Praticamente tutte le epidemie sono sate accompagnate da pregiudizi e da discriminazione di alcuni gruppi sociali o etnici e razziali ritenuti responsabili della malattia e della sua diffusione. E questa falsa epidemia non fa eccezione, se pensiamo che in Germania contro ogni evidenza scientifica e fattuale un governo fra i più reazionari e stupidi del pianeta, sta tentando di creare l’idea di un’ “epidemia dei non vaccinati” per attribuire a coloro che non hanno a cuore le finanze di Big Pharma, la colpa dell’aumento dei contagi quando sono proprio quelli che hanno fatto le punture ad essere maggiormente soggetti alle infezioni e al trasporto dei virus, si capisce bene come certe reazioni primitive sono tuttora il pane quotidiano delle civiltà ancora incivili. E non a caso tutte le “associazioni” fatte in passato tra epidemie e colpevoli sono insensate e riflettono solo la pulsione ad attribuire le colpe che nel caso attuale va a chi non accetta di essere una cavia e dunque è sostanzialmente inviso a chi ha invece ceduto per paura o per futili motivi a questa condizione.
Una delle più stupide reazioni si ebbe durante la peste della metà del ‘300 quando quasi dovunque, ma principalmente oltre le Alpi i gatti vennero ritenuti responsabili del contagio e quindi uccisi in massa. La relazione tra peste e gatti derivava esclusivamente da fattori simbolici, dal fatto che questi animali erano spesso associati alle streghe e alla stregoneria e dunque col male. Il fatto è che diminuendo i gatti aumentarono i topi che erano i veri diffusori del bacillo e dunque si ottenne l’effetto di aumentare la diffusione della malattia. Quando l’uccisione dei gatti divenne la conseguenza involontaria dell’aumento dell’infestazione di roditori e dell’esacerbazione della peste, i cittadini considerarono e scoprirono che le loro politiche non erano abbastanza rigorose e iniziarono a uccidere anche i proprietari di gatti. Quella stessa epoca – in cui morì quasi la metà della sua popolazione a causa della peste – ci ha anche dato il concetto di quarantena che i moderni propagandisti citano regolarmente (ma erroneamente) come un precedente per le segregazioni. Qualcosa che rassomiglia molto alla strage di cani in Australia, considerati come untori perché uniscono gli appassionati in pericolosi assembramenti. Tuttavia quando anche l’uccisione dei proprietari dei piccoli felini si rivelò insufficiente allora i buoni cristiani cominciarono ad accusare gli ebrei di essere gli untori. Poiché alcune comunità ebraiche furono inizialmente risparmiate dall’epidemia i cristiani le accusarono di essere responsabili della diffusione del morbo. Alcuni sostenevano che essi avessero avvelenato i pozzi o, come diceva uno squilibrato teorico della cospirazione medievale, gli ebrei “volevano spazzare via tutto il cristianesimo attraverso i loro veleni da rane e ragni mescolati con olio e formaggio.” Qualcosa che ancora oggi riecheggia in certi discorsi.
Ma in generale gli estranei a qualunque etnia appartenessero furono considerati come portatori del male e dunque da eliminare in qualche modo per proteggersi dal morbo. Questa specie di archetipo lo si vede all’opera in una malattia che giunse qualche secolo dopo quando, probabilmente dalle Americhe, fu portata la sifilide A differenza della peste, la sifilide uccideva molto lentamente le sue vittime e non provocava lo stesso panico che accompagnava la peste. Tuttavia, poiché si è diffusa in tutta Europa, ogni popolazione ha inevitabilmente incolpato gli altri per questa malattia. Si dice che i primi casi furono osservati durante la discesa di Carlo VIII° in Italia e precisamente durante la permanenza del sovrano a Napoli, così che la sifilide per i francesi divenne il mal napolitain e per gli italiani il mal francese o morbo gallico. Poiché agli scontri contro i francesi parteciparono anche formazioni di lanzichenecchi e di spagnoli pure in Germania e Spagna si parlò di mal francese. Ma in Polonia la sifilide è il mal russo, per i persiani è il male turco, per i mussulmani il male indù. Gli unici in qualche modo giustificati sono i giapponesi che chiamano la sifilide male portoghese, essendo effettivamente arrivato con le caravelle di quella nazione.
Più recentemente gli immigrati ebrei negli Stati Uniti, gli antichi portatori di peste, furono accusati di portare negli Stati Uniti il ”mal sottile, meglio noto come tubercolosi. E’ impossibile risalire all’origine di questa assurda leggenda tanto più che come si evince dai registri gli ebrei avevano un’aspettativa di vita più lunga rispetto alla media e avevano meno probabilità di sviluppare la tubercolosi. Tuttavia, ciò non ha impedito a questi “teorici razziali” di utilizzare queste affermazioni per giustificare restrizioni draconiane all’immigrazione negli anni ’20. Il che ci fa capire bene come il male e la colpa si scambino frequentemente i ruoli mentre ai virus e ai batteri non importa proprio nulla se uno è di Wuhan o Milano, Berlino o Vienna o Parigi. E per finire in bellezza un aneddoto che illustra ampiamente la fallacia di queste credenze, presenti e operanti a livello inconscio anche nei ricercatori, soprattutto quella che riguarda l’efficacia dei blocchi che in realtà nasce dalla diffidenza verso gli altri: nel 1973 un gruppo ricerca rimase isolato in Antartide per 17 settimane quando fu colpito da un’infezione da coronavirus. E’ una delle tante evidenze che l’anno scorso spinse Michael Levitt, docente di Biofisica a Stanford e Premio Nobel per la Chimica nel 2013 a prendere posizioni contro i blocchi e la loro inutilità subito azzannato dalla torma di Cazzuli, cazzoni, cazzari, da cui è composta l’informazione. Che siano loro a diffondere l’infezione?
Salve, ho cercato in rete informazioni più dettagliate sui ricercatori colpiti da coronavirus nel 1973 in antartide purtroppo senza successo. Qualcuno potrebbe aiutarmi?
Grazie
mi piacerebbe leggere di più
Almeno allora la peste era reale e molto letale. In quanto a isteria di massa siamo molto avanti a qualsiasi precedente.
Si può vedere-leggere :
https://ngtax.it
Cazzulli, cazzoni e cazzari lo trovo superbo, esilarante e profondamente significativo.
Bravissima. Come sempre.
Excursus storico gustoso e discretamente istruttivo.
ERRATA CORRIGE
In luogo di:
“E non a caso tutte le “associazioni” fatte in passato tra epidemie e colpevoli sono insensate e riflettono solo la pulsione ad attribuire le colpe che nel caso attuale va a chi non accetta di essere una cavia e dunque è sostanzialmente inviso a chi ha invece ceduto per paura o per futili motivi a questa condizione.”
LEGGI (per es.):
“E non a caso tutte le “associazioni” fatte in passato tra epidemie e colpevoli sono insensate e riflettono solo la pulsione ad attribuire a casaccio le colpe, che nel caso attuale vanno a chi non accetta di essere una cavia e dunque è sostanzialmente inviso a chi ha invece ceduto per paura o per futili motivi a questa condizione.”