Anna Lombroso per il Simplicissimus
Non c’è da stupirsi se oggi, 8 settembre, nessun quotidiano, né il servizio pubblico, né le rubriche variamente commemorative e neppure i blog hanno dedicato qualche riga alla ricorrenza.
Era il 3 settembre, quando a Cassibile, in Sicilia, Italia e Alleati anglo-americani firmano un armistizio, sottoscritto a nome di Badoglio dal generale Giuseppe Castellano.
Mentre tocca proprio Badoglio, la sera dell’8 settembre, leggere alla radio un proclama, anticipato qualche ora prima dalla radio angloamericana di Algeri, che annuncia, come preteso dagli Alleati, l’armistizio e la resa incondizionata dell’Italia: “Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”.
Nell’intervallo tra i due proclami i tedeschi hanno avuto il tempo di occupare quasi tutto il territorio nazionale e di allestire con la complicità dei fascisti, la punizione esemplare per i “traditori”, disarmando, deportando e uccidendo centinaia di migliaia di soldati italiani, colti di sorpresa e allo sbando, privi di istruzioni “superiori” diventati nemici da criminalizzare e cancellare come gli oppositori.
No, non stupisce: da anni è in corso, al posto del doveroso processo di storicizzazione degli eventi, una interpretazione che doveva rispondere a istanze morali volte alla pacificazione, alla soluzione “diplomatica” di contenziosi alimentati sfacciatamente da improvvisati lettori degli accadimenti, preferibilmente giornalisti prestati dalla cronaca per prodursi in un accanita ricerca di verità rimosse che servissero alla indegna equiparazione di vittime e carnefici, di partigiani e ragazzi di Salò, di martiri e boia.
La verità è che l’intento, lo stesso che ha animato la condanna alla pari di comunismo e nazifascismo da parte dell’Europarlamento, è quello di cancellare con un colpo di spugna responsabilità e crimini delle classi dominanti, ieri come oggi e in previsione del domani, quando gli stessi misfatti, sfruttamento, sopraffazione, occupazione coloniale di territori e sottomissione violenta di popoli, ruberie e repressione al fine di disperdere tradizioni e identità culturali, si ripeteranno sia pure con differenti modalità.
A fronte delle sempre più feroci disuguaglianze la volontà è quella di persuadere il pubblico dei media, delle serie e degli sceneggiati televisivi, adesso che nessuno ha l’ardire di girare “Tutti a casa”, o “Paisà” o “Roma città aperta”, che se si soffia sulla polvere del tempo, là sotto erano, sono e saranno tutti uguali, tutti con i loro umani e miserabili interessi, le loro umane e miserabili viltà, fratelli Cervi o Decima Mas.
Beh, non è così. Non è stato, non è e non dovrà mai essere così. E bisogna ricordarlo visto che è in corso una sgangherata campagna di dissoluzione della storia, di manipolazione e di criminalizzazione condotta contro gli storici colpevoli di non piegarsi a interpretazioni secondo quella contaminazione che ha fatto della politica il teatro dove soggetti che dividono le stesse mediocri aspirazioni personali, gli stessi angusti orizzonti, gli stessi interessi di bottega fingono di combattersi come i Pupi, sguainando le spade di cartone e urlando contumelie mentre sottobanco si accordano per spartirsi l’ormai scarso potere concesso alla provincia remota dell’impero ormai ridotto a espressione geografica.
Così se continui stancamente a concedere un 25 aprile sempre più abusato e sottotono, devi necessariamente elargire una speculare Giornata della Memoria che cali il velo della commemorazione sui crimini fascisti commessi durante dell’invasione della Jugoslavia da parte dell’esercito italiano, quando le truppe italiane, di concerto con quelle tedesche ed ungheresi, attaccarono il Regno jugoslavo da diversi punti e l’occuparono collaborando al massacro di centinaia di migliaia di persone, quando gli italiani brava gente contribuirono direttamente e indirettamente operazioni di sterminio, che la nostra Repubblica uscita della Resistenza non ha mai ufficialmente condannato.
Non c’è da essere negazionisti, termine ormai tanto abusato da perdere ogni qualità morale e intellettuale, se si dice apertamente che certe letture della storia sono concessioni disonorevoli offerte al fascismo di ieri che vanta ancora degli esegeti che ci ricordano che i treni andavano in orario e si bonificarono le Paludi Pontine per far dimenticare il martirio degli oppositori e la Seconda guerra mondiale, costata la vita a quasi mezzo milione di italiani, fra militari e civili.
E che fanno comodo al fascismo di oggi, quello che usa la stessa attrezzatura: sfruttamento, corruzione, repressione, ricorso a leggi ad personam o a strumenti giuridici eccezionali, censura, limitazione delle libertà, cancellazione dei diritti conquistati, delegittimazione del pensiero e delle esternazioni critiche, al servizio del totalitarismo che non è contemplato nel repertorio del Parlamento Ue, quello economico-finanziario che non ha bisogno di etichette per condurre le sue guerre imperialistiche fuori e dentro i paesi, promuovendo differenze e divisioni, dissipando risorse in una orgiastica bulimia di potere e ricchezza.
@Il Simplicissimus
“Di chi è la Repubblica Italiana?”, pubblicazione a cura di ByeByeUncleSam Blog, 10 giugno 2008
Da quanto andremo ad illustrare, la Repubblica Italiana non è certo ‘cosa nostra’… perché se davvero fosse nostra, ovvero di tutti i cittadini italiani, non si fonderebbe su dei “segreti”. “Segreti” su questioni della massima importanza, la cui esistenza configura una Repubblica sostanzialmente ‘cosa loro’.
“Loro” sono ovviamente gli Stati Uniti, che nel lontano biennio 1943-45 hanno effettuato la conquista dell’Italia, eufemisticamente chiamata “Liberazione”. “Liberazione” da noi stessi, tant’è vero che dopo oltre sessant’anni non se ne sono più andati. Potevano farlo dopo la fine dell’URSS, visto che il “problema” era il Comunismo, ma non l’hanno fatto.
L’Italia è, infatti, ‘cosa loro’, anche se gli italiani non lo devono percepire.
L’occupazione di consistenti porzioni del territorio nazionale da parte di uno Stato estero (malgrado ci abbiano informato che, dall’11 settembre 2001, “siamo tutti americani”) ed il suo mantenimento vita natural durante è possibile grazie a clausole – segrete, appunto – pudicamente definite “accordi”, che giustificano la presenza, sul territorio nazionale, di basi ed installazioni militari USA e NATO (oltre 100).
Questo è il “segreto dei segreti” – altrimenti definibile la “madre di tutte le menzogne” – della “Repubblica Italiana”. Tutti gli altri “segreti” (la “strategia della tensione”, le BR, le “trame nere”, Gladio, le “stragi di Mafia”, “Mani Pulite”, il “terrorismo islamico”ecc.) sono una conseguenza logica del “segreto dei segreti”. Pretendere la verità su questo punto non è una cosa “di destra”, “di centro” o “di sinistra”. È semplicemente una cosa sensata, da “patrioti”, se la parola “patria” non avesse assunto per i più – a causa della sua indebita appropriazione da parte di collaborazionisti e della concomitante svalutazione generata da una pseudocultura votata all’autodenigrazione – un significato distante da quello originario.
A questo punto ci sarà chi pensa che l’aver perso l’Italia una guerra – malgrado alcune conseguenze “negative” – sia stato in fondo un fatto “positivo” solo perché così il Fascismo, il “Male assoluto”, è stato sconfitto. A chi la pensa così, basta rispondere che, Fascismo o non Fascismo, l’Italia è stata occupata, tale occupazione non è mai finita (né accenna a finire), e con questo fatto tutti gli italiani devono fare i conti, in maniera sempre più evidente, prima che la crisi epocale del c.d. “Occidente” (che significa Europa distolta dal suo naturale complemento geografico, politico, economico, storico e culturale che è l’Eurasia per venire inglobata nell’Occidente, a guida anglo-americana) ci travolga in maniera irrimediabile. Ristabilire la verità sul “principale segreto della Repubblica Italiana”, sulle clausole segrete che impongono un’occupazione che sembra non finire mai, è un favore che gli italiani devono fare innanzitutto a se stessi, pena la scomparsa pura e semplice come popolo e nazione.
Ma veniamo a questi famosi (si fa per dire) “accordi” a proposito delle basi e delle istallazioni logistiche USA e NATO in Italia:
Proseguimento:
https://byebyeunclesam.wordpress.com/2008/06/10/di-chi-e-la-repubblica-italiana/
Commento.
Prima parte.
Questo nel giugno 2008, a settembre 2021, ovvero 13 anni e tre mesi dopo, non è cambiato niente di niente, vedasi:
“Nei nostri rapporti internazionali questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia: Unione europea, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite. “, Mario Draghi, suo discorso in Senato prima di incassare la fiducia più ampia della storia della Repubblica, 17 febbraio 2021
Seconda parte.
“Se uno potesse chiedere a Gramsci come mai le sinistre europee comunque denominate, a cominciare da quelle italiane, sono state travolte senza opporre resistenza dall’offensiva egemonica del neoliberismo partita nel 1947 dal Mont Pélerin Society, forse risponderebbe «perché non li avete saputi imitare»”, Prof. Luciano Gallino, luglio 2015
per sua analisi completa, vedasi:
Mont Pélerin, il vivaio degli oligarchi che ci stanno uccidendo
Questo nel luglio 2015, a settembre 2021, ovvero sei anni e due mesi dopo, solo qualcosina a livello embrionale si sta smuovendo: Liberiamo L’Italia e Riconquistare L’italia sono gli unici due nuovi movimenti politici di ispirazione socialista e sovranista che vanno in quella direzione ( ovviamente censurati sempre da TV e giornaloni ) , tutto il resto del centro sinistra – sinistra parlamentare a reggere il moccolo agli occupanti neoliberisti, chissà come perché…….!!
Cordiali saluti e buona giornata.
Fabrice
non contesto certo la partecipazione attiva di potenze o potenzine occidentali al rafforzamento del loro avamposto mediorientale, contesto la qualità delle fonti. In particolare quelle addette alla manipolazione e mercificazione della storia in favore della “pacificazione” tramite equiparazione. Quindi essendo il blog aperto ai commenti esorto a non approfittarne
@Il Simplicissims
1. Ho anche scritto subito dopo:
“2. Per approfondimenti sul determinante contributo italiano di origine fascista nella nascita della Marina Israeliana, vedasi:
Il contributo italiano nella nascita della Marina Israeliana Altomareblu”
ovviamente non potevo mettere subito dopo anche questo link altrimenti magari il post non passava subito e perchè anche altrimenti il post diventava troppo lungo, comunque, eccolo qui, arriva!
2. “Il contributo italiano nella nascita della Marina Israeliana”, di Lino Mancini per Altomareblue, 25 ottobre 2017
Leggendo l’articolo di Franco Harrauer, “I Commandos del Silenzio”, recentemente pubblicato su Alto Mare Blu, mi sono chiesto: perché a distanza di settant’anni ancora aleggia una cortina di silenzio su quelli che sono stati i contributi italiani quando nel 1948 in Israele nasce la “Forza Navale di Difesa”, praticamente la Marina Israeliana? Anche in Italia sono anni difficili dove si cerca di riorganizzare la nostra Marina disattendo, per quanto possibile e in tutta segretezza, l’articolo 59 del trattato di pace firmato a Parigi il 10 febbraio del 1947.
Questo articolo del trattato di pace, oltre che limitare il tonnellaggio del naviglio e il personale, vietava anche l’utilizzazione, la sperimentazione e la costruzione di mezzi d’assalto sia di superficie che subacquei, cioè quanto di meglio tecnicamente e operativamente era esistito nella Regia Marina Italiana. Cosa successe esattamente in proposito lo vedremo più avanti.
Premessa
Per capire se ci sono stati contributi italiani nella nascita della Marina Israeliana o di un settore specifico di questa, è necessario risalire ai primi decenni del secolo scorso quando, principalmente in Europa, i movimenti sionisti internazionali, che avevano come unico scopo l’istituzione di uno stato ebraico, iniziarono a formare la gioventù ebraica per le esigenze del futuro stato d’Israele.
Uno di questi movimementi giovanili, il “Betar”, fondato a Riga (Lettonia) nel 1923 e facente parte del “Movimento Revisionista Sionista”, composto da giovani studenti e operai, aveva come scopo principale quello di attivare una emigrazione di giovani ebrei europei verso la Palestina per contribuire alla nascita di un nuovo stato: Israele. Questi giovani ebrei, una volta in Palestina, attivavano fattorie agricole e contemporaneamente si arruolavano, per almeno due anni, in speciali brigate sia per difendere i loro nuovi insediamenti da attacchi portati dagli arabi che per partecipare, in appoggio ad altri movimenti sionisti, alla creazione di un nuovo stato ebraico.
Il Betar, non solo in Israele, ma anche nei paesi dove questi era attivo, creò delle scuole per formare istruttori e personale addestrato necessario per le proprie brigate, già attive in Palestina; nel 1930 fu perfino creata, a Tel Aviv, la prima scuola navale per la formazione di personale per azioni navali. Nel periodo tra il 1935 e il 1939 vengono create altre due scuole navali, una in Lettonia, dove furono formati circa 50 allievi, e una in Italia, a Civitavecchia, operativa fino al 1938, con la formazione di 153 allievi, buona parte dei quali faranno parte dei quadri della futura Marina Israeliana.
La nascita di questa scuola può essere attribuita direttamente alla volontà di Benito Mussolini che strinse un’intesa con Vladimir Ze’ev Jabotinsky, leader del “Movimento Revisionistra Sionista”; Jabotinsky, giornalista e soldato, aveva fondato ad Odessa nel 1919, una volta congedato dall’esercito britannico, la “Jewish Self defence Organisation” per l’ addestramento degli ebrei all’uso delle armi.
Durante la prima guerra mondiale aveva contribuito alla costituzione della brigata ebraica e con questa, inquadrata nell’esercito britannico, combatté contro gli Ottomani per la liberazione della Palestina e fu decorato dagli inglesi con l’onorificenza dell’Ordine dell’Impero Britannico per aver comandato la prima compagnia che attraversò il fiume Giordano, entrando in Israele. Ad avvicinarlo a Mussolini furono gli stessi Inglesi che nel 1930, a seguito delle posizioni del suo movimento che era favorevole ad un’azione militarmente indipendente contro gli inglesi nella Palestina mandataria, gli tolsero i visti d’ingresso. Quindi, Mussolini rappresentava un potenziale alleato contro gli inglesi e contatti discreti furono intrapresi.
L’idea di dare ai giovani una preparazione marinaresca per una futura marina d’Israele, sia militare che mercantile, nel mare vengono intraviste le maggiori potenzialità economiche del futuro nuovo stato, si concretizzò proprio con la nascita di questa scuola voluta a Civitavecchia dal rappresentante del Betar a Roma in quanto, sin dagli anni venti, esisteva in questa città una buona scuola marittima che preparava molti giovani da avviare nella marina mercantile italiana.
Questa nuova scuola del Betar aveva stretti collegamenti con la Regia Marina Italiana e buona parte degli insegnanti erano ex Ufficiali di Marina. I corsi prevedevano, oltre alla parte teorica, un tirocinio pratico a bordo e per questo scopo la scuola, con contributi provenienti da ricchi uomini d’affari ebrei, aveva acquistato nel 1935 a Marina di Massa un motoveliero da 500 tonnellate ,“I Quattro Venti”, che dopo i lavori ribattezzò con il nome di “Sara”.
L’anno successivo, con l’incremento del numero degli allievi, furono acquistati due pescherecci, uno grande e uno più piccolo, anche questi adattati con appositi lavori di trasformazione a navi scuola. Queste due nuove navi presero il nome di Neca e Lea e continuarono a svolgere, durante le campagne d’istruzione e non , attività di pesca lungo la costa tirrenica; il pescato veniva venduto ad un grossista di Santa Marinella e costituiva un finanziamento per le necessità degli studenti.
L’attività di pesca, oltre ad essere ritenuta altamente formativa per la preparazione marinaresca, sarebbe servita a creare i quadri per quella futura attività economica basata, appunto, sulle flottiglie di pescherecci che saranno una delle più fiorenti attività economiche nel nuovo stato che nascerà. Nel dicembre del 1937, il Neca, durante un’attività di pesca nelle acque tra Orbetello e Tarquinia, all’altezza di Montalto di Castro, salvò, rimorchiandolo, il peschereggio danneggiato Madonna di Loreto. Non fu richiesto dalla scuola, come previsto in questi casi, il premio dovuto per il salvataggio e questo fece accrescere la simpatia nei confronti dei giovani ebrei di Civitavecchia.
La scuola di Civitavecchia aveva tutte le premesse per stabilire un forte legame con la Regia Marina Italiana e quindi creare quelle basi che sarebbero state utilissime nella nascita della futura Marina Israeliana ma, nel 1938, il governo fascista cambia atteggiamento nei confronti degli ebrei e con la promulgazione delle leggi razziali, un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi contro le persone di fede ebraica, la scuola deve chiudere; uno dei provvedimenti prevede che i ragazzi ebrei vengano allontanati dalle scuole pubbliche.
Da questo momento, la formazione navale dei nuovi allievi proseguirà prevalentemente in Palestina, nella scuola navale di Telaviv, in Inghilterra e negli Stati Uniti. Durante la seconda guerra mondiale alcuni degli ex allievi di Civitavecchia si arruolarono nella Royal Navy mentre altri furono comandanti o membri degli equipaggi delle navi di “Aliyah Bet”l’organizzazione dedita all’immigrazione clandestina degli ebrei in Palestina.
Il 29 maggio 1948, meno di due settimane dopo la creazione dello Stato d’Israele avvenuta il 15 maggio, il governo provvisorio creò le Forze di Difesa Israeliane che avrebbero sostituito l’Haganah, organizzazione nata nel 1928 per la difesa d’Israele. L’Haganah nel 1941 aveva perfezionato la sua organizzazione militare con la creazione del Palmac che costituisce la prima ossatura delle Forze Armate Israeliane. Nelle Forze di Difesa fu prevista la “Forza Navale di Difesa”, praticamente la nascente Marina Israeliana, e in questa confluirono oltre agli uomini del Palyam, una compagnia creata nel 1946 che costituiva la forza navale del Palmac, anche quelli del Betar, formati in Italia, nonchè personale proveniente dalla Marina Mercantile e dalla Royal Navy.
Il Palyam, tra il 1946 e il 1948, aveva operato prevalentemente nelle attività sia di attacchi subacquei che nella scorta delle navi di Aliyah Bet (Organizzazione per l’Immigrazione Clandestina).
Nascita della Tredicesima Flottiglia – “ Shayetet 13”
La situazione geopolitica in Europa, alla fine della seconda guerra mondiale, era tale da favorire ogni attività dei servizi segreti intese a prendere posizioni per contrastare attività anche degli ex alleati. Gli americani erano quelli che lavoravano per contrastare i comunisti, per far cadere l’impero inglese e, non ultimo, per tenere sotto controllo il mondo arabo.
Proprio per contrastare gli inglesi e il mondo arabo, quale migliore occasione se non appoggiare il Mossad Israeliano? In Italia, il Mossad si muoveva con una certa libertà dal momento che con le autorità italiane c’erano dei buoni rapporti anche se a livello informale e le autorità italiane, a loro volta, con la politica dei piedi in due staffe, pur non volendo inimicarsi gli arabi non avevano nessuna intenzione di contrastare il potente mondo sionista e quindi era conveniente aiutarli.
Proseguimento:
https://www.altomareblu.com/contributo-italiano-nascita-marina-israeliana/
3. Commento finale.
Poi certo si può anche ignorare/negare l’evidente contributo italiano di origine fascista nella nascita della Marina Israeliana, ognuno libero di pensarla come vuole, c’è chi la storia della seconda guerra mondiale la vede/la vuole vedere come un film hollywoodiano di buoni virtuosi contro cattivi malvagi e c’ è anche chi come me e come pochi altri, la vede in altro modo, così come ovviamente per tante altre guerre, ovvero:
“Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad ‘usum delphini’, e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa”, Honoré de Balzac, ( 1799-1850 ), scrittore francese.
Sia ben chiaro, onde evitare equivoci, non è che sto a vantare l’origine fascista del contributo italiano nella nascita della Marina Israeliana, ma proprio per niente, neanche lontanamente, anzi per dirla tutta la nascita d’Israele fu determinata anche da violenze inaudite contro la locale storica popolazione palestinese, ergo, la segnalazione era quindi solo a titolo di esempio emblamatico per quanto appena detto che già comunque avevo detto nel commento finale del mio ultimo post.
4. Cordiali saluti e buona giornata,
Fabrice
e anche Repubblica non è proprio fonte gradita come d’altra parte i cronisti prestati alla storia, da Pansa A Montanelli
Riferimento:
“A fronte delle sempre più feroci disuguaglianze la volontà è quella di persuadere il pubblico dei media, delle serie e degli sceneggiati televisivi, adesso che nessuno ha l’ardire di girare “Tutti a casa”, o “Paisà” o “Roma città aperta”, che se si soffia sulla polvere del tempo, là sotto erano, sono e saranno tutti uguali, tutti con i loro umani e miserabili interessi, le loro umane e miserabili viltà, fratelli Cervi o Decima Mas.”, a metà pagina dell’articolo.
A titolo di cronaca, controinformazione storica. Seconda parte.
1. “Il Mossad, l’Italia e la Decima Mas”, di Fabio Scuto per La Repubblica, 25 febbraio 2010
Dopo la fine della Seconda Guerra mondiale l’ Italia era diventata la base operativa dell’ organizzazione responsabile dell’ immigrazione ebraica clandestina post bellica, la “madre” di uno dei più potenti e abili servizi segreti del mondo: il Mossad. Erano anni confusi, anni curiosi – scrive Eric Salerno in Mossad, Base Italia (Il Saggiatore, pagg. 255, euro 19) – fatti di alleanze strane e lealtà confuse. Ebrei e inglesi contro la Germania nazista, altri ebrei che guardavano con simpatia i tedeschi perché nemici dei colonizzatori britannici in Palestina. Tutti fedeli al vecchio adagio mediorientale: il nemico del mio nemico è mio amico. Per la sua posizione geografica l’ Italia fu il luogo scelto dai fondatori del Mossad – il leggendario Yehuda Arazi, impersonato nel film Exodus da Paul Newman,e Mike Harari, lo 007 più famoso di Israele che da spia ormai in pensione ha accettato di rivelare a Salerno alcune delle sue verità sulle origini del servizio segreto – per impiantare la loro rete per il transito degli ebrei verso la Palestina: ventiseimila in meno di tre anni. Il Mossad poté contare all’ epoca e negli anni a venire su un altro fattore determinante: il beneplacito delle autorità politiche italiane – dalla Dc di De Gasperi, al Pci di Togliatti, al Msi di Romualdi. Alla fine della guerra l’ Italia era nel caos, il contrabbando infuriava e i depositi d’ armi degli Alleati venivano svuotati per rifornire ex-partigiani e gruppi di destra, arabi e ebrei: bastava avere soldi in contanti. Il giro di spie doppie e anche triple era vasto, un complesso gioco di specchi che solo menti raffinate potevano gestire. Come il colonnello delle SS Walter Rauff – l’ inventore dei terribili “furgoni a gas” – arrestato in Italia, salvato dagli americani a Norimberga e agganciato poi dal Mossad. Diventato consigliere militare in Siria, il doppiogiochista venne poi “esfiltrato” e munito di documenti falsi dal Mossad per fuggire in Sudamerica dove poi offrì i suoi servigi al dittatore cileno Pinochet. O come il “capo di terza” Fiorenzo Capriotti della Xª Mas di Junio Valerio Borghese che dopo un internamento di cinque anni venne segnalato dai nostri servizi come istruttore per gli incursori della nascente marina di Israele dalla quale poi fu congedato con tutti gli onori
Proseguimento:
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/02/25/il-mossad-italia-la-decima-mas.html
Questo articolo non lo dice e il libro di Eric Salerno neanche, ma Fiorenzo Capriotti della Xª Mas di Junio Valerio Borghese scrisse poi un libro a riguardo:
“Diario di Un Fascista Alla Corte di Gerusalemme”
2. Per approfondimenti sul determinante contributo italiano di origine fascista nella nascita della Marina Israeliana, vedasi:
Il contributo italiano nella nascita della Marina Israeliana Altomareblu
3. “Mossad base Italia. Le azioni, gli intrighi, le verità nascoste.”, di Eric Salerno , Il Saggiatore, 2010
Descrizione
Nel 1945, lo stato di Israele non era ancora sorto. Per la sua posizione geografica nel Mediterraneo, l’Italia era il luogo ideale scelto dai fondatori del Mossad, – il leggendario Yehuda Arazi, meglio noto col nome in codice “Alon”, impersonato nel film Exodus da Paul Newman, e Mike Harari, l’uomo che ha accettato di svelare all’autore di questo libro i segreti della sua vita di spia – per impiantare la loro rete e diventare così il principale luogo di smistamento dell’immigrazione clandestina di ebrei europei e la base di transito dei militanti delle organizzazioni terroristiche ebraiche. Oltre a quello geografico, il Mossad potè godere in Italia di un altro fattore decisivo: il beneplacito delle autorità politiche, disposte a “chiudere un occhio, e possibilmente due” dinanzi alle operazioni clandestine, che permisero all’esercito israeliano, in pochi anni, di superare la capacità militare di tutti gli eserciti arabi messi insieme. A Roma il quadrilatero intorno a via Veneto sembrava un quartiere della Casablanca di Bogart, pullulante di spie e di agenti segreti con licenza di uccidere: personaggi reali fatti rivivere da Eric Salerno attraverso i ricordi di Mike Harari, che per la prima volta abbandona i suoi nomi in codice e viene allo scoperto.
Si trova anche su IBS.
Diciamo anche che quel beneplacito delle autorità politiche italiane derivava a sua volta dal beneplacito delle autorità politiche americane ai massimi livelli, chissà come perché…..
4. Commento Finale
“Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad ‘usum delphini’, e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa”, Honoré de Balzac, ( 1799-1850 ), scrittore francese.
Riferimento:
“A fronte delle sempre più feroci disuguaglianze la volontà è quella di persuadere il pubblico dei media, delle serie e degli sceneggiati televisivi, adesso che nessuno ha l’ardire di girare “Tutti a casa”, o “Paisà” o “Roma città aperta”, che se si soffia sulla polvere del tempo, là sotto erano, sono e saranno tutti uguali, tutti con i loro umani e miserabili interessi, le loro umane e miserabili viltà, fratelli Cervi o Decima Mas.”, a metà pagina dell’articolo.
A titolo di cronaca, controinformazione storica. Prima parte.
“Figli e figliastri”, di Franca Poli per Ereticamente , giugno 2015
Il desiderio di scrivere brevemente la storia della famiglia Govoni nasce dal fatto che recandomi nella biblioteca comunale del mio paese, non solo non ho trovato libri che ricordassero la vicenda dei sette fratelli, ma ho dovuto scontrarmi per l’ennesima volta con il muro di omertà eretto dalla sinistra dopo la guerra verso le vicende di sangue e gli orrori commessi dal partigianato locale contro cittadini innocenti. Infatti la direttrice nel comunicarmi che non c’erano libri inerenti l’eccidio di Argelato, ha candidamente ammesso, minimizzando, che non conosceva assolutamente l’avvenimento, stringendosi nelle spalle, come se non fosse mai successo. Mi avvarrò dunque nel raccontare, per date, nomi e riferimenti precisi, di quanto letto più volte nei testi di Giorgio Pisanò.
Gli unici sette fratelli martiri noti e di cui si potevano trovare molteplici pubblicazioni in biblioteca, sono i fratelli Cervi per i quali, al contrario, nel corso degli anni le onorificenze si sono sprecate. A Campegine, la loro casa è stata trasformata in “museo della resistenza”, ogni 25 aprile le organizzazioni di partito da settant’anni a questa parte incessantemente hanno convogliato in visita comitive di cittadini provenienti da ogni parte d’Italia, intere scolaresche al fine di ottenebrare i giovani cervelli degli studenti con le menzogne apologetiche che hanno raccontato e che continuano a propinare. I capi di stato si sono susseguiti nella visita “obbligata” a rendere omaggio agli eroi della campagna emiliana e Pertini ebbe a sottolineare come la storia dei Cervi aiuti a divenire antifascisti avvalendosi dei valori “più elementari ed essenziali: l’amore per l’uomo, il culto della famiglia, la passione per il lavoro dei campi”.
Dimenticava, il presidente più amato dagli Italiani, che poco lontano da quel paese, nella stessa fetta di pianura padana, esattamente a Pieve di Cento, vivevano altri sette fratelli, allevati anch’essi nel culto della tradizione popolare, ragazzi con grande passione per il lavoro, fedeli alla Patria e devoti alla famiglia. Dimenticavano volutamente lui e tutti gli altri di ricordarli e di far conoscere l’inutile massacro che subirono solo perchè due di loro erano fascisti, avevano osato dunque schierarsi “dalla parte sbagliata”, pertanto scrittori e giornalisti non hanno riportato storie e articoli commoventi sulla triste vicenda di questa famiglia poiché ancora oggi, non merita pietà, né rispetto chi ha vestito la camicia nera.
Andando in visita al loro paese non troverete musei, né monumenti e nemmeno allegre comitive di compagni in gita di istruzione, nessuna indicazione stradale con scritto “casa dei fratelli Govoni”, nei luoghi del loro martirio nemmeno un semplice cartello con la dicitura “qui morirono sette innocenti, che, a guerra finita, prelevati dalle mura paterne, furono ingiustamente e senza nessun motivo trucidati” eppure è successo, è tutto vero, era l’11 maggio 1945.
Il conflitto che aveva insanguinato l’Italia e l’Europa era finito da poco, ma gli spargimenti di sangue non erano ancora terminati, anzi stava cominciando la stagione delle vendette, della prevaricazione, dell’odio di parte, dei delitti di civili innocenti. La famiglia Govoni, abituata ai sacrifici, si era rimboccata le maniche e aveva ricominciato di buona lena a lavorare il terreno, una sera di primavera nella campagna bolognese, tutto intorno profumo di fieno appena tagliato, nella loro casa colonica fecero irruzione in cucina alcuni uomini, sedicenti eroici partigiani, che prelevarono l’unico dei fratelli trovato in casa a quell’ora: Marino. Gli altri erano in giro per il paese, i più giovani addirittura erano andati a ballare, perchè non avevano niente da temere, infatti proprio pochi giorni prima, dopo l’arrivo delle truppe angloamericane, erano stati arrestati, interrogati e ovviamente rilasciati poichè nulla era emerso a loro carico. Non sospettavano di essere stati inseriti, senza colpa alcuna, in “una lista nera” redatta da una banda che da quando era finita la guerra spadroneggiava in quella zona e che, approfittando del caos di quei tristi giorni, sostituendosi alle autorità, si era assunta persino il ruolo di forza di polizia, e che compì orrendi crimini di cui peraltro si era già macchiata durante i mesi della RSI. Era la “2a brigata Paolo” guidata da Marcello Zanetti ,detto “Marco”, vicecomandante e commissario politico era Vittorio Caffeo “Drago”; a seguire ne fecero parte Adelmo Benini detto “Gino”, Vitaliano Bertuzzi , detto “Zampo” e a capo della polizia partigiana fu invece Luigi Borghi, detto “Ultimo” un esponente dei GAP bolognesi, la formazione terroristica che nella sola città capoluogo fu artefice di centinaia di uccisioni. L’infame lista, come poi risultò dagli atti processuali fu stilata dal comunista Caffeo, che godeva di grande quanto inquietante ascendente sui suoi gregari. La sede della banda era proprio San Pietro in Casale, il paese della famiglia Govoni.
La sera stessa sul tardi, tornarono a casa Govoni e trovarono tutti gli altri figli: Dino, Emo, Giuseppe, Augusto e Primo. Li caricarono su un camion e li portarono via, alle angoscianti domande della madre che, con terrore, ne chiedeva il motivo, quegli uomini senza scrupoli risposero che i suoi figli sarebbero stati interrogati e rilasciati, che era una semplice “misura di Polizia”. Amara fu la scoperta di trovare già sul camion anche la sorella Ida. La più piccola di loro, sposata da poco tempo, era stata prelevata dalla sua casa dove viveva col marito Angiolino Cevolani, e dove aveva dovuto lasciare Paola la sua piccola bambina di appena due mesi. L’unica a salvarsi era stata l’altra sorella Maria anch’essa sposata, che viveva però ad Argelato e che non erano riusciti a rintracciare.
Proseguimento:
https://www.ereticamente.net/2015/06/figli-e-figliastri.html
Ereticamente non ha cittadinanza qui..
Sì… no si commemora più 8 settembre… in questo paese vissuto con ossessione di ritorno fascismo per oltre 70 anni… ora che fascismo tornato operativo mutato a mo di virus in nazifasciocomunismo… nessuno osa banfare… manipoli di antifascisti professionisti dissolti… oppure fattivamente aggregati…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Si può leggere :
https://www.maurizioblondet.it/per-curarsi-a-casa/
Si può leggere :
IL GREEN PASS DISSACRA IL DIO VACCINO
su
ComidadPuntoOrg
Si può leggere :
https://comedonchisciotte.org/scuola-e-green-pass-si-parte-male/
Si può vedere :
https://www.byoblu.com/2021/09/08/tensione-allordine-degli-infermieri-ci-chiudono-le-porte-in-faccia-raffaele-varvara-comitato-di-sana-e-robusta-costituzione/
Grazie per aver ricordato. E’ doveroso, perchè oggi, con ogni categoria che si fregia della propria professionalità, che rappresenta solo un guscio vuoto di memoria, se esiste ancora qualcuno che lo fa, vuol dire che si sente depositario degli avvenimenti che hanno segnato il destino degli italiani, quindi possiede una consapevolezza collettiva storica preziosa.
Oggi, se prendiamo i giornalisti, il loro modo di fare è fazioso, come ha notato e sottolinea Massimo Mazzucco in un articolo rivelatore.
https://bacheca.scienzacoscienza.com/scienza-tecnologia/salute-medicina/vaccini-epidemie/vi-spiego-i-novax-lettera-aperta-ai-giornalisti/
Questo vale ancor di più per i politici, i nostri pastori ormai a servizio di varie corporations, dietro le quali i manovratori, che ho sempre pensato potessero essere le mafie internazionali, talmente ricche e potenti, grazie al ritmo frenetico delle attività globali, si sono sviluppate esponenzialmente in modo anomalo e non più sostenibile, con l’aiuto sdoganato della cocaina in tutti i campi, e del proliferare degli armamenti, necessari per guerre inutili.
Sembra un’esagerazione, ma penso che sia la realtà.
http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2021/09/tecnocrazia-virale.html#more
“che servissero alla indegna equiparazione di vittime e carnefici, di partigiani e ragazzi di Salò, di martiri e boia.”
Equiparare in modo diabolico e perverso, l’aggressore-oppressore a chi legittimamente si difende da esso, in un contesto di guerra, ad armi Spesso impari a vantaggio dell’aggressore-oppressore…