Piano piano, trascinati dalla forza della realtà si ammette che i vaccini non sono poi così efficaci, ammissione che paradossalmente le multinazionali del farmaco tentano di sfruttare per moltiplicare a dismisura le dosi, secondo la pazzesca idea che fare molte cose inutili possa diventare utile  e non peritandosi di prendere in giro la gente con la truffa degli anticorpi.  Questa idiozia per poter funzionare ha però bisogno di un corollario, ovvero che si neghi in maniera recisa la marea di reazioni avverse e i decessi dopo vaccino, perché se si dovesse prendere consapevolezza del rischio non lo si potrebbe moltiplicare all’infinito.  Così tutto l’ambiente sanitario opera all’unisono per rendere difficili le segnalazioni di eventi indesiderati o luttuosi e quando proprio non riesce a controllare i  tragici numeri che tra Europa e Nord America sono arrivati a  50 mila morti e diversi milioni di reazioni gravi, tenta di manipolare i dati considerando non vaccinate le persone per almeno 14 giorni dopo l’ultima iniezione. E’ davvero difficile rintracciate nella storia un periodo in cui la scienza e la conoscenza, relativamente all’epoca, siano state così assurdamente falsificate. Big Pharma è dovuta intervenire con tutte le sue forze per far impedire la pubblicazione peer reviewed su “Vaccine” di uno studio basato sui numeri israeliani e olandesi dal quale si evinceva che per evitare tre supposte morti per Covid bisognava accettare 2 morti certe da vaccino. E tenendo contro che i morti reali per Covid sono molti di meno di quelli ufficiali ecco che i vaccini diventavano reali killer. Infatti l’articolo è stato accusato di mettere nel contro della morte per vaccino solo i casi sospetti che però avevano bisogno di indagini che naturalmente non vengono mai condotte.

Adesso una nuova ricerca  basata sull’analisi  del database europeo pubblicamente accessibile “European Database of Suspected Adverse Drug Reaction” mostra che la stragrande maggioranza dei decessi e delle reazioni ha un preciso collegamento temporale con la vaccinazione. Ad oggi, nessun dato comparabile è stato pubblicato, analizzato o riportato dalle autorità sanitarie competenti e per una buona ragione visto che è una bomba come si può vedere benissimo dai due diagrammi qui sotto: 

Il quadro generale è quindi molto chiaro: gli effetti collaterali più gravi si verificano nei primi 4 giorni dopo la somministrazione, i decessi e gli aborti spontanei anche nei primi 2 giorni. Ciò sottolinea la tossicità acuta dei vaccini somministrati e non può essere ridotta a una morbilità di fondo prevista rispetto a una popolazione non vaccinata in un periodo di osservazione di 14 o 30 giorni dopo la vaccinazione, come si cerca di fare, perché in quest’ultimo caso, gli eventi dovrebbero verificarsi equamente distribuiti nel periodo di osservazione. Il rapporto descrive anche le relazioni causali tra arresto cardiaco e morte improvvisa, trombosi, infarto, ictus, fibrillazione atriale, emorragia e paralisi facciale.

Altra cosa  da notare è che il 61% delle persone decedute dopo il vaccino si è spenta entro 48 ore dall’iniezione. Inoltre  se la maggior parte delle morti si è verificata in persone di età superiore ai 64 anni, sono stati colpiti anche quasi un quarto delle persone  tra i 18 e i 64 anni. Infine un’ultima tabella che mette in relazione le punture con gli aborti spontanei: anche qui la sequenza temporale punta il dito sui preparati a mRna.

Lo studio è stato fatto sui numeri ufficiali disponibili al 29 agosto 2021 quando i morti segnalati in Europa erano  erano 13.801, ma è ben noto che queste cifre sono molto al di sotto della realtà visto la quasi nulla diponibilità dei medici a fare le segnalazioni. A questo punto è chiaro che la correlazione statistica tra vaccini e reazioni avverse esiste ed è anche molto forte: qualsiasi tentativo di continuare a negarla è come una complicità in strage.