Proprio ieri ho pubblicato un post sul clima nel quale ho cercato di mostrare, anche se in estrema sintesi, che il riscaldamento globale o per meglio dire la sua improvvisa urgenza e le sue connotazioni catastrofiche, nascono più da un coacervo ideologico che dai dati effettivi che peraltro sono influenzati da questa ipotesi più che testimoniarla. Capisco benissimo la difficoltà di gettare qualche salutare ombra su visioni ormai “intoccabili” e da qualche anno patrimonio non solo dell’area critica rispetto al neoliberismo, ma entrate a sorpresa anche nei topoi del pensiero unico. Conosco la difficoltà perché io stesso ho fatto qualche fatica ad avere una visione più oggettiva rispetto al catastrofismo imperante, ma ad ogni modo ho voluto affrontare il tema perché ormai il dibattito internazionale sul Green deal europeo sta mettendo in luce non solo l’ambiguo contenuto ideologico, ma il disastro a cui il continente va incontro. Di fatto si tratta un programma di disintegrazione pianificata dell’economia industriale dell’UE che viene imposto da poteri non eletti, in nome di una mera ipotesi scientifica, nemmeno poi tanto prevalente come si vorrebbe far credere e di un rapporto non provato e comunque non automatico tra Co2 e riscaldamento globale, basandosi su studi che “dimenticano ” di calcolare l’influenza della maggiore o minore irradiazione solare. Il tutto approfittando, approfittando dello sbandamento sociale provocato dalla mistificazione pandemica.
L’agenda verde “Fit for 55” che secondo un notissimo commentatore internazionale sembra più la pubblicità di uno studio medico per persone di mezza età, distruggerà l’industria dei trasporti, dell’acciaio, del cemento, nonché la produzione di energia elettrica da carbone e gas, senza però ottenere alcuno scopo concreto se non quello di distruggere attraverso il mercato della Co2 le piccole e medie imprese, dando sempre più spazio ai grandi gruppi globalizzati che è poi il vero obiettivo di questa follia. Per il resto ciò che non si potrà più produrre in Europa verrà prodotto altrove e il risparmio di Co2 risulterà solo una temporanea illusione o mistificazione che sarà sbaraccata una volta ottenuti i veri risultati voluti. La cosa stupefacente è che tutto questo non si sia capito fin dal primo momento e il governo Draghi ne abbia fatto il fulcro della propria azione. Adesso M5s e Lega scendono dal pero e dicono che la transizione è troppo rapida e che potrebbe cancellare ll 20 per cento della nostra industria, ridurre il pil di 350 miliardi e provocare 1 milione e 200 mila disoccupati. Un niente se si pensa che la sola sola industria automobilistica lascerà a casa 2,4 milioni di operai e non meno di 600 mila legati alla filiera dell’acciaio. Stiamo parlando delle ultime produzioni reali del continente. E poi cosa sostituirà l’energia mancante visto il pochissimo tempo a disposizione? L’unica risposta è il nucleare.
Tutte cose assolutamente chiare fin dai primi documenti. Adesso ve ne accorgete o se ne è accorta per voi Confindustria? Adesso capite il perché della discesa in campo di Draghi anzi tempo? Adesso capite perché i circuiti del globalismo hanno creato Greta non per dire che c’è il riscaldamento globale, ma che esso distruggerà il pianeta in pochi anni? Pure sciocchezze per dare il destro di accelerare trasformazioni ad un ritmo insostenibile non solo per l’economia, ma anche per la democrazia, senza in realtà porre alcun rimedio ai problemi ambientali, anzi moltiplicando l’inquinamento con tecnologie tra le più sporche esistenti e per le quali non esiste rete di smaltimento. Del resto Bill Gates all’inizio di quest’anno ha detto che se si pensa che le misure per il Covid siano cattive, bisogna attendere quelle per il riscaldamento globale. Ma non vi preoccupate, non ci badate, si sa che io sono complottista e che sono sovrastato dal pensiero magico: vedrete invece andrà tutto bene. Per loro s’intende.
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“Come previsto: ecco il Green New Deal targato Biden”, di S. Magni per La Nuova Bussola Quotidiana
15 aprile 2021
Uno dei motivi per cui Joe Biden, nelle elezioni del 2020, si era affermato come candidato moderato era il suo rifiuto del Green New Deal, il piano per trasformare l’economia americana secondo i dettami dell’ideologia ecologista. Eppure il piano di Biden per le infrastrutture… è il Green New Deal. Lo rivela il Wall Street Journal.
Uno dei motivi per cui Joe Biden, nelle elezioni del 2020 si era affermato come candidato democratico moderato era il suo rifiuto del Green New Deal. Il mega-piano industriale ecologista, proposto dalla deputata della sinistra progressista Alexandria Ocasio Cortez, era stato fatto proprio dai candidati più massimalisti, come Elizabeth Warren, ma rifiutato da Biden. Anche per questo aveva vinto le elezioni primarie, con i voti di Stati che vivono grazie a gas, carbone e petrolio. Nella campagna elettorale per le elezioni presidenziali, Donald Trump, nel terzo dibattito televisivo, era comunque riuscito a far confessare al suo avversario la volontà di azzerare l’uso di fonti energetiche fossili. Una decisione su cui si gioca il futuro di intere regioni americane, nel Midwest, così come nel Sud. Ora che Biden ha presentato ufficialmente il suo programma per le infrastrutture, introducendolo al pubblico come il più ambizioso dai tempi di Roosevelt (1933-1945), si scopre che è un Green New Deal sotto falso nome. A svelare gli altarini è il quotidiano economico Wall Street Journal, che ha analizzato il piano, punto per punto.
L’autorevole giornale ha individuato i punti cardine del piano infrastrutturale, quelli che comportano una spesa pubblica maggiore: costruzione di nuovi edifici e restauro di vecchi secondo criteri di risparmio energetico, lavori di miglioramento dell’efficienza energetica delle case popolari, nuovi incentivi per le energie rinnovabili, per le batterie elettriche, penalizzazione per le reti elettriche che usano ancora fonti fossili e costruzione di nuove reti basate sulle rinnovabili, incentivi per le auto elettriche, finanziamenti pubblici alla ricerca su energie verdi (rinnovabili, idrogeno, biocarburanti) e altre tecnologie ecologiche.
Sulla carta si tratta di progetti ambiziosi ed encomiabili, per tenere gli Usa al passo coi tempi. Sulla carta. Di fatto, una piccola analisi costi/benefici rivela come i costi siano molto superiori rispetto ai benefici. E che dunque si tratti di scelte ideologiche più che economiche. Il Wall Street Journal parte dai 213 miliardi di dollari che verranno stanziati per la costruzione o il restauro di edifici secondi criteri di risparmio energetico: saranno costituiti prestiti federali, crediti fiscali e dal Weatherization Assistance Program, giudicato inefficiente dal Wsj. In un precedente suo intervento nel Michigan, ricordato dal quotidiano, quest’ultimo ha speso, nell’investimento iniziale, il doppio di quanto si sia risparmiato grazie all’efficienza energetica. Anche i 40 miliardi che verranno investiti nei restauri delle case popolari (per adattarle ai nuovi criteri di efficienza energetica) rischiano di essere in gran parte sprecati, come dimostra il precedente di un investimento analogo effettuato New York.
L’obiettivo più ambizioso di Biden è la trasformazione della rete elettrica, che attualmente è alimentata per più del 50% da fonti energetiche fossili, come gas, carbone e petrolio. La sostituzione di una rete di fonti fossili, con una di fonti rinnovabili comporta rischi enormi: fonti come l’eolico e il solare dipendono troppo da elementi incostanti della natura, come appunto il vento e il sole. Si rischia di incorrere in blackout dovuti alla produzione discontinua dell’energia. Per questo, nel piano di Biden si prevede un forte incentivo (crediti fiscali e sussidi) a chi ricerca e produce batterie per accumulare energia. Ma siccome, allo stato attuale e nel futuro prevedibile, le batterie non basteranno per rendere costante l’erogazione di energia elettrica, ad esse si affianca la costruzione di nuove linee elettriche, dagli Stati più ventosi e assolati a quelli più svantaggiati dalla natura. Basterà? A prima vista parrebbe un balzo indietro, a quando l’uomo dipendeva dagli elementi della natura. In ogni caso, visto che queste tecnologie hanno poco mercato, sarà sempre lo Stato a far la parte del leone, a dirigere il nuovo progresso, a colpi di incentivi e anche punizioni, come il programma Energy Efficiency and Clean Electricity Standard che obbligherà, di fatto, ad abbandonare le fonti energetiche fossili.
Riferimento e proseguimento:
https://lanuovabq.it/it/come-previsto-ecco-il-green-new-deal-targato-biden
Breve commento.
Oups, ma che strane coincidenze……!!
1. Reminder-Integrazione
“BlackRock – La chiave “green” per Mario Draghi e l’Unione Europea”, redazione di Attivismo Info
21 febbraio 2021
https://www.attivismo.info/blackrock-la-chiave-green-per-mario-draghi-e-lunione-europea/
In particolare, il seguente passaggio dell’articolo:
CARI INVESTITORI VI SCRIVO
Vediamo cosa sostiene il numero uno di BlackRock, Larry Fink, nella lettera annuale appena inviata ai Ceo delle aziende in cui BlackRock investe per i suoi clienti, cifre sempre più iperboliche e addirittura in crescita nel ‘drammatico’ (per i comuni mortali) 2020.
“Il 2020 è stato un anno storico per gli investimenti sostenibili. Molti pensavano che il Covid avrebbe rallentato il processo di riorientamento verso scelte di investimento sostenibili, invece è successo l’opposto: lo slancio è cresciuto a livello globale. Aziende, governi, investitori si sono focalizzati sul principio delle zero emissioni nette, per costruire un’economia in cui l’anidride carbonica prodotta non superi quella rimossa dall’atmosfera, entro il 2050. Questo slancio globale verso la neutralità carbonica preannuncia un drammatico rimodellamento dell’economia e profonde implicazioni per le aziende e i portafogli dei nostri investitori”.
2. Commento Finale.
Cioè in pratica, Vanguard e Blackrock che risultano fra i maggiori investitori istituzionali di Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson, sono poi anche i primi due investitori istituzionali in Goldman Sachs che a sua volta consiglia i suoi investitori di non puntare su farmaci troppo efficaci , nel caso specifico Covid-19 trattasi delle terapie domiciliari precoci con normali farmaci davvero efficaci e poco costosi, ma di puntare invece a pool di pazienti stabili per i quali il potenziale della cura comporta meno rischi per il business, vedasi nel caso specifo queste terapie geniche sperimentali che chiamano impropriamente vaccini, da ripetersi spesso e poco efficaci, e per non farsi mancare niente a capo di tutto questo in Italia hanno messo Mario Draghi che è stato vicepresidente della Goldman Sachs che a quei tempi lo pagò più che profumatamente, e Blackrock rappresenta anche la chiave “Green” per la UE attraverso il Recovery Fund, e il “Green Deal” è uno dei pilastri fondamentali del Grande Reset, insomma, nella demolizione controllata dell’economia tramite fake pandemia per dare spazio al Grande Reset in cui il “Green Deal” è uno dei suoi pilastri fondamentali ( altri: digitalizzazzione, intelligenza artificiale, robotica avanzata, reddito di base universale tramite valuta digitale…. ), Blackrock, Goldman Sachs e Big Pharma incominciano a fare miliardi di dollari con queste terapie geniche sperimentali che chiamano impropriamente vaccini, e in Italia Mario Draghi è un mero esecutore delle loro avide e perverse manie di accumulo infinito di soldi e potere a qualsiasi costo senza alcun tipo di remore morali, insomma dei geni del male!!
Comunque, per concludere davvero, dei geni del male si fa per dire, in quanto hanno gioco facile poiché TV e giornaloni gli reggono il moccolo 24 ore su 24, altrimenti le loro intenzioni malevoli sarebbero state subito scoperte e loro come minimo mandati al diavolo a suon di pernacchie!!
3. Cordiali saluti e buona serata.
Fabrice
Reminder- Integrazione
“Blackrock: obiettivo net zero economy”
a cura della Redazione Wall Street Italia , 19 Maggio 2021
Tra le priorità dei nostri clienti, il rischio climatico occupa in assoluto il primo posto. La transizione climatica è una storica opportunità di investimento”. In questo breve estratto dalla lettera che Larry Fink, Chairman e Chief Executive Officer di BlackRock, ha inviato, come ogni anno, agli amministratori delegati delle società quotate, è condensato il passaggio al nuovo paradigma dei mercati finanziari e dell’economia globale.
Al centro viene messa la Terra, la salvaguardia del suo ambiente, che è contemporaneamente tutela del benessere e degli investimenti delle persone. WSI ne ha parlato con Luca Giorgi, Managing Director, Head of iShares and Wealth di BlackRock Italia.
Dott. Giorgi, nell’estratto dalla lettera di Larry Fink si parla di transizione climatica come opportunità di investimento. Cosa significa?
“Quando parliamo di transizione climatica intendiamo un percorso avviato a livello globale che ci porterà a una meta ben definita, contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, come stabilito dall’Accordo di Parigi. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile ridurre le emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra nell’atmosfera. Un processo che ci guiderà verso la Net Zero Economy, un’economia dove le emissioni nette di anidride carbonica, ossia la differenza tra la quantità di anidride carbonica che viene prodotta e quella che viene assorbita è pari a zero. Questo deve accadere entro il 2050. Abbiamo davanti a noi un obiettivo decisamente sfidante da raggiungere entro un orizzonte temporale preciso.
Ma questa transizione climatica che stiamo affrontando sottende anche una transizione di capitali, in quanto saranno le società e le attività capaci di mettere in atto comportamenti in linea con il raggiungimento della Net Zero Economy quelle di maggior successo”.
Proseguimento:
https://www.wallstreetitalia.com/blackrock-obiettivo-net-zero-economy/
Reminder – Integrazione.
“2021 e Oltre”, di Gerardo Coco per L’Opinione, 23 febbraio 2021
“La pandemia rappresenta una rara ma stretta finestra di opportunità per riflettere, reimmaginare e resettare il nostro mondo” (Klaus Schwab, fondatore e presidente del World economic forum).
Le tendenze in atto tendono a rimanere in atto fino a raggiungere un punto critico. Il mondo sta diventando sempre meno libero e questa è la tendenza. Affermiamo quindi, con un certo grado di certezza, che questi anni Venti da poco iniziati non saranno affatto come quelli “ruggenti” del secolo scorso, segnati da grande dinamismo economico e sociale. Probabilmente i “venti” del nostro secolo saranno ricordati come il decennio della catastrofe occidentale: un periodo caratterizzato dal collasso delle economie accompagnato da quello delle democrazie e dell’ascesa di un nuovo totalitarismo.
Guardando il mondo da una prospettiva a volo d’uccello, si scopre infatti che, oggi, considerare Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Unione europea. Nuova Zelanda e Australia come entità politiche ed economiche separate, non ha più senso. Insieme rappresentano “Il blocco occidentale” che, seguendo uno stesso percorso ideologico, politico e sociale, ha imposto alla popolazione una sorprendente perdita di libertà, praticamente da un giorno all’altro. I governi hanno assunto i poteri di uno Stato di polizia instaurando un insieme aggressivo e tirannico di politiche, che in meno di un anno ha causato danni economici irreparabili. Questa azione non ha mai riguardato veramente il Coronavirus chiamato Covid-19. Era solo un pretesto. Una pandemia con tasso di mortalità dello 0,028 pc non poteva giustificare la messa in quarantena del pianeta come fosse la peste nera e essere usata per spazzare via la libertà e i diritti umani compresa la libertà di parola.
Nel 1968 la pandemia mondiale iniziata a Hong Kong non impedì il Festival mondiale di Woodstock. Mai nella storia si sono avuti lockdown di intere popolazioni. La verità è che questo virus è stato un tentativo di forzare l’agenda del cambiamento climatico chiudendo l’economia sotto la minaccia di un virus che non è peggio di una brutta influenza. Diffondere paura e panico è stata la strategia principale per convincere le popolazioni ad accettare l’imposizione di cambiamenti monumentali nelle loro vite, terrorizzandole per assicurarsi il raggiungimento dell’obiettivo di distruggere posti di lavoro per ridisegnare l’economia mondiale secondo la folle visione del mondo a emissioni zero. I blocchi, l’imbavagliamento con le maschere, così come i vaccini, hanno lo scopo di promuovere una serie di obiettivi, la maggior parte dei quali ha poco a che fare con la salute pubblica.
Proseguimento:
https://www.opinione.it/economia/2021/02/23/gerardo-coco_totalitarismo-usa-cina-blocco-occidentale-stato-polizia-lockdown-cambiamento-climatico/
In particolare il seguente passagguio dell’articolo:
Questo colpo di Stato è stato concepito da tre gruppi di attori: il Forum economico mondiale (World economic forum, Wef), la conferenza annuale elitaria a Davos in Svizzera che riunisce plutocrati e un vasto assortimento di celebrità mondiali per dibattere i problemi globali; le Nazioni unite e la filantropia oligarchica il cui maggior rappresentante è Bill Gates, finanziatore del Wef. Il loro obiettivo è di accelerare il crollo dell’economia globale al fine di resettarla per ricostruirla meglio (Build back better) e creare il Nuovo ordine mondiale verde, un programma per decarbonizzare l’economia, porre fine all’uso di petrolio e gas naturale, passare a veicoli elettrici, all’energia solare, eolica e geotermica per ridurre le emissioni di Co2. L’ispiratore di questo disegno denominato Great Reset è il fondatore e presidente del Wef, Klaus Schwab, un accademico che lo ha lanciato sotto le spoglie di una “Quarta rivoluzione industriale” in virtù della quale, detto in estrema sintesi, le economie verrebbero “ristrutturate”, le imprese non conformi ai nuovi parametri ecologici eliminate e l’esercito di disoccupati risultante, indennizzato con un reddito di base universale, liberato da ogni debito e col privilegio di affittare ogni bene in cambio della rinuncia ai diritti di proprietà. In definitiva, con il pretesto dello “sviluppo sostenibile” e del “salvataggio il pianeta”, l’obiettivo di Klaus Schwab è un comunismo di nuova confezione.
Nota: onde evitare equivoci, quando l’autore di questo articolo parla di “Agenda Marxista” per come la vedo io spara fregnacce colossali, per il resto a livello integrativo articolo che a titolo di reminder e a titolo integrativo merita una lettura.
non solo, ma i vaccinati che presentano storia di tumori in famiglia, mostrano un’accelerazione dei sintomi di cancro o debilitazione, sfacelo fisico e si nota la strada su cui son incamminati. anche se i morti aumenteranno rapidamente a dismisura, ne addurranno l’eziologia ai renitenti al trattamento farmaco(il)logico, curando di fornire dei numeri tranquillizzanti. sterminato il 90% degli abitanti, anche le forze di polizia, esercito, amministrazione, verranno eliminati in quanto esuberi costosi ed inutili alla nuova realtà. è questo a far impressione: l’assoluta ignoranza del corpo docente e del personale di stato, che non lavorando, teoricamente dovrebbe aver maggior tempo per studiare e speculare filosoficamente.del resto, perchè posare fibra telefonica e contemporaneamente antenne a tanti g, letali? una sola risposta: il futuro è della fibra, per pochi ricchi, in una bassa densita’ abitativa, su auto elettriche e case ad energia attiva. gli altri? marci, al cimitero. tanto i virus da laboratorio, si possono mappare, su misura, ai superstiti a tanta radiazione. ai ricchi il vaccino vero, ai pecoroni del gregge, veleni dai nomi stellari, favolosi, afrodisiaci. magari, indovino: viagrafort, supercialis, astrastar…
comunque consola, sapere di ritrovarsi all’inferno coi poliziotti che ti han menato, i banchieri che ti han truffato, i maestri che ti han sodomizzato e magari anche qualche prelato santissimo che corre più di mennea…