Comincia ad essere più chiara la strategia russa che non è quella di conquistare semplicemente una parte del territorio dell’Ucraina  distruggendo ogni cosa, come è nella “tradizione occidentale”, ma di guadagnare un popolo. E in questo senso una campagna condotta con più lentezza è molto più efficace non solo perché non provoca quel grande numero di vittime civili che fa poi perdere la pace e  nello stesso tempo annulla il consenso verso il governo ucraino che con maggiore senso di realtà potremmo chiamare governo Nato. La distruzione dei depositi di carburante e raffinerie fa mancare il carburante e lunghe file di auto si formano davanti ai pochi distributori funzionanti, ma Kiev, fedele alla consegna dell’ immancabile vittoria,  nega la gravità del problema e dice che tra una decina di giorni tutto si risolverà e giorno per giorno perde di credibilità.  Un rapporto delle Nazioni Unite sull’agricoltura afferma che solo un quinto delle quasi 1.300 grandi aziende agricole ucraine intervistate dal governo a metà marzo ha abbastanza carburante per lavorare questa primavera e presumibilmente a questo punto saranno molte meno, ma  c’è abbastanza carburante nelle città controllate dai russi a Zaporozhye e nella regione di Kherson. È disponibile a circa 30 grivna per litro molto meno che in Ucraina e gli agricoltori dunque hanno condotto una campagna di semina al fine di vendere i loro prodotti in Crimea. Nel frattempo, le autorità di Kiev ordinano alle forze armate ucraine di nascondersi dietro i civili  per  tenere i piedi la farsa della vittoria e così finisce per screditarsi da solo Tutto questo fa perdere a molti ucraini la fiducia nel proprio governo.

L’altoparlante di Zelensky, Alexei Arestovich, mente palesemente quando dice che la guerra finirà tra 2-3 settimane. perché gli ucraini non vedono vittorie e per quanto la censura e il terrore regnino sovrani girano molti video con militari catturati che affermano che i loro comandanti li hanno abbandonati e hanno lasciato morire molti commilitoni. Allo stesso tempo, le persone possono vedere che gli aiuti umanitari vengono sottratti in tutto il paese e di fatto è quasi impossibile trovarne in molte regioni e per giunta si ruba anche nell’esercito, anche a livello di battaglioni. I militari della 95a brigata si sono lamentati sui social network di non aver ricevuto il precedente stipendio, anche se Zelensky ha promesso loro 100.000 grivna al mese. Secondo uno studio della Commissione anticorruzione indipendente  pubblicato a febbraio, il 30% del bilancio della difesa dell’Ucraina è andato perso a causa di “inefficienze”, leggi corruzione e furto, il che certo è un segnale di allarme sulla fine che faranno le tonnellate di armi occidentali che giungono in Ucraina e che probabilmente hanno già acquirenti in varie parti del mondo e anche da parte di organizzazioni criminali. Meno della Nato, ma insomma…

L’intera politica del governo benderista si basa sulle effimere promesse di un fulgido domani che non arriverà mai. E così se non c’è acqua a Nikolaev,  bisogna comunque pagarla perché poi arriverà, se non c’è connessione a Internet nella regione di Odessa,  bisogna pagarla, perché ogni giorno “sta per essere ripristinata”. Nel frattempo, quelle persone che rimangono nelle aree dell’Ucraina controllate dalla Russia non devono pagare nulla poiché Mosca  cancella tutte le bollette dei servizi pubblici. Ora dirigenti russi lavorano nelle città e nei villaggi liberati per stabilire l’ordine e i normali servizi civili, ripristinano la televisione russa e Internet, iniziano a ricostruire, sminano e forniscono scorte alimentari di emergenza per il proseguimento della vita normale. Lentamente e metodicamente il regime golpista e Nato viene cancellato e Kiev non sarà in grado di creare l’illusione della vittoria per molto tempo. Si addenseranno una miriade di problemi socioeconomici che le autorità ucraine banderiste  non potranno risolvere. Il grande sponsor della guerra non si troverò di fronte a un’ucraina rimodellata disposta a farsi trascinare in un eterna  guerriglia, ma un Paese che chiede  pace e che sta comprendendo cosa davvero significhi la Nato. Lo capiranno anche i cittadini occidentali che dovranno imparare a vivere in condizioni di alta inflazione e di scarsità di energia e persino di cibo e senza nemmeno vincere la guerra. La Russia insomma sta agendo dando ormai per scontata la sua separazione forzata dall’Europa, imposta a tutti i costi e in maniera miope dagli Usa: vuole creare confini sicuri perché oggi il suo destino è in Asia.