In palese sfida all’opinione mondiale e al diritto internazionale, lo stato israeliano continua il suo massacro quotidiano di civili a Gaza. Dopo quasi quattro settimane di bombardamenti aerei ininterrotti, il bilancio delle vittime ha superato le 9.000 unità, con altre migliaia di dispersi sotto le macerie che potrebbero portare il numero effettivo delle vittime a 15.000 o forse ancora di più. E tutto il pianeta, salvo l’Occidente dove vige un’occhiuta e miserabile censura, vede le foto raccapriccianti di questo massacro con la gente che tenta di sottrarre i bambini alle macerie: e persino l’Unicef questa settimana ha descritto Gaza come un “cimitero per i bambini”. Si stima che ogni giorno vengano uccisi o feriti circa 400 bambini che peraltro non possono essere curati per mancanza di farmaci e di energia per fa funzionare gli ospedali.
Il mondo è testimone di un’epoca di una depravazione paragonabile a quella della Germania nazista ed è davvero disgustoso vedere come il regime sionista che commette questi crimini di guerra ha l’ardire di invocare la memoria dell’Olocausto come scusa per le sue azioni. Gli ebrei rispettabili e i sopravvissuti all’Olocausto di tutto il mondo sono indignati e si vergognano dell’atteggiamento ripugnante degli inviati israeliani che indossano stelle gialle sui loro abiti alle Nazioni Unite. Tale diabolico doppio pensiero è reso possibile dall’indulgenza politica e diplomatica concessa dagli stati occidentali: non c’è altro modo di considerare gli omicidi di massa come qualcosa di diverso dal genocidio. Il capo dell’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Craig Mokhiber, questa settimana si è dimesso disgustato per il continuo genocidio di cui, secondo lui, gli Stati Uniti e l’Unione Europea sono complici. La cosa più infame è che però Washington e i suoi squallidi burattini europei ripetono il mantra menzognero secondo cui Israele ha diritto all’autodifesa, dando di fatto il via libera al genocidio dei palestinesi e questo abominio peserà in futuro sulla triste fine che faranno i Paesi occidentali.
L’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, questa settimana ha confutato questo presunto “diritto all’autodifesa” definendolo una vile distorsione. L’inviato russo ha sottolineato che lo Stato israeliano è una potenza occupante che da anni viola gravemente innumerevoli leggi internazionali e le restrizioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In quanto potenza occupante illegale, Israele ha rinunciato a qualsiasi legittima pretesa di autodifesa. Sostenere questa pretesa significa capovolgere la realtà per cui un aggressore viene presentato come una vittima. come del resto è accaduto per l’Ucraina e il suo regime nazista sostenuto dalla Nato: per otto anni ha attaccato la popolazione di etnia russa nel Donbass fino a quando le forze russe non sono intervenute in loro difesa nel febbraio 2022, ma questo non toglie che questi assassini a cielo aperto si sono dichiate vittime.
Lo Stato israeliano ha il diritto alla sicurezza e alla difesa dei suoi cittadini entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale secondo i confini designati dalle Nazioni Unite nel 1967 con i Territori palestinesi. Ma questo diritto, che è normale per tutti gli Stati, non è il diritto all’offesa e all’aggressione, come è avvenuto dopo gli attentati del 7 ottobre. Anche ammesso e non concesso che le 140o vittime israeliane siano state fatte tutte da Hamas e non dalle forze di Tel Aviv secondo la “direttiva Annibale” questo non giustifica neanche lontanamente la successiva punizione collettiva e il genocidio contro i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. La posizione di Israele e dei suoi sostenitori occidentali è ripudiata dalla stragrande maggioranza dei membri delle Nazioni Unite. La maggior parte delle nazioni chiedono l’immediata cessazione della violenza e la revoca dell’assedio su Gaza per consentire forniture di emergenza di cibo, acqua, carburante e cure mediche per i 2,3 milioni di abitanti.
Le enormi proteste pubbliche che si stanno svolgendo in Nord America ed Europa, per condannare il genocidio di Gaza e per chiedere un cessate il fuoco immediato, mostrano quanto le élite occidentali siano disconnesse dalle preoccupazioni morali e democratiche di base. Il sangue versato negli ultimi tre anni da queste scellerate oligarchie globaliste ricadrà su di loro: hanno perso qualsiasi diritto morale, culturale e politico a reclamare una loro centralità nelle governance occidentali. Comincia dal genocidio di Gaza la loro definitiva sconfitta.
In occidente nove su dieci soffrono di Alzheimer già a partire dai ventanni.Per fortuna uno riesce a fuggire ed ironia la chiaman fuga dei cervelli. mai nessun politico fugge anzi fa carriera.Prima perdita la Memoria. Molti punti di contatto fra Gaza e Potocari la strage in bosnia sotto gli occhi “distratti” della Nato. Kerremans come Bibi?E’ Strage, carneficina efferata, Deportati e freddati. Il piano di deportazione dei maschi da 8 mesi a 80 anni nel SInai non suona macabro, parallelo?Ci sarebbero arrivati? La conferma, arriva dall’ Armageddon di sangue, sevizie, . L’Eu è casa Kerremans. Importante è lo stipendio, i bonus, la carriera, la tessera netflix, ski, la American Express Gold card. Che importano le grida, son sottouomini, animali. La tv dice la verità, non quei complottisti del web.
SIamo nel miglior mondo possibile, pieno di Spiritualiotà. Meditazioni Yoga, marce della Pace, preghiere per le vittime di tutte le guerre. Non è una svista, ma una voluta rimozione semantica. Non parla di vittime di tutti i Genocidi, Carneficine. Guerra è un termine pudico, che lava il Sangue dalle menti.Poi, noi siamo alfieri di sole Guerre Giuste. Tutte Perse.A Potocari il sangue scorreva come nell’alluvione in Toscana: cosi’, a Gaza, di nuovo. In attesa della Successiva.
Per stemperare i brividi e conati. proviamo con po’ di Humor (nero)…
Il governo vuole reintrodurre i voti alle elementari: “Nella vita esistono, bene abituarsi da bambini”
Se fate collezione di zero, potrete ambire al Premierato Speciale…
lol.
Le oligarchie occidentali non solo ormai viaggiano su un binario totalmente sconnesso dalla realtà e dai propri popoli, ma viaggiano anche a folle velocità verso un autoritarismo sempre più marcato.
Vero, ma noi siamo su quel treno e deraglieremo assieme a loro.
Non tutti, Alcuni lo faranno deragliare prima.
Son, per una volta, ottimista. I cinesi son ottimi conoscitori di treni impazziti, Anche i russi han buone cmpetenze. Per fortuna al mondo, non c’è solo il paese di Arlecchino, Pulcinella.
E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso”: così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel discorso per la fiducia alla Camera.Pensavo che l’avesse detto Grillo: noi siamo oltre, siamo un Movimento nuovo, una Forza Nuova. No, il mio amico Simplicio SImpliciotti mi corregge, scotendo il capo:è stato Il Fuhrer, semidio ariano ballando sulle rovine fuanti del Reichstag. ” Non provo sipatia per quegli straccioni, zigeneu dei tajani, il Nazismo è una Religione, non una banda da Osteria…”
Se si potese fare un excursus storico, peraltro con fatti descritti solo nei libri storici ebraici, ossia la bibbia, si potrebbe facilmente dedu che gli israeliti sono da sempre una popolazione ostile verso chiunque occupi legittimamente territori che essi autodefiniscono propri, combattendo tra l’altro con popolazioni ad essi strettamente imparentate il cui unico grido di battaglia, era “sterminateli tutti”. Tutto ciò è andato avanti senza soluzione di continuità per secoli fino alle dominazione dei più potenti invasori egizi, assiro babilonesi e in ultimo romani, culminati con la distruzione del tempio e la successiva diaspora al tempo dell’imperatore
e Vespasiano.nell’anno 70.
Da allora non è più esistito alcuno stato ebraico e la sua formalizzazione nel XIX secolo e successivo impianto nel dopo seconda guerra mondiale è qualcosa di artificioso e deleterio per le povere popolazioni che sono vissute in pace fino all’arrivo sempre più massiccio di coloni da tutte le parti del mondo, specie dagli USA stato canaglia che ha voluto destabilizzare l’area e creare una situazione di perenne conflitto mascherato qua e là da accordi fittizi di pace, ma pronto a far salire l governo gente senza scrupoli come Netanyahu sempre pronto allo sterminio dei palestinesi.
S potesse fare un brefve excursus storico
@fsilvana
Lectio Magistralis di Thierry Meyssan sulle origini storiche del sionismo.
Chi è il nemico?
di Thierry Meyssan
Ognuno ha la sua opinione per spiegare i massacri commessi dallo Stato di Israele a Gaza. Mentre negli anni ’70 e ’80 vi si vedeva una manifestazione dell’imperialismo anglosassone, molti vi vedono oggi un conflitto tra ebrei e arabi. Ripercorrendo un lungo periodo – ben quattro secoli di storia – Thierry Meyssan, consulente di diversi governi, analizza le origini del sionismo, le sue vere ambizioni, e determina chi è il nemico.
Rete Voltaire | Damasco (Siria) | 5 agosto 2014
La guerra, che continua ininterrottamente da 66 anni in Palestina, ha conosciuto una nuova svolta con le operazioni israeliane “Guardiani dei nostri fratelli”, e poi “Roccia inamovibile” (stranamente tradotta dalla stampa occidentale con l’espressione “Margine protettivo”).
Chiaramente, Tel Aviv – che aveva scelto di strumentalizzare la scomparsa di tre giovani israeliani per lanciare queste operazioni e “sradicare Hamas” al fine di sfruttare il gas naturale di Gaza, secondo il piano enunciato nel 2007 dall’attuale Ministro della Difesa [1] – è stata spiazzata dalla reazione della Resistenza. Il Jihad islamico ha risposto inviando razzi di media gittata molto difficili da intercettare, che si aggiungono a quelli lanciati da Hamas.
La violenza degli eventi che hanno già ucciso oltre 1.500 palestinesi e 62 israeliani (ma le cifre israeliane sono soggette a censura militare e sono probabilmente minimizzate) ha sollevato un’ondata di proteste in tutto il mondo. Oltre ai 15 membri del Consiglio di Sicurezza, riunitosi il 22 luglio, ha dato la parola ad altri 40 Stati che intendevano esprimere il loro sdegno per il comportamento di Tel Aviv e la sua “cultura dell’impunità”. La sessione anziché durare le solite 2 ore, si è protratta per 9 ore [2].
Simbolicamente, la Bolivia ha dichiarato Israele uno “Stato terrorista” e ha abrogato l’accordo sulla libera circolazione che lo riguardava. Ma in generale, le dichiarazioni di protesta non sono state seguite da un aiuto militare, ad eccezione di quelle dell’Iran e simbolicamente della Siria. Entrambi sostengono la popolazione palestinese attraverso il Jihad islamico, l’ala militare di Hamas (ma non la sua ala politica, membro dei Fratelli Musulmani), e tramite il FPLP-CG.
A differenza dei casi precedenti (operazioni “Piombo fuso” nel 2008 e “Colonna di nuvola” nel 2012), i due Stati che proteggono Israele presso il Consiglio (Stati Uniti e Regno Unito) hanno favorito l’elaborazione di una dichiarazione del presidente del Consiglio di Sicurezza che sottolineava gli obblighi umanitari di Israele [3]. In realtà, al di là della questione di fondo di un conflitto che dura dal 1948, si assiste a un consenso per condannare almeno il ricorso da parte di Israele di un uso sproporzionato della forza.
Tuttavia, questo consenso apparente maschera analisi assai diverse: alcuni autori interpretano il conflitto come una guerra di religione tra ebrei e musulmani; altri lo vedono al contrario come una guerra politica secondo uno schema coloniale classico. Che cosa dobbiamo pensarne?
Che cosa è il sionismo?
A metà del XVII secolo, i calvinisti britannici si riunirono intorno a Oliver Cromwell e rimisero in questione la fede e la gerarchia del regime. Dopo aver rovesciato la monarchia anglicana, il “Lord Protettore” pretese di consentire al popolo inglese di raggiungere la purezza morale necessaria ad attraversare una tribolazione di sette anni, dare il benvenuto al ritorno del Cristo e di vivere in pace con lui per 1000 anni (il “Millennium”). Per far ciò, secondo la sua interpretazione della Bibbia, gli ebrei dovevano essere dispersi fino agli estremi confini della terra, poi raggruppati in Palestina, dove ricostruire il tempio di Salomone. Su questa base, instaurò un regime puritano, levò nel 1656 il divieto che era stato fatto agli ebrei di stabilirsi in Inghilterra e annunciò che il suo paese s’impegnava a creare in Palestina lo Stato di Israele.
Poiché la setta di Cromwell fu a sua volta rovesciata alla fine della “Prima Guerra civile inglese”, i suoi sostenitori uccisi o esiliati, e poiché la monarchia anglicana fu restaurata, il sionismo (cioè il progetto della creazione di uno Stato per gli ebrei) fu abbandonato. Riapparve nel XVIII secolo con la “Seconda guerra civile inglese” (secondo il nome dei manuali di storia delle scuole secondarie nel Regno Unito) che il resto del mondo conosce come la “Guerra d’Indipendenza degli Stati Uniti” (1775-1783). Contrariamente alla credenza popolare, essa non fu intrapresa in nome degli ideali dell’Illuminismo che animarono pochi anni dopo la Rivoluzione francese, ma fu finanziata dal re di Francia e condotta per motivi religiosi al grido di «Il nostro re è Gesù!».
George Washington, Thomas Jefferson e Benjamin Franklin, per citarne alcuni, si sono presentati come i successori dei sostenitori esiliati di Oliver Cromwell. Gli Stati Uniti hanno dunque logicamente ripreso il suo progetto sionista.
Nel 1868, in Inghilterra, la regina Victoria nominò Primo Ministro l’ebreo Benjamin Disraeli. Questi propose di concedere una parte di democrazia ai discendenti dei sostenitori di Cromwell in modo da poter contare su tutto il popolo per estendere il potere della Corona nel mondo. Soprattutto, propose di allearsi alla diaspora ebraica per condurre una politica imperialista di cui essa sarebbe stata l’avanguardia. Nel 1878, fece iscrivere “la restaurazione di Israele” all’ordine del giorno del Congresso di Berlino sulla nuova spartizione del mondo.
È su questa base sionista che il Regno Unito ristabilì i suoi buoni rapporti con le sue ex colonie divenute nel frattempo gli Stati Uniti alla fine della ” Terza guerra civile inglese” – nota negli Stati Uniti come la “guerra civile americana” e nell’Europa continentale come la “guerra di Secessione” (1861-1865) – che vide la vittoria dei successori dei sostenitori del Cromwell, gli WASP (White Anglo-Saxon Puritans) [4]. Anche in questo caso, è del tutto sbagliato che si presenti questo conflitto come una lotta contro la schiavitù, intanto che cinque stati del nord la praticavano ancora.
Fino quasi alla fine del XIX secolo, il sionismo è solo un progetto puritano anglo-sassone al quale solo un’élite ebraica aderisce. È fortemente condannato dai rabbini che interpretano la Torah come un’allegoria e non come un piano politico.
Tra le conseguenze attuali di questi fatti storici, dobbiamo ammettere che se il sionismo mira alla creazione di uno Stato per gli ebrei, è anche il fondamento degli Stati Uniti. Pertanto, la questione se le decisioni politiche d’insieme siano prese a Washington o a Tel Aviv ha solo interesse relativo. È la stessa ideologia ad essere al potere in entrambi i paesi. Inoltre, poiché il sionismo ha permesso la riconciliazione tra Londra e Washington, il fatto di sfidarlo significa affrontare questa alleanza, la più potente del mondo.
L’adesione del popolo ebraico al sionismo anglosassone
Nella Storia ufficiale attuale, è consuetudine ignorare il periodo dal XVII al XIX secolo e presentare Theodor Herzl come il fondatore del sionismo. Tuttavia, secondo le pubblicazioni interne dell’Organizzazione Sionista Mondiale, anche questo punto è falso.
Il vero fondatore del sionismo contemporaneo non era ebreo, bensì cristiano dispenzionalista. Il reverendo William E. Blackstone era un predicatore americano per il quale i veri cristiani non avrebbero dovuto partecipare alle prove della fine del tempo. Basava l’insegnamento su coloro che sarebbero stati elevati al cielo durante la battaglia finale (il “rapimento della Chiesa”, in inglese “the rapture”). Nella sua visione, gli ebrei avrebbero combattuto questa battaglia e ne sarebbero usciti allo stesso tempo convertiti a Cristo e vittoriosi.
È la teologia del reverendo Blackstone che è servita da base per il sostegno immancabile di Washington alla creazione di Israele. E questo molto prima che l’AIPAC (la lobby pro-Israele) venisse creata e prendesse il controllo del Congresso. In realtà, il potere della lobby non risiede tanto nel suo denaro e la sua capacità di finanziare le campagne elettorali, quanto in questa ideologia ancora presente negli Stati Uniti [5].
La teologia del rapimento per quanto stupida possa sembrare è oggi molto potente negli Stati Uniti. Rappresenta un fenomeno nel mercato dei libri e nel cinema (si veda il film Left Behind, con Nicolas Cage, che uscirà ad ottobre).
Theodor Herzl era un ammiratore del magnate dei diamanti Cecil Rhodes, teorico dell’imperialismo britannico e fondatore del Sudafrica, della Rhodesia (cui diede il suo nome) e dello Zambia (ex Rhodesia del Nord). Herzl non era israelita praticante né aveva circonciso suo figlio. Ateo come molti borghesi europei del suo tempo, si batté all’inizio per assimilare gli ebrei convertendoli al cristianesimo. Tuttavia, riprendendo la teoria di Benjamin Disraeli, giunse alla conclusione che la soluzione migliore fosse quella di farli partecipare al colonialismo britannico creando uno stato ebraico, collocato nell’attuale Uganda o in Argentina. Seguì l’esempio di Rhodes nella maniera di acquistare terreni e di costruire l’Agenzia Ebraica.
Blackstone riuscì a convincere Herzl a unire le preoccupazioni dei dispenzionalisti a quelle dei colonialisti. Era sufficiente per tutto questo considerare di stabilire Israele in Palestina e di moltiplicare i riferimenti biblici. Grazie a questa idea assai semplice, giunsero a far aderire la maggioranza degli ebrei europei al loro progetto. Oggi Herzl è sepolto in Israele (sul monte Herzl) e lo Stato ha posto nella sua bara la Bibbia annotata che Blackstone gli aveva offerto.
Il patto anglosassone per la creazione di Israele in Palestina
La decisione di creare uno Stato ebraico in Palestina è stata presa congiuntamente dai governi britannico e statunitense. È stata negoziata dal primo giudice ebreo della Corte Suprema degli Stati Uniti, Louis Brandeis, sotto gli auspici del reverendo Blackstone e fu approvata sia dal presidente Woodrow Wilson sia dal primo ministro David Lloyd George, sulla scia degli accordi franco-britannici Sykes-Picot sulla spartizione del “Vicino Oriente”. Questo accordo fu progressivamente reso pubblico.
Il futuro Segretario di Stato per le Colonie, Leo Amery, ebbe l’incarico di inquadrare gli anziani del “Corpo dei mulattieri di Sion” per creare, con i due agenti britannici Ze’ev Jabotinsky e Chaim Weizmann, la “Legione ebraica” in seno all’esercito britannico.
Il ministro degli Esteri Lord Balfour inviò una lettera aperta a Lord Walter Rothschild per impegnarsi a creare un “focolare nazionale ebraico” in Palestina (2 novembre 1917). Il presidente Wilson annoverò tra i suoi obiettivi di guerra ufficiali (il 12° dei 14 punti presentati al Congresso l’8 gennaio 1918) la creazione di Israele [6].
Pertanto, la decisione di creare Israele non ha nulla a che fare con la distruzione degli ebrei d’Europa sopravvenuta due decenni più tardi, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Proseguimento:
https://www.voltairenet.org/article184986.html
Commento
Da segnalare col pennarello rosso questo breve significativo passaggio finale dell’articolo fin dove segnalato:
“Pertanto, la decisione di creare Israele non ha nulla a che fare con la distruzione degli ebrei d’Europa sopravvenuta due decenni più tardi, durante la Seconda Guerra Mondiale.”
Ergo, sorge spontanea una domanda:
come mai invece ancora TV e giornaloni ripetono la vulgata all’infinito che invece la decisione di creare Israele abbia a che fare principalmente con la distruzione degli ebrei d’Europa da parte del regime nazista durante la Seconda Guerra Mondiale?
Nascondono qualcosa di pesantemente compromettente dal punto di vista storico o è solo semplicemente propaganda di guerra a scoppio ritardato? O che altro?
Integrazione
1. Nota finale per eventualmente renderti conto di chi sia Thierry Meyssan.
Il Premio Internazionale di Giornalismo del Messico assegnato a Thierry Meyssan Voltairenet
Aprile 2017
https://www.voltairenet.org/article195868.html
Cioè praticamente, suo padre lavorava ad alti livelli nei servizi segreti francesi…, ma soprattutto Thierry Meyssan per le sue inchieste esplosive sull’11 Settembre ad un certo punto è dovuto scappare dalla Francia per sempre perché CIA e servizi segreti francesi lo volevano morto, si salvò per la rotta della cuffia e per diversi anni non potè più tornare in Francia nemmeno per mezzo secondo…
2. Commento Finale al post di cui sopra.
“Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ‘ad usum delphini’; poi la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa”. Honoré de Balzac (1799-1850) scrittore, romanziere e giornalista francese
“La Ricerca Della Verità E’ Più Preziosa Del Suo Possesso”, Albert Einstein