Anna Lombroso per il Simplicissimus

I figli sono gioie ma anche maligni amplificatori biologici che si infettano con virus per loro innocui, li replicano algoritmicamente e infine li trasmettono con atroci conseguenze per l’organismo adulto“.

Sono tanti i mostri immaginari e non che perseguitano le mamme di tutte le latitudini con le loro minacce: rapimento dalla carrozzina mentre si fa la spesa al supermercato  per mano di donna sterile e sociopatica, prete pedofilo negli spogliatoi del calcetto, organizzazione di espiantatoti di organi che ne fanno profittevole export, e poi cattivi maestri, spacciatori, cosche di malavitosi in cerca di manovalanza.

Ma avevamo sottovalutato la setta dei virologi che persegue un disegno diabolico da anni se pensiamo che la citazione da Twitter di Burioni risale al 2019, quando grazie alla sua specifica competenza esaltata su Wikipedia nel settore “dello sviluppo di anticorpi monoclonali umani contro agenti infettivi”, metteva in guardia gli adulti dai pericoli della genitorialità, di essere nonni, zii, insegnanti suggerendo l’immagine di milioni di Rosemary’s baby, di potenziali assassini in grembiulino, di armi batteriologiche a due gambette ancora più micidiali di quelle di Saddam, invitandoli alla vigilanza e appena possibile a mettersi al sicuro in caso di rischio accertato ricorrendo a prodotti in grado di immunizzare tutte la dinastia.

Malgrado le ultime esternazioni revisioniste del  direttore dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, che ha dichiarato:  “Non ha senso dare la terza dose ad adulti sani o vaccinare i bambini, quando nel mondo ci sono operatori sanitari, anziani e altri gruppi ad alto rischio che stanno ancora aspettando la loro prima dose di vaccino anti-Covid”, stavolta inascoltato soprattutto nel Paese che sta scoprendo la inusuale soddisfazione di essere più avanti dell’infermiere dell’Impero, nell’imposizioni di obblighi criminali e autolesionisti, l’erodiade italiana va avanti.

A nulla valgono le raccomandazioni perfino dei più fanatici vaccinisti in seno a una comunità scientifica che si accinge a fare marcia indietro cominciando proprio dal pubblico dei ragazzini,  sulla base di osservazioni e nozioni che avrebbero dovuto insinuare qualche dubbio anche su genitori che non avevano fatto sega alle medie il martedì, giorno delle lezioni di biologia.

E cioè che  in particolare per quel che riguarda i minori è necessario tener contro di tre parametri: gli effetti dei preparati nel lungo periodo, ancora più cruciale in vista di superiori aspettative di vita, che interessa anche l’ipotesi oggi più che mai plausibile che non bastino tre dosi per assicurare la salvezza, condannandoli a una insensata dipendenza farmacologica per tutto l’arco della vita. E che in presenza di una ridotta efficacia dei prodotti somministrati che dimostrano di non essere in grado di interrompere la diffusione del Covid,  i dubbi su effetti collaterali e danni nel lungo periodi dovrebbero convincere a non imporre la somministrazione sui minori per i quali il virus presenta rischi gravi tendenti allo zero, salvo la presenza di patologie pregresse.

Sono proprio clinici e infettivologi più avveduti che spiegano inoltre che il contato coi “maligni amplificatori biologici” secondo Burioni, non comporta particolari pericoli  per gli adulti, che anche da contagiati fanno comunque  circolare la variante meno pericolosa grazie all’ormai accertata resistenza degli anticorpi intrinsechi.

Diciamo la verità l’interesse economico e commerciale dei bambini è limitato: si tratta di un pubblico che ancora non è capitale umano da sfruttare, nono votano (anche se di questi tempi il consenso non è più una priorità, come si dovrebbe far sapere anche a Fedez), sono persuasori ai consumi più che clienti e dipende dalla potenza dei messaggi pubblicitari la creazione di mode che costringono le famiglie a assoggettarsi a costi elevati per contrastare l’esclusione dei figli dalle tendenze in corso nella società, secondo lo stesso principio che li ha convinti a farsi vaccinare. Era inevitabile quindi che diventassero un bacino strategico nel settore psicologicamente più influente, quello della “salute”, dopo mesi di propaganda morale cui i genitori non hanno la forza di sottrarsi.

Eh si, in giro, al governo e al potere sacerdotale (dopo quello clericale, quello para o post- scientifico) ci sono dei mostri: non è una novità, sappiamo che i corpicini infantili e le tenere carni erano i preferiti nella celebrazione dei sacrifici rituali e figuriamoci se non sarebbe successo lo stesso per le cerimonie che siamo obbligati a compiere sugli altari delle divinità del mercato.

Adesso si danno anche qualche giustificazione in più: contrastare i pericoli biologici intrinsechi che costituiscono con l’effetto di contribuire a rompere patti affettivi millenari, a isolare sempre di più gli anziani improduttivi che costituiscono grazie alla memoria e all’esempio un potenziale di libertà e autonomia che va messo a tacere e segregato, a immaginare e creare una cultura del recinto, dove confinare segmenti di popolazione, ragazzini in scuole e college nel solco dei quelli che vediamo nella realtà parallela hollywoodiana, dove si perpetua una fanciullaggine separata che prepara a un futuro di subalternità, adulti in situazioni di lavoro da dove sono escluse le forme di socialità che potrebbero suscitare la cognizione di uno sfruttamento comune e dunque della solidarietà,  anziani nelle Rsa che Draghi vuol promuovere per accelerare la soluzione finale e al tempo stesso premiare un terzo settore privato.

A volte c’è da pensare che i venerabili maestri e gli aspiranti tali ancora al livello di soliti stronzi, siano posseduti da una invidia risentita nei confronti dei giovani, a leggere l’ideologia punitiva che li anima, dalla raccomandazione dello sceicco bianco di Rignano a farli soffrire, sudare e faticare a scopo pedagogico, alla visione della scuola del futuro secondo il ministro Bianchi, nazionale, una fabbrica di prodotti in serie predisposti a mansioni ripetitive, esecutive e alienanti.

Odiano talmente le nuove generazioni da condannarli alla schiavitù attraverso il recupero del sistema sociale feudale, dal cottimo al caporalato, sperando anche nello ius primae noctis per le ragazze in part time, spesso intimate di firmare lettere che escludano l’intento a generare.

Li odiano talmente che i pensatori mainstream concorrono nel criminalizzare anche i ragazzini virtuali, quelli che albergano in noi, l’eterno fanciullino reo secondo Recalcati di farsi possedere dai demoni del  populismo, del narcisismo, dell’irresponsabilità fino a quel “neo-libertinismo” puberale incarnato da chi rifiuta il prodigio farmacologico e l’attestato dimostrativo di appartenenza al consorzio civile e adulto.

Siccome c’è da temere che stando così le cose il mondo non sarà salvato dai ragazzini, intanto pensiamo a salvare loro dalla pratica barbara del sacrificio rituale.