Per fortuna ieri sera non c’era la televisione. La sera, poi la notte bucata dalle castagnole non è stata costellata dai discorsi presidenziali, dai fuochi artificiali nelle Filippine, dall’ultimo morto in Afganistan, dai mortaretti che davanti a casa Bossi diventano “ordigni” in relazione del resto al valore dell’uomo. Una sera lontano dallo spettacolo e dal suo insopportabile copione.

A volte ci sono vicende private in cui ci si rintana, si prende il capo di un gomitolo e lo si tiene stretto forte,  il mondo esterno distrae e dà fastidio. Altre volte è un filo che si addipana nella memoria, tutto nostro ed estraneo a chi non ricorda qualche casa di qualche nostra sera.

Ma in questo caso era proprio  l’assenza del totem tribale digitalizzato a concretizzare la presenza di una realtà diversa, dove speranze, ricordi, risate rendevano il flusso di notizie un fantasma, un  un’incubo ricorrente come quelli febbrili. Come l’uscita dal cinema dopo un film così noioso e inutile che nemmeno c’è bisogno di parlarne cercando di dire cose intelligenti. Ma solo accendersi una sigaretta e nell’aria fresca  e prendere una mano nella tua.

Strana cosa la coscienza di ritrovarsi, sapere che la chimera è di nuovo accanto e combatte l’uccello di Minerva che dipinge a chiaroscuro, strana sensazione ritrovare nelle persone una storia diversa. L’assenza di ipnotiche narrazioni, capire che è proprio l’assenza di una festa la vera festa.

Si davvero strano scoprire, d’improvviso, d’essere uomini.