Un nuovo studio conferma purtroppo le ipotesi più allarmanti riguardo alle vaccinazioni: gli effetti negativi sul sistema immunitario potrebbero non soltanto durare a lungo e magari tutta la vita  per tutta la vita, ma essere persino ereditarie. Evidentemente le affermazioni dei produttori sul fatto che le proteine ​​spike seminate e le nanoparticelle lipidiche cationiche scompaiono dopo pochi giorni sono false, non frutto di ricerca, ma solo di marketing per i vaccini i cui danni stanno emergendo a fatica, ma in maniera sempre più drammatica. La nuova ricerca pubblicata il 20 agosto scorso si è occupata di vedere quali sono gli effetti delle nanoparticelle lipidiche contenute nei vaccini Covid mRNA per facilitare l’ingresso di informazioni genetiche nelle cellule,  sulla funzione del sistema immunitario degli animali da laboratorio. Il risultato in sintesi è che: “la piattaforma del vaccino mRNA-LNP induce cambiamenti immunologici inaspettati a lungo termine che influenzano sia la risposta immunitaria adattativa che la protezione eterologa contro le infezioni. I nostri studi chiariscono che sono necessarie ulteriori ricerche per determinare il vero impatto di questa piattaforma sulla salute umana”

In altre parole, qualunque cosa faccia il vaccino mRNA, di buono o di cattivo, potrebbe essere tramandato di generazione in generazione. Una prospettiva spaventosa: perché è possibile che le debolezze indotte sul sistema immunitario non scompaiano nelle generazione a venire. Inutile dire che gli studi presentati da Pfizer sulla degradazione delle nanoparticelle lipidiche nei topi sono radicalmente differenti e danno una persistenza non superiore alle 300 ore: resta da capire come mai una differenza così grande, anche se ormai le cose che non funzionano nella documentazione Pfizer, così come delle consorelle sono tali e tante che non ci si può stupire più di nulla. Ma non si capisce dove comini l’incompetenza, dove l’irresponsabilità e dove un eventuale e consapevole disegno. Perché ormai quest’ultima possibilità non è da escludere.

Com’è noto la vaccinazione con mRna introduce una serie di istruzioni genetiche nelle cellule che prevalgono sull’ambiente cellulare altamente regolamentato e causano la produzione di proteine ​​spike di Covid. Questa è la “disregolazione genetica”.  Da numerose ricerche comincia ad emergere che la stimolazione del sistema immunitario a rispondere alla proteina spike possa provocare un’immunosoppressione che aumenta con ogni dose successiva di vaccino . Questo è solo uno dei numerosi effetti fisiologici sospettati ma non ancora studiati a fondo. Una disregolazione genetica, ovvero una “ deficit immunitario dovuta a una vaccinazione con mRna ”, può essere alla base di numerosi sintomi e vari tipi di malattie. Alti tassi di cancro, malattie cardiache, infezioni batteriche, ictus, malattie renali e disturbi neurologici possono essere tutti ricondotti a un’unica causa: l’azione dei vaccini genetici sull’onnipotente scala temporale e della distanza dalla funzione genetica.

Ci potremmo trovare sull’orlo di un abisso perché i dati primari sulla mortalità in molti paesi mostrano che la vaccinazione con mRna è associata a un alto tasso di mortalità per tutte le cause, al di sopra dei livelli storici. Però coloro che non sono vaccinati non sono colpiti. L’inevitabile domanda: esiste una relazione causale tra la vaccinazione con mRna e un numero molto elevato di decessi? E queste condizioni sono destinate a permanere nel tempo? Di fronte a questo il minimo che si potrebbe fare è interrompere ogni forma di pseudo vaccinazione fondata sull’ Rna messaggero, bloccare i nuovi esperimenti biotecnologici per creare nuovi agenti patogeni o per modificare la funzione genetica mentre ogni forma di mandato pubblico o privato per la vaccinazione Covid deve essere immediatamente bandita.