le angherie tributarie, l’incomprensibilità delle norme, l’incertezza giuridica, le arbitrarie presunzioni a favore del fisco, l’inversione generalizzata dell’onere della prova a carico del contribuente pongono i cittadini alla mercé del fisco degradandoli al rango di servi della gleba.
In Italia, a fronte di una tassazione spoliatrice lo Stato non rende i servizi in nome dei quali sottrae al cittadino molto più della metà del suo reddito e confisca risparmi già tassati, per destinarli agli sperperi delle oligarchie parlamentari, burocratiche, giudiziarie, clientelari.
In Italia, attraverso una norma di recente introduzione (art. 29, D.L. n. 78/2010, e D.L. n.138/2011), gli atti di accertamento (che per più del 60% in sede contenziosa risultano infondati) daranno luogo a riscossione immediata di un terzo della maggiore imposta pretesa, pur in pendenza di ricorso, e quindi pur nella consapevolezza che nel 60% dei casi la pretesa tributaria è illegittima e il pagamento da parte del contribuente non dovuto.
In Italia, quindi, è stato reintrodotto il principio del solve et repete: un principio incivile, dispotico, contrario al diritto e alla dignità del cittadino, un principio inaccettabile, micidiale sul piano etico e giuridico, che provocherà danni incalcolabili all’economia e alla sopravvivenza delle imprese e dei privati contribuenti.
Con l’entrata in vigore di questa folle legge la situazione economica del nostro Paese, già seriamente pregiudicata, verrà ulteriormente aggravata e spinta al collasso.
A tutto questo si è aggiunta l’ultima follia del nuovo governo il quale in luogo di tagliare drasticamente le spese ha saputo solo imporre ulteriori pesanti inasprimenti fiscali che hanno esasperato ancor più il cittadino.
Questo avvilente quadro sintetizza solo alcuni aspetti della dissennatezza-cecità del legislatore. Pretendere, in tale assetto di rapina legalizzata, che i cittadini assolvano correttamente all’obbligo tributario, e scandalizzarsi se non lo fanno, è ipocrisia o idiozia. E, poiché è stata valicata ogni ragionevole soglia di sopportazione, potrà innescarsi in tempi brevi una vera e propria rivolta.
Aldo Canovari è fondatore e direttore editoriale della casa editrice Liberilibri.
Fonte: http://www.chicago-blog.it
Link: http://www.chicago-blog.it/2012/01/06/2012-rivolta-fiscale-in-arrivo-%E2%80%93-di-aldo-canovari/
6.01.2012
hanno un bel daffare a far vedere la faccia di un evasore come un parassita ma tutti al posto di quella faccia ci vedono un politico. quelli sono i veri parassiti. non ci dicano cazzate che piu’ gente paga le tasse piu’ servizi si hanno.. piu’ si paga le tasse e piu’ alti saranno gli stipendi dei politici , dei loro amici e delle loro amiche. avranno piu’ mignotte o trans , faranno nuovi ponti sullo stretto per far guadagnare i loro amici. Inoltre se uno paga le tasse fino all’ultimo centesimo , non solo non guadagna niente ma perde. fintantoche’ le tasse non saranno in misura giusta e nn ci saranno parassiti veri a mangiare sulla nostra pelle il senso civico del cittadino non ci sara’ mai. Avete notato come in italia se uno vede un autovelox lo segnala agli altri? all’estero non esiste , qui viene visto l’autovelox come uno strumento per fottere gli automobilisti e scatta la solidarieta’. io se vedessi un evasore non lo denuncerei nemmeno sotto tortura. finche’ quei porci di politici non saranno estirpati per me un evasore resta uno che si sta difendendo da uno stato ladro e nemico. angelo
Mr. Monti, ti chiediamo un’approfondita ispezione ministeriale sui funzionari dell’Agenzia delle entrate, della Guardia di Finanza, di Equitalia e degli istituti previdenziali, sono certa che ne uscirebbero notizie davvero interessanti! E’ inquietante, anche se per certi versi possiamo gioire, che i controlli di Cortina siano stati ancora una volta un’occasione di far funzionare il fisco ” a campione” In Italia vige sempre il principio che la legge non la rispetta nessuno ma ogni tanto lo Stato punisce qualche capro espiatorio, nella peggior tradizione totalitaria. Era Mao che teorizzava: colpirne uno per educarne cento. Questa però non è democrazia, è brutale utilizzo della forza in forma populista Vogliamo capire come funzionano le carriere di tanti che apparentemente vedono il fuscello e dimenticano tante travi! Vogliamo capire come sono stati promossi in carriera e che tipo di lauree abbiano conseguito (vedi esami condonati ai funzionari pubblici) Vogliamo sapere tutto di chi vuole sapere tutto di noi, loro dovrebbero essere nostri dipendenti e invece sono i nostri carcerieri No taxation without representation!
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2012/01/ispezione-ai-funzionari-fiscali-controllare-i-controllori.html