Anna Lombroso per il Simplicissimus
La signorina Gelmini ha a cuore il profitto, quello scolastico, per carità. E la disciplina tanto che mi viene di immaginarla mentre mantiene l’ordine con stivaloni di vernice e frustino, ma dipende di certo dal mio esprit maltourné.
Così ha già fatto sapere che lei le scuole le vuole aperte il giorno in cui si festeggeranno i 150 anni dell’Italia unita in un anno senza ponti. Forse invece le chiuderà in segno di giubilo il 29 settembre per celebrare il genetliaco del suo monarca.
Dobbiamo capirla, ha a cuore anche la buona volontà e per dimostrarla fa doverose concessioni alle ubbie degli alleati di governo promuovendo inimicizia, divisione, ostilità, inciviltà, tutti ben mescolati in un colpevole oblio della storia, della tradizione di popolo, della democrazia.
Ma siccome certi pregiudizi, certe manomissioni della verità, certe distorsioni della realtà vanno d’occordo con ossessioni e ignoranza bisognerebbe aiutarla a conoscere e ripristinare i principi fondamentali. Anche con l’aiuto del dizionario.
La cultura di governo adusa a eliminare dal vocabolario e dall’agenda politica la coesione sociale, la solidarietà, l’interesse generale, il bene comune, in nome di patti scellerati e alleanze opache tra affiliati stretti intorno a infami obiettivi comuni di profitto, quell’altro, ed egoismo, promuove radicalizzazione delle differenze, trasformando la critica in scontro, favorendo antagonismo e di conseguenza sopraffazione e repressione.
È una cultura della diffidenza e dell’ostilità ha l’obiettivo esplicito e in gran parte riuscito di dividere per meglio imperare, perpetuare ignoranza per meglio manipolare coscienze e morale comune.
E allora apriamo il dizionario per ricordare che “federare”, nella bellissima lingua italiana frutto di secoli di consuetudine al dialogo dei dialetti, significa : unire con fatto federale. E che federalismo vuol dire: sistema politico per cui più stati aventi interessi e tradizioni comuni, si uniscono in confederazioni.
Si uniscono non si dividono. In nome di interessi e tradizioni comuni e di una storia comune di aspirazione a diritti, a libertà, a eguaglianza, a dignità. che non sono solo parole di un dizionario a loro sconosciuto, ma la forza attiva, dinamica e ideale di un popolo.