Vale la pena di andate a vedere il twitt video della giornalista di Sky News Australia, Rita Panahi, che mostra il preciso istante di una foto ufficiale del G20 in cui i protagonisti indossano la mascherina solo per l’obiettivo, ma non appena presa l’immagine se la tolgono in tutta fretta per respirare e mostrando anche un certo disgusto per aver dovuto usare quella pezza antigienica solo al fine di infinocchiare la gente e rinnovare la fede cieca nella pandemia. Più volte abbiamo assistito ai giochetti di prestigio con le mascherine, ma questo breve filmato credo che sia davvero emblematico della radicale presa in giro a cui ci sottopongono. Potrebbe e forse dovrebbe diventare una specie di manifesto contro la palese menzogna, ma anche contraddittorietà della narrazione pandemica : che bisogno avrebbe della mascherina questa gente suppostamente ultra vaccinata e che vuole vaccinare tutti con la forza? Forse i vaccini non servono a nulla se non a scopi che nulla hanno a che vedere con la salute? Ma i potenti sanno che la passività e il clima ipnotico in cui vive la la maggior parte delle persone non permette l’attivazione della ragione: si hanno solo reazioni automatiche e la mascherina significa che c’è pericolo, che la pandemia rimane, che ti devi vaccinare, che ti devi vaccinare.
Del resto in una società dello spettacolo la gente preferisce di gran lunga quest’ultimo alla verità ed è in qualche modo singolare che la sceneggiata al G20 sia avvenuta in vista della festa dei morti altra occasione che insieme al carnevale richiede la mascheratura: anzi questo simbolismo spiega bene la propaganda Covid e il panico più di mille cronache: quella paura che in una società nichilista attraversa la vita come una danza macabra che affascina e a cui si vuole partecipare pur di essere qualcosa. Un ballo in maschera che coinvolge la politica ed è affollato delle vittime delle guerre, ma anche da quelle fatte dal profitto con la complicità di chi aveva giurato di difendere la vita. Insomma la grande mascherina ditro cui si nasconde il potere. Possiamo fa finta di non vederle, ma esse sono in agguato nel triste futuro. E mi vengono alla mente le parole di Kierkegaard: “Non sai che arriva l’ora di mezzanotte in cui tutti devono togliersi la maschera? Credi che la vita si lascerà sempre schernire? Pensi di poter scappare un po’ prima di mezzanotte per evitare questo? O non ne sei terrorizzato?”
https://twitter.com/i/status/1455035813654237187
“””Miracoli”””” della politica economica di Draghi :
https://www.byoblu.com/2021/11/01/la-manovra-di-draghi-porta-alla-deindustrializzazione-del-paese-alberto-micalizzi/
A proposito di ipocrisia, sembra che il covid19 si sia Trasferito in massa a Trieste e quindi non si può più manifestare…coincidenze…
Si può vedere :
Il twit di sky Australia mi sembra forzato. A me pare più che quello sia il momento che si tolgono la mascherina per la foto. Ma comunque nulla cambia sulla tellerpandemic. Ma sarebbe utile per serietà del blog, postare se possibile il video prima e dopo la foto.
un tempo per chi ora ed uno per chi labora. osservo le foglie sfatte a terra, fradice di stanchezza e solo mesi fa, erano nella lussureggiante leggerezza. hanno visto tutto ed ora non hanno che poca memoria impressa in quegli stami scomposti, ormai al dissolvimento. sbocciate al cielo, morte alla terra. significa che gli alti spiriti non abbracciano la materia che per un tempo esiguo, poi la lasciano tornare al naturale alveo?
pare di sì, in questa percezione dell’esistere che noi chiamiamo vita. i puristi, sostengono che una foglia è priva di anima, ma a mio modesto avviso, sbagliano. ogni essere vivente è animato, anche da sola induzione e possiede una percezione data dalla sensibilità. allo stesso modo, dovremmo dire di tanti esseri umani ottusi che sian in realtà morti, mancanti appunto di tale percezione. non scrivo piu’ perchè non ravviso che una camminata tra le foglie a terra, lungo il viale del cimitero, gli spazi della cosiddetta società civile. il camposanto, è fuori, nel vialetto appunto. le foglie morte, son piu’dignitose dei tanti sepolti che in vita han solo brillato di scompensi. torno dalle mie amate galline, dai graziosi pigolii dei pulcini, allevati dalla chioccia. come Valentino, hanno compreso che oltre il saltare e il beccare, non v’è altra felicità. un tempo credevo che vi fosse l’oltre, ma oggi sconto quanto fosse una chimera mentale.
così, rispondo a luigi de gortes, per onestà.
il resto per me, non conta piu’ niente,
BRAVO!!!!!!!
https://www.youtube.com/watch?v=LNb0K32srcg
https://www.youtube.com/watch?v=GvZK8Wl7RQ8
Ciao,
sapessi come sono venuto a conoscenza del tuo messaggio…
Non frequento più questo blog, parte per motivi che puoi agevolmente indovinare, parte soprattutto perchè non ho davvero tempo. Come sai, studio e lavoro e quest’ultimo anno di università appena cominciato già si presenta particolarmente impegnativo.
Ciò che scrivi è vero, sempre più tragicamente, ineluttabilmente vero. Questo tempo è così. Ed è brutto: tutto è brutto. Assistiamo alla inarrestabile, travolgente, violenta deriva di questa società che ha totalmente perso il senso di Comunità. Tutto precipita in ira e strida. E il ritorno al pigolio dei pulcini, all’orto, alle galline, a un’aria finalmente pura, quindi al silenzio, alla quiete, suscita il riso della maggioranza benpensante, viene superficialmente catalogato come “qualcosa” che non implica nulla di più di un richiamo bucolico…
Così, in un simile contesto, è normale maltrattare un commentatore, uno scrittore, che per precisa scelta stilistica non mette spazio nè maiuscola dopo il punto: troppo faticoso e fastidioso riconoscergli coraggio, rigore intellettuale e morale…
Non dolertene, non rattristarti. Io ti ho riconosciuto, apprezzato e voluto bene. Ti apprezzo e ti voglio bene. (Trova e leggi “la giovinezza chiama la vecchiaia” di Dylan Thomas; una volta te ne mandai solo pochi versi, ricordi?).
Non tornerò mai più qui ma ti ricorderò sempre.
quello che è rimasto,
quello che resiste,
là sotto, tu lo vedi,
airone, sotto le montagne di macerie,
dentro i crateri delle bombe,
sotto le colline d’immondizia,
lì dove resiste, continua,
rinasce la semplice vita,
ultima, dimenticata, dileggiata
rimossa, ridotta a poltiglia
nella mente degli uomini,
la semplice vita,
il nascere e morire,
rinascere e volar via,
aprirsi, amare,
quello che è vivo,
sotto la semina dell’odio
Antonio Porta
La politica itaGliana :
A proposito di smascheramento…
https://www.youtube.com/watch?v=Y5nVrq9rWn0
Istogramma : 2. Patologie preesistenti in un campione di deceduti”
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia#6