La più grande fatica dei narratori vaccinali in questo lungo anno è stato quello di far combaciare la natura salvifica dei vaccini, e la loro asserita straordinaria efficacia con il loro totale fallimento nel mondo reale. Ma l’opera diventa sempre più improba e i numeri si ribellano ormai al potere e persino e le istanze medico scientifiche finora più corrive verso le tesi di Big Pharma cominciano a scalpitare. Per esempio in uno studio pubblicato sull’European Journal of Epidemiology, si è visto chiaramente che in tutto il mondo i tassi di vaccinazione più elevati vanno anche di pari passo con incidenze più elevate di Covid. Sono stati esaminati 68 paesi sui quali si hanno i dati più certi e la linea di tendenza suggerisce un’associazione positiva, il che significa che i paesi con una percentuale più alta della popolazione completamente vaccinata hanno più casi di COVID-19 per 1 milione di abitanti. È interessante notare che Israele, con oltre il 60% della popolazione completamente vaccinata, ha avuto il maggior numero di casi di COVID-19 per 1 milione di persone. Tutta la ricerca presume che una persona sia vaccinata dopo un mese dalla seconda dose.

Questo vale per molti Paesi come Islanda, Portogallo, Scozia, per esempio, ma anche per gli Usa, sia nel complesso che in confronti più specifici: infatti delle cinque contee statunitensi con la più alta percentuale di persone completamente vaccinate (99,9-84,3%), quattro sono classificate dal Cdc come zone ad elevata trasmissione del virus. Al contrario, delle 57 contee classificate come contee “a bassa trasmissione” ci sono tassi di vaccinazione medi del 26%. Così non può certo stupire se in un rapporto del Ministero della Salute israeliano, l’efficacia di due dosi del vaccino Pfizer è stata indicata del 39%, ben al di sotto dell’efficacia del 96% riscontrata nello studio che l’azienda aveva presento per l’approvazione del preparato. Visto come vanno le cose e le cifre presentate da questo studio  si può anche presumere che i numeri del governo israeliano siano ampiamente edulcorati. Non è certo una novità: proprio nei giorni scorsi anche il Robert Koch Institut che rappresenta il maggior centro di riferimento sanitario in Germania è stato sorpreso ad alterare i dati per distorcere verso l’alto la percentuale di efficacia dei vaccini.

Ma al di là di questo è diventato chiaro che l’immunità prodotta dai preparati genici i non è neanche lontanamente così forte e duratura come l’immunità acquisita attraverso l’infezione. Questo è stato ora affermato anche dalla Società di virologia tedesca in una dichiarazione ufficiale: l’immunità dura almeno un anno, ma probabilmente più a lungo anche se ovviamente non possiamo ancora saperlo. Comunque la protezione naturale contro il  Sars Cov 1  si è rivelata duratura anche oltre il decennio.

Tutto questo dovrebbe dire due cose ai governi, sempre che questi abbiano ancora la facoltà di ragione: i vaccini oltre a presentare un rischio niente affatto trascurabile non hanno né l’efficacia né la durata necessaria a eradicare il virus che poi l’unico motivo reale per il quale vengono imposti mentre l’immunità naturale finora minimizzata come negativa per gli affari, è invece forte e duratura. In pratica questo significa che il terrorismo vaccinale è sempre più terrorismo puro a scopo di intimidazione sociale ed è privo di qualsiasi  scopo che riguardi un qualche modo la tutela della saluta . Anzi va in rotta di collisione con essa  oltre che con le costituzioni. Quanto si potrà andare avanti senza che questo venga compreso anche dai più idioti? Non credo molto e mi spetto cambiamenti di regime vaccinale entro l’anno il che non vuol dire un ritorno alla normalità, ma un modo diverso di stato di eccezione.