Anna Lombroso per il Simplicissimus
Dentro, come tutti, salvo, si direbbe, i rappresentanti del governo e quelli “diversamente al governo”, sono dilaniata dalle notizie che arrivano dai territori della barbarie. E così mi distraggo con qualche stupidaggine locale, proprio come stamattina ho rimproverato di fare ad alcuni giornali. Ma io non faccio opinione quindi il danno è relativo.
E comincio proprio dal mio pezzullo che stamattina Il Simplicissimus ha ospitato e nel quale lamentavo che alcuni giornali più di opinione che di vendite, avessero dedicato sorprendentemente la loro apertura a fatti e fatterelli delle retrovie della nostra “provincia” dell’impero globale.
In realtà aveva suscitato la mia riprovazione soprattutto il Foglio che sparava in prima non le invettive di Gheddafi o le infamie del nostro governo, ma le confidenze del principe di montecristo incline a confessioni ribalde con improbabili compagni di cella durante la sua troppo breve detenzione.
Ma ecco che alcune pizzute lettrici mi scrivono: non è la prima volta che attacco l’Unità e la di lei direttrice donna. È quindi facile trarre delle conclusioni: sono la solita femmina invidiosa del successo di un’altra donna, più brava probabilmente anche più avvenente e “arrivata”. Una anzi adombra che io abbia i baffi, attribuibili non a scarsa cura delle mie fattezze femminili, ma proprio al fatto di essere un uomo, machista a sessista, che si cela dietro un nom de plume.
Ieri invece circolava suscitando entusiastica adesione una sapiente invettiva il cui incipit non lasciava dubbi: “brutti, cattivi, pelosi, infingardi, ladri e bugiardi. Gli uomini sono pieni di difetti insopportabili”. E continuava prendendosela con alcuni archetipi per non dire stereotipi del pensiero femminile da Eva, sospetto, a Lisistrata e a Santippe da Germane Greer alla posta di Amica: i sessisti del Bar Sport, i moralisti anche di sinistra che lasciano le ex mogli nell’indigenza, i rapitori seriali capaci di grande performance ma solo online e i maleducati. Ma tutti secondo l’impavida moralizzatrice, nascondono un ingiustificabile desiderio di rivalsa.
E proprio in questi giorni passa e ripassa uno spot della irresistibile Litizzetto che certamente non l’ha girato per conto della Pubblicità Progresso e quindi non avrà intenti didattici, ma che più o meno sia pure nei tempi e nei modi perentori dell’advertising, lancia messaggi analoghi.
E se la comica si rifugia nei consumi intelligenti, l’intelligente corsivista invece raccomanda di dismettere sex-appeal, seduzione e corteggiamento, di eliminare dal vocabolario in rosa la parola tenerezza e il suo esercizio e soprattutto di guardarsi come dalla peste bubbonica dall’esprimere la femminilità che da sempre offre all’uomo il destro per una montagna di equivoci. I maschi poco avvezzi all’analisi lessicale ne fanno subito un sinonimo di fragilità.
Un’esercitazione molto carina, per carità. Ma succede che il gusto della provocazione prenda la mano e che alle femmes savantes si sostituiscano le nuove benpensanti. La cui eccessiva severità sconfina un po’ nella maniera un po’ nel moralismo sussiegoso un po’ in una forma altra e altrettanto di genere del sessismo.
Sarebbe facile chiedersi ma che razza di brutti incontri avete fatto amiche mie? Per maturare tutto questo repertorio di tipologie e categorie così poco invitanti alla vita di relazioni: uomini brutti e cattivi, donne invidiose e frustrate o invece solo vittime dissipate della tracotanza e dell’anaffettività maschile.
Personalmente io non credo che per essere persona si debba rinunciare alla propria identità di genere, alla femminilità che anzi credo faccia di me una persona-donna “completa” e realizzata nella sua aspettativa di vivere un appassionante dialogo con una persona-maschio, che per mia fortuna ha la mia stessa irrinunciabile ambizione.
Quanto alla seduzione non saprei esprimermi con tanta sicurezza: a me piace piacere a amiche amici bambini cani uomini, anzi a uno in particolare. In verità, a differenza della nostra classe dirigente, preferisco piacere molto a pochi che poco a molti, tanto non sono mica in campagna elettorale. Se è una questione di consenso, e di voti, poi, allora si farò una considerazione di genere: pare sia diventato un monopolio soprattutto dei maschi, di quelli che fanno del piacere agli altri una ossessione intrecciata all’esercizio del potere e al primato del denaro.
Bello sentire queste parole da una donna.
si non ci riesco proprio a sputare su Hegel
ah ah ah tutte seguaci dello Scum manifesto?!
Cara la mia barbuta e baffuta Anna lombroso…saranno mica tutte infettate da Wolbachia?
E’ che questa storia che noi panda rosa dobbiamo proteggerci mi sta urticando parecchio negli ultimi tempi… è come se muovere una riflessione critica di qualsiasi tipo è proibito se si tratta di “donne” del 2nostro” giro.
Ora io mi domando (forse perché si parla proprio dell’Unità?) ma se io ritengo un individuo uno stronzo, devo per forza cambiare idea solo perché è donna come me? E’ così stupidina questa cosa…
p.s. Ma davvero sei un maschione trinariciuto? pensare che a vederti ho sempre pensato fosse davvero un peccato non essere lesbica o non essere uomo: avrei tanto voluto sposarti dal primo momento che ti ho conosciuta:-)
p.s. 2: e i gatti? non vorresti piacere anche ai gatti? 🙂
Caro Alberto è una consolazione superiore alla ceretta.. ma credo che gli stereotipi e un certo pensiero debole che inclina ade ssere fortissimo siano una coperta di linus, una gruccia che aiuta a camminare nel mondo se non si hanno convinzioni forti. io ho quelle legate appunto alla libertà alla “cittadinanza” e alla sua tutela. per donne e uomini. e in più per quelle sommerse due volte, in quanto marginali, minoranza e in più donne. Il resto mi sembrano chiacchiere sulle rete in mancanza dei salotti. E di questi tempi anche un po’ troppo futili per piacermi
Cara Anna, la decadenza intellettuale del Paese è evidente anche dal fatto che la Litizzetto, con quattro battutine scontate e oltretutto scritte da autori maschi, sia diventata una sorta di guru del “donnismo” più banale. Un territorio molto distante dal femminismo e dal pensiero di genere, ma molto affine invece al berlusconismo di cui è una conseguenza.
Se per per molti che pendono dalla bocca del nostro caro premier ogni critica è frutto di invidia, così le tue osservazioni non possono che derivare da gelosia nei confronti delle forme conturbanti di questa o quella direttrice.
Inoltre non vedo che discorso di genere possa essere quello della dismissione della femminilità nel momento stesso in cui invece si vorrebbe maggiore femminile nell’azione politica e sociale. Sempre che per femminilità non s’intenda qualcosa legato esclusivamente ai problemi di seduzione e all’astio esistenziale per il fatto che il mondo non è quello di Liala.
Il problema è che magari si dovrebbe smettere di essere fans di questa o quella, e cercare invece di capire cosa vogliono dire.
Non so Anna, il Che cui barba e baffi non mancavano diceva che occorre essere duri, ma senza dimenticare mai la tenerezza. Forse è per questo che qualche tua contestatrice pensa che tu abbia pelurie labiali abbondanti. Ma non ti preoccupare: l’intelligenza ha un fascino inarrivabile. Molto più della stupidità depilata