Sembra incredibile, ma stiamo rischiando l’Armageddon nucleare e l’Europa sta o cacciandoci dentro una certa catastrofe economica per salvare il partito globalista americano da una caduta verticale alle prossime elezioni di medio termine. L’amministrazione americana infatti con i 40 miliardi  in armi, da concedere all’Ucraina vuole dare esattamente l’impressione che non dovrebbe essere data per salvaguardare le possibilità di pace, ossia che gli Usa sono direttamente  in guerra con la Russia. Solo facendo di Biden o quanto meno del suo corpo biologico, visto che quello mentale è svanito da un pezzo, il comandante in capo in una specie di guerra i democratici possono sperare di cavarsela e dunque  sono disposti a qualunque rischio pur di sopravvivere. La logica è unicamente questa perché I 40 miliardi americani e i 25 che dovrebbero arrivare dall’Europa di certo non possono servire a cambiare la situazione militare per molti motivi, già spiegati nelle settimane scorse al quale ora se ne aggiunge uno decisivo: a questo punto  l’esercito ucraino si sta assottigliando paurosamente e sta dando fondo alle ultime risorse umane; ogni giorno muoiono o si arrendono centinata di soldati e l’impressione è che si trovi di fronte ad una situazione che potrebbe collassare anche in pochi giorni. a quel punto la partita sarebbe persa, quelle armi non avrebbero  più un numero sufficiente di uomini per usarle e dovranno necessariamente subentrare direttamente delle forze della Nato, dando l’avvio all’esplosione generale.

In vista di questo obiettivo elettorale sul quale d’altronde si gioca gran parte del grande reset si stanno commettendo enormi errori, come quello ad esempio di far balenare l’idea di confiscare definitivamente i beni russi sequestrati per darli all’Ucraina che di fatto non esiste più: è fin troppo chiaro che nessuno si fiderà più dell’occidente dei ladri  che  sta mettendo in campo tutte le ricette per una rapida rovina di se stesso, mostrandosi per quello che è, una macchina da rapina. Dentro questo schema che rivela molto bene quale sia il marasma di un mondo occidentale sopposto a una torsione autoritaria tanto più evidente quanto più si fanno gli sperticati elogi del nazismo, abbiamo il piacere di assistere all’opera dei buffoni gentilmente offerta dalla Ue , la cui elite  da una parte vuole mostrarsi all’altezza della sfida che gli Usa hanno lanciato alla Russia, nonostante che la vittima designata di tutto questo sia proprio l’Europa , ma sottobanco deve uscire dalla folle narrazione e adeguarsi alla realtà: ricordate quando tutti insieme appassionatamente i Paesi diroccati del continente  dissero che mai e poi mai avrebbero comprato il gas russo in rubli? Bene adesso 20 grandi aziende del settore energetico, Eni compresa, hanno già aperto conti in rubli preso banche russe. cioè in poche parole hanno calato le braghe dopo aver prefigurato una grande resistenza. Ora naturalmente questi ladri e questi buffoni possono far finta che si tratti di aziende e gruppi privati e che dunque gli stati in quanto tali e la Ue non hanno ceduto. Ma per alcune aziende questo non vale: l’Eni per esempio pur essendo una società per azioni è sotto il controllo dello stato Italiano che ne è l’azionista di riferimento:  perciò se l’Eni se paga il gas o altri beni energetici in rubli è di fatto come se lo facesse lo stato italiano. Si vede che Draghi ci tiene spasmodicamente al condizionatore, ma del resto  la sua parola vale quanto quella di un baro. E tante scuse ai bari.

Come la mettiamo? Per carità chiedere un minimo di coerenza a questi drogati di menzogna e di infingimento sarebbe come chiedere a un alcolista di non bere in un negozio di liquore, ma questo rivela  che ci hanno riempito di fesserie quando dicevano che sarebbe stato facile sostituire il gas russo, volevano soltanto tranquillizzare e porre le premesse per la guerra . Si trattava di bugie dette per nasconderne un’altra più grande , ovvero la totale sottomissione dell’Europa agli Usa. Una cosa del resto era abbastanza scontata ancorché nascosta: la Ue non è altro che l’espressione politica della Nato: che ne è stata la culla. Certo ci sono stati alcuni anni in cui avrebbe potuto verificarsi un separazione tra le due realtà e l’alleanza atlantica avrebbe potuto appassire grazie a una nuova visione europea dei rapporti. Ma poi è arrivato l’euro e con esso la totale adesione al neoliberismo di marca americana. Così adesso stiamo come d’autunno sugli alberi le spoglie.