Il popolo è sceso in piazza. In piazza Farnese. Un milione di persone secondo la questura, un migliaio scarso a guardare bene. E poi che popolo, quelli del saluto romano ottimo per svitare le lampadine, il popolazzo che segue la Polverini come un’ombra, anzi come un ingombrante taxi e che forse cerca qualche posticino al sole per consolarsi dell’inevitabile artrite alla spalla causato dall’eccesso di nostalgia.

I capipopolo armati di megafono non hanno trovato di meglio che prendersela”con i giudici fai da te”, uno slogan talmente insensato che ci si chiede per quale motivo sia venuta l’idea di applicare delle bocche e ahimè delle teste agli altoparlanti portatili. Anzi ai processionari come li chiama la ditta di arredi sacri che ha fornito queste apparecchiature per il G8 de L’Aquila.

Credo che sarebbe molto meglio lasciare che i megafoni facciano da sé, parlino con il vento o il ponentino, fruscii, mormorii, scariche: almeno produrrebbero suoni decisamente più interessanti di questi slogan. E forse anche la Polverini potrebbe trarre migliore ispirazione per il programma elettorale.