
Da quanto tempo non sentivamo dire esplicitamente che “la libertà religiosa è elemento imprescindibile di uno Stato di diritto”? Un pensiero censurato dal cuore ottuso della politica perché implica necessariamente che nessuno Stato di diritto può essere confessionale o avere una religione di riferimento., anche quando tale religione sia ampiamente praticata.
E che sorpresa sapere che questo concetto nascosto sotto cataste di tradizionalismi, devotismi ambigui, interessi elettorali, nascosto persino sotto la cattiva coscienza della libertà di coscienza, è stato rispolverato nientemeno che dal Papa.
Purtroppo non ci riguarda, riguarda l’Egitto. La strage di cristiani, che laggiù sono una folta, ma sparuta minoranza nell’oceano musulmano, fa riscoprire al Papa i valori civili. E con essi anche il deprecato relativismo, introdotto e riscattato dal fatto non di essere credenti in qualcosa, ma di essere cittadini.
Chissà perché invece in Italia l’alto proposito lascia spazio a un continuo tentativo di imporre le proprie concezioni per via politica, anche a costo di dare appoggio e imbarazzata benedizione ad ogni corruttela. Pretendendo di condizionare lo Stato grazie alle reti di consenso religioso-elettorale. Pretendendo che tutti accettino i topoi di una gerarchia pretesca, invecchiata e attaccata prima di ogni cosa ai benefici economici che essa trae da tutto questo.
Adesso per fortuna abbiamo le parole del Papa per difenderci dalle pretese del Papa e dei suoi sepolcri imbiancati. Per questo forse, ora come mai il Papa di Roma, sembra un Papa d’Egitto.
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come si dice: “Sante Parole”!
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