Cara Anna, questo è il tuo primo compleanno senza di te che te ne sei andata  quasi due mesi fa e poiché non voglio arrendermi alla tua assenza, ti devo dare delle brutte notizie, proprio a te che hai fatto della lotta contro la mercificazione della bellezza una delle battaglie che hanno illuminato la tua vita praticamente da sempre. E quasi mi facevi ricordare il piccolo Schopenhauer che  andando in carrozza chiedeva alla madre: “E’ meglio guardare il paesaggio o essere il paesaggio?” Forse un po’ troppo difficile per gli adulti di oggi, forse ancor più difficile che  comportarsi onestamente e così si è scoperto quasi per caso raie a Italia Nostra,  che 500 ettari all’interno del Parco del Delta del Po, nella splendida foce del Bevano sono stati svenduti al miliardario ceco  Radovan Vítek, che certo non è diventato straricco rispettando l’ambiente e il paesaggio, ma anzi facendone strame. Tutta l’operazione è stata condotta da immobiliari romane che poi come le scatole cinesi , confluiscono nello scatolone di CPI Real Estate Italy S.p.A che a sua volta è contenuta  nell’armadio CPI  Property Group,  società fondata nella Repubblica Ceca ma con sede in Lussemburgo, che opera in campo immobiliare nell’est Europa e in mezzo mondo e di cui Vitek è l’azionista di maggioranza, E’ significativo che comunque siano state mobilitate come speculatori di prossimità le immobiliari romane perché Vitek rilevando i debiti contratti con Unicredit dal gruppo Parnasi fa ormai il bello e cattivo tempo nella  capitale e ha 19 progetti aperti.

Ricordi come ci piaceva  il Delta del Po e molte volte invece di prendere l’autostrada per andare a Venezia imboccavamo a Ravenna la Romea che ci portava in un incantato modo dove terra, acqua e ignoti colori si confondono in continuazione, solcati da uccelli di passo  ed è quindi doloroso sapere che questi 500 ettari sono stati messi in vendita e alienati perché il Parco del Delta non è riuscito a  trovare 500 mila euro per acquistare l’area mentre tutti i soggetti interessati che tra l’altro avrebbero avuto diritto di prelazione, hanno rifiutato di prestare denaro: Comuni Regione, Cassa Depositi e prestiti. E questo quando il Comune di Ravenna aveva destinato dei fondi proprio per questo e dopo che si era diligentemente provveduto a spazzare via un villaggio abusivo perché perturbava la bellezza dei luoghi.  Tutti i prodi difensori dell’ambiente si sono squagliati di fronte a qualche spicciolo che avrebbe salvato una delle zone più caratteristiche del Paese. Ci vogliamo davvero credere o il signor Vitek ha staccato consistenti assegni per questi dinieghi? Si fa per dire ovviamente:  chi mai potrebbe mettere in dubbio l’assoluta integrità di personaggi tutti casa e Co2? Questa gente che si nasconde vergognosamente dietro le cortine del tempo che fu e invece aderisce all’dea che la natura non abbia alcun valore se non è mercificabile dunque alterabile, ci faceva davvero orrore. E la cosa straordinaria è che non facciano orrore a se stessi,

Tutta l’operazione è ovviamente volta all’edificazione di un ampia area oggi indicata come seminativo. Chi ha tradito con una pugnalate alle spalle questo delicatissimo ambiente ora dice che le tutele sono tali da non consentire questo e operazioni. In realtà però basta leggere il Carlino edizione di Ravenna per rendersi conto che la possibilità di edificare su 90 ettari c’è eccome perché è previsto nei regolamenti urbanistici che quest’area sia  “spazio urbano prevalentemente residenziale”. Mica Vitek è un fesso. D’altronde  su queste  stesse terre negli ’70 fu fermata una speculazione da da 3,5 milioni di metri cubi di nuove edificazioni che avrebbe cancellato la foce del Bevano, realizzato colate di cemento, villette, campi da golf al posto delle pinete, distrutto  le zone umide di Ortazzo ed Ortazzino e  realizzato un porto turistico, che era già stato battezzato, con assai poca preveggenza linguistica,  come  “Porto Gaio”. Allora fu possibile, oggi probabilmente no perché se anche le amministrazioni locali cambiassero atteggiamento spinti dall’indignazione per questo scandalo che le vede come agenti attivi della speculazione , Vitek potrebbe mettere in campo Bruxelles per fare opera di convinzione e di minaccia: non si può trattare così un povero miliardario, parola della ladra alla vaccinara von der Leyen.

Una volta, in quella zona si andavano a raccogliere vongole, pettini  e fasolari, l’ho visto da bambino, ma molto più avanti negli anni  anche noi insieme ci siamo addentrati  in quella zona incredibile o l’abbiamo sfiorata  tutte le volte che ci perdevano nel cercare Sant’Apollinare in Classe: prima i cartelli e poi i navigatori ci portavano al limite delle dune costiere che delimitano la zona dove una volta, 1600 anni fa era ancorata la flotta romana nell’ultimo atto dell’impero. Ma ancora non finiscono di calare i barbari. Ci affascinava sempre quel paesaggio ed nemmeno un anno che lo abbiamo visto insieme… mentre l’auto scorreva silenziosa  mi trafiggeva la mente quella poesia di Hermann Hesse e quei versi “Le donne di Ravenna baciano/con strana e profonda dedizione./ E loro della vita altro non sanno/se non che tutti dobbiamo morire”. Cara Anna è il tuo compleanno, ma non ho potuto regalarti che questa brutta notizia, ma almeno non dovrai assistere all’oligarca ceco che si compra un Paese di ciechi .