Cento anni fa fu fondato il partito comunista cinese, lo stesso anno in cui Gramsci fondò il Pci. Ma il destino è stato radicalmente differente perché il primo governa la più grande potenza manifatturiera del pianeta, mentre il secondo è scomparso, espulso dalle fabbriche, tradito dalla politica, massacrato dall’egemonia culturale neoliberista e infine morto stecchito tra gli spray antisolari di Capalbio. Eppure in quel lontano 1921 la Cina era solo un Paese umiliato e anzi un gigantesco corpo morto dal lato sbagliato dell’Eurasia. E senza la vittoria di Mao lo sarebbe ancora. Il punto è proprio questo: l’insopportabilità per l’impero egemone e per i suoi adepti che in Italia sono una lunga e variegata schiera, spesso camaleontica, che un rivale non solo economico, ma anche ideologico sia divenuto un nemico esistenziale per l’eccezionalità americana. Un’economia pianificata e il nuovo piano quinquennale di Xi, con una proiezione fino al 2035, non lascia dubbi su questo, contro una società neo feudale fatta da super ricchi che si sono comprati anche l’anima del popolo, dove la pianificazione dura al massimo tre mesi o tre giorni, dove adesso si riduce sempre di più la libertà dei singoli in nome della quale sono state sacrificate le libertà sociali e collettive.
Ora sono poco interessato a questioni ideologiche nelle quali il comunismo viene inteso nel bene e nel male solo nella sua dizione sovietica visto che il marxismo si è rapidamente trasformato da strumento di comprensione e di visione in oggetto di culto o di demonizzazione , mentre forse sarebbe bene imparare dal vecchio Deng Xiaoping secondo il quale la verità va cercata nei fatti e non nei dogmi. La cosa che mi interessa è che la Cina dalla presa di potere del Partito comunista è cresciuta di 189 volte, che negli ultimi due decenni il suo pil è aumentato di 11 volte, che oggi costituisce il 20 per cento dell’economia mondiale. Che in cinquant’anni sia riuscito a levare dalla povertà assoluta 700 milioni di persone che sono poi la quasi totalità di quelle che il neoliberismo sostiene di aver riscattato nel mondo con quel suo modo spudorato di mentire. E tutto questo è stato ottenuto non con la violenza, la guerra e il ricatto, ma secondo un modello di “ascesa pacifica” che rispetta essenzialmente le immense esperienze storiche e culturali della Cina. In questo caso, l’eccezionalismo cinese significa rispettare il confucianesimo – che privilegia l’armonia e aborrisce il conflitto rispetto al chiassoso, bellicoso, egemonico modello occidentale. E per quando ci riguarda da vicino secondo il professor Wang Yiwei della Renmin University , la nuova via della seta sta per rimodellare la geopolitica, “riportando l’Eurasia al suo posto storico al centro della civiltà umana”. Wang ha mostrato come “le due grandi civiltà dell’Oriente e dell’Occidente fossero legate fino a quando l’ascesa dell’Impero Ottomano interruppe l’Antica Via della Seta”.
Il fascino di questa tesi che del resto risuona nello choc delle cronache al tempo della presa di Costantinopoli, ultimo brandello dell’impero romano (in veste di Occidente) ricollegando così interi secoli fratturati, meriterebbe ben più di un post, ma qui mi fermo per ricollegarmi agli ultimi decenni. Chi ha una certa età e ha vissuto la guerra fredda e dunque la propaganda ideologica ricorda bene che l’elemento principe che l’America e i suoi amici utilizzavano era che il mondo comunista non era libero (secondo un certo concetto di libertà), ma soprattutto non era ricco e non avrebbe mai potuto diventarlo. Dietro la cortina di ferro milioni di piccole fiammiferaie guardavano ad occhi spalancati le opulente vetrine dell’occidente e ancora adesso si sente traccia di questa favola, che purtroppo ha qualcosa di vero perché il consumo e l’abbondanza inutile hanno in effetti un fascino perverso. Ma ora un operaio di Shangai guadagna un terzo in più di un precario europeo ( e mi tengo basso) e in Cina si produce tutto ciò che noi guardiamo dietro la vetrina della pubblicità, non importa se poi rimarchiato occidentale. E insomma si cominciano ad invertire le parti. E’ proprio per questo che l’America e i grandi capitalisti non possono tollerare la Cina specie oggi che la fase finanziaria del capitalismo spinge verso un impoverimento senza precedenti le stesse popolazioni occidentali. Ma gli eccezionalisti imperiali possono scatenarsi 24 ore su 24, 7 giorni su7: questo non cambierà il corso della storia fino a che non cambieranno le classi dominanti marce che sono al comando. .
In itaGlia, “tutto va ben, madama la marchesa”, e “merda” proprio Non se ne vede, anzi, abbonda la cioccolata, va :
https://coniarerivolta.org/2021/07/02/boom-di-inattivi-in-italia-quando-tutti-i-mali-vengono-a-galla/
Lectio magistralis di Barnard ??
Ma a che titolo, specificamente ?
L’itaGlia senza merda (?) ma con il fascismo creiminale…
“Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri” ( Voltaire)
http://www.osservatoriorepressione.info/carceri-li-abbattiamo-vitelli/
I rispetto dei diritti dei lavoratori in itaGlia…
http://www.osservatoriomobbing.it/Articoli_e_Ricerca/Mobbing_Italia.html
Dire che Non è importante che un politico sia corrotto, ma l’importante è che sappia governare, è un po’ come dire che Non è importante che un conducente di un autobus sia un alcolizzato, ma l’importante è che sappia guidare…
contento chi fa dei simili ragionamenti, può anche andare , l’importante è che Non vada ad imporli agli altri con fare offensivo e sentenzioso.
Rinunciare alle politiche promesse in campagna elettorale e alle propri idee predicate anche prima di quest’ultima , magari per mantenere la cadrega se Non è corruzione è una sosta di tradimento elettorale-politico…tipo quello che sta facendo Bagnai ( che lei cita…) che sostiene Draghi “l’uomo dello spread”.
O magari è semplice ciarlataneria ed inettitudine all’itaGliana.
Ah, si sta cintando anche Bagnai, quello del “tramonto dell’euro” dell uscire dall’euro che sta sostenedo Draghi che appena insediato ha detto che l’euro è irreversibile o simile( altro gate keeper… sembra li stia beccando tutti lei)…
prima insulta a caso e poi si lagna, chiede la censura per chi Non la pensa come lei… mi scusi Fabrice ma lei è un inviato della classe dominate itaGliana in incognito ?
Chi cambierebbe il nik name scusi, il mio nik è anonimo perché ci tengo all’anonimato in un paese decadente e tendenzialmente fascista sempre pronto a cercare capri espiatori e a proiettare le proprie miserie sugli altri, meglio se più deboli, quanto alla corruzione che secondo alcuni suoi post Non sarebbe un problema, continui a dire che gli Altri sono da TSO, e a farsi (s)governare da politicanti corrotti ( e incapaci…) e magari anche fascisti, i futuro le sorriderà certamente, complimenti per davvero per il suo acume tendente al narcisismo, con pochi pensieri autonomi e tanti “”sacri”” link ( con Barnard, Bordin e compagnia di gate keeper , cantanti…).
Mi raccomando poi continui a dare del troll agli altri, eh ( sta cosa di dare del troll agli altri l’avrà mica letta su qualche link, spero ?) ?
@Anonimo
1. Le considerazioni sulla corruzione riportate nel mio post espresse dal Dott. Marco Cattaneo ( con un cv stellare e mi ha anche ringraziato personalmente per i miei post al suo articolo ), dal Prof. Massimo Bordin, da Daniela Corda e dal Prof Alberto Bagnai sono logicamente ovvie da un punto di vista economico, non capirle vuol dire essere proprio duroni di comprendonio oppure fare finta di non capirle vuol dire essere intrisi di profonda disonestà intelettuale per continuare a fare polemiche inutili, a trollare, ecc..
2. Repetita Iuavant.
Discuture eventualmente con un italiano che si diverte in ogni post a sfottere gli italiani, come se invece gli altri popoli occidentali avessero chissà quali virtù…., sarebbe come discutere con un pennivendolo di TV e giornaloni italiani che gode dalla mattina alla sera a instillare autorazzismo, insomma, gentaglia della peggiore specie:
da evitare come la peste!!!
@Il Simplicissimus
Il ragionamento di “complottismo cardiaco”, alias il solito troll “Anonimo”, è talmente idiota che è come dire, fatte le debite proporzioni su scala infinitamente minore, che nel furto in una villa, la colpa è solo del custode che si è messo d’accordo coi ladri mentre i ladri fanno giustamente i loro interessi, e la cosa incredibile è che si sente pure super intelligente, insomma, non c’è peggio di un somaro convinto, ancora comunque non capisco come un Blog interessante come il suo in cui lei personalmente fa articoli sempre di qualità possa attrarre dei pessimi troll del genere come questo “Anonimo” che in ogni suo post, cambiando persino nickname, butta sempre merda gratuitamente sugli italiani, e quindi la domanda:
lei si è fatto una qualche idea di come ciò sia stato possibile?
@Per eventuali terzi lettori
La vulgata propagandistica di TV e giornaloni degli italiani come popolo di corrotti, ripresa dall’ignorante di turno e dal troll da TSO di turno è molto facilmente smontabile e da mandare al macero una volta per tutte, a tale proposito, vedasi quanto segue:
“La corruzione è un’ammaccatura sul paraurti “, lectio magistralis del Dott. Marco Cattaneo per Basta con l’Eurocrisi
1 luglio 2019
https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2019/07/la-corruzione-e-unammaccatura-sul.html
Vedasi anche i miei tre ultimi post all’articolo appena segnalato, ne riporto i titoli:
A. “Italia Quarta Potenza Mondiale nel 1991. Trova le Differenze”, Prof. Massimo Bordin per Micidial Blog
B. “Corruzione, debito pubblico e costi della politica non c’entrano. L’austerità sì”, Daniela Corda, referente economico di Rete MMT Sardegna.
C. “Crisi e corruzione in Italia”, Prof. Alberto Bagnai per Goofynomics Blog
@Il Simplicissimus ed eventuali terzi lettori.
Cortdiali saluti e buon sabato.
Fabrice
“Anche in Grecia c’erano molti operai cinesi. Dopo le proteste furono rispediti a casa, «ma al loro posto non furono assunti i portuali greci, bensì operai a contratto dall’Est Europa». Così, Atene è rimasta senza lavoro. Nel 2014 i portuali greci organizzarono uno sciopero per denunciare l’alto tasso d’infortuni sul lavoro, sotto il management di Cosco. «Il premier Samaras gli mandò immediatamente la polizia in assetto antisommossa, e perché? Perché all’istante – scrive ancora Barnard – l’ambasciata cinese ad Atene aveva chiamato il governo, minacciando ritorsioni milionarie per danni al loro business secondo il sopraccitato infame sistema Isds»”
Beh..signora mia che Novità sconcertanti, qua in itaGlia Non succede Mai che licenzino italiani per assumere stranieri con contratti più precari e mal pagati…
dico tutta la propaganda pro-immigrazionista, qui in itaGalia succede per puro caso, va…
E le autorità itagliane importano immigrati dalla Libia per Puro spirito umanitario, ci mancherebbe… ma cosa sarà mai l’esercito industriale di riserva ( poi c’era pure qualche mala lingua che diceva che il sGoverno è il comitato d’affari della borghesia, magari anche prenditrice, pensa te…)…
Errata corrige :
…c’aveva pure la fissa per MMT economy del suo Friend ammeregano Mosler…
acchiappar nuvole è un buon hobby e credo che anche barnard si cimenti. se i cinesi fanno il proprio gioco, non li si deve colpevolizzare. se son sadici alternativi agli usa, non cancella la propensione italica ad esser masochisti.se noi abbiam classi dirigenti corrotte che regalano schiavi affamati e logistica, la colpa è tutta nostra. è ipocrita incolpare i cinesi.
Ma BBarnard è quello che parla englischh, che ha parecchi contatti in ammerika, e poeciò SA la VVerità…
c’aveva pure la fissa per MMT economy del suo ammeregano Mosler, un terribile mischiotto fra monetarismo e teorie keynesiane, che negli anni si è rivelato un flop snopbbato un po’ da tutti…
Ma come si fa a Non prendere per oro colato Tutto quello che predica BBarnard ?
@Per eventuali terzi lettori
Per tagliare la testa al toro cinese definitivamente:
“Se la Cina ci ripensa: Via Polare della Seta, e addio Italia”, di Paolo Barnard
1 aprile 2019
https://www.libreidee.org/2019/04/se-la-cina-ci-ripensa-via-polare-della-seta-e-addio-italia/
In particolare, i seguenti passaggi dell’articolo:
In un’analisi pubblicata sul suo blog, Barnard fa notare che il gigante logistico cinese Cccc (China Communications Construction Co.) esporrebbe gli scali italiani a pericoli considerevoli. Il primo: «Trieste e Genova possono trasformarsi in cloache d’inquinanti cinesi, avvelenando i cittadini e costringendo le amministrazioni a costi per danni di centinaia di milioni». Il secondo: «Gli investitori cinesi sono spietati: un solo sciopero di lavoratori portuali italiani, una sola vertenza ambientale italiana, e ci possono far causa per milioni o anche miliardi». Motivo: nel 1985, l’Italia ha firmato un trattato bilaterale con la Cina, ancora valido, dove il nostro paese s’impegna a rispettare la micidiale “Risoluzione delle dispute tra investitore e Stato” (Isds), dove «qualsiasi investitore cinese può far causa all’Italia se ritiene che le sue leggi gli danneggino il business, e i termini dei processi sono scandalosamente sbilanciati verso le mega-aziende». Poi c’è l’insidia degli eventuali lavoratori a contratto: non per forza italiani, magari cinesi. E nel caso, pesantemente sfruttati. Ma se i rischi connessi al lavoro riguardano le sole maestranze, l’inquinamento investirebbe le intere aree urbane.
I quattro porti più inquinanti al mondo, avverte Barnard, sono ad alta intensità di navi cargo cinesi. «Singapore, Hong Kong, Tianjin e Port Klang. E’ un caso che nessuno di essi sia in Usa o in Europa?». Gli scali commerciali “vomitano” oltre 20 milioni di tonnellate all’anno di CO2, ossidi di azoto e di zolfo, metano e particolato Pm10. «E’ noto che i cargo di containers sputano veleni anche se fermi in porto, e si calcola che queste emissioni terribilmente nocive per gli abitanti delle città portuali si quadruplicheranno entro il 2050, secondo dati Unctad-Ocse del 2015». Emissioni, calcola Barnard, che in termini di danni collaterali (salute) costeranno 12 miliardi di euro all’anno, secondo le stime dell’Ocse sugli abitanti delle 50 principali città portuali (e questo già oggi, senza ancora la mega-espansione del traffico a Genova e Trieste). Nel porto greco del Pireo, ingigantito e gestito dal colosso cinese Cosco, gli operai hanno scioperato per ottenere almeno «il triste titolo di “lavoratori di Singaporemansioni usuranti e insalubri”». Qualcuno ci ha pensato, firmando il Memorandum Italia-Cina? Quanto al business, per Genova e Trieste «si parla più di un aumento di traffico di cargo che di partecipazioni societarie cinesi».
Innanzitutto, continua Barnard, non è affatto chiaro chi pagherà per gli enormi ampliamenti strutturali dei due porti. La Cina? «Pechino ci presterà milioni, a patto che gli appalti vadano alle sue aziende? O ci presterà soldi e basta? O ce li metteremo noi? C’è caos, su questi punti». E poi: cosa significa mettere lavoratori sotto il controllo dei colossi cinesi? Gli esperti del Global Human Rights Lawyers (Ius Laboris, diritti del lavoro) scrivono quest’anno che «per gli Stati Uniti le scelte sono chiare in tema di Via della Seta: o si chiudono a riccio sul mercato interno con alto protezionismo, oppure accettano di abbassare il costo del lavoro e le protezioni sindacali dei propri lavoratori per competere coi cinesi». Chiaro il concetto? Washington ha già provato cosa significhi aprire ai colossi cinesi: a Saipan, territorio off-shore degli Stati Uniti, pochi anni fa gli americani concessero appalti a tre mega-aziende cinesi per la costruzione di un enorme sito turistico. Ebbene, il 91% dei posti di lavoro fu importato dalla Cina. Scaduti i visti, scrive Barnard, «i cinesi piuttosto che pagare di più per impiegare operai americani locali truffarono le autorità Usa importando lavoratori cinesi illegali con finti visti turistici». Li facevano lavorare 13 ore al giorno, con salari illegali negli Usa. «La sicurezza sul lavoro fu definita “atroce”, con montagne di feriti e persino di morti, come denunciato da Aaron Halegue della New York University Law School. Washington dovette intervenire, e fu una strage di cause e litigi, con una ridda di manager cinesi in galera».
Stessa storia ad Atene, se non peggio: al Pireo, il colosso cinese Cosco s’è inventato «un sindacato cinese fittizio che vigilava su diritti fittizi», dopo aver preteso «la quasi totale esclusione del sindacato portuale ellenico». Anche in Grecia c’erano molti operai cinesi. Dopo le proteste furono rispediti a casa, «ma al loro posto non furono assunti i portuali greci, bensì operai a contratto dall’Est Europa». Così, Atene è rimasta senza lavoro. Nel 2014 i portuali greci organizzarono uno sciopero per denunciare l’alto tasso d’infortuni sul lavoro, sotto il management di Cosco. «Il premier Samaras gli mandò immediatamente la polizia in assetto antisommossa, e perché? Perché all’istante – scrive ancora Barnard – l’ambasciata cinese ad Atene aveva chiamato il governo, minacciando ritorsioni milionarie per danni al loro business secondo il sopraccitato infame sistema Isds»
Commento finale.
Nessun ulteriore commento è necessario,si commenta da sé!!
Dai commenti qui sotto sembrerebbe quasi che amazon, molto presente in italia, sia una ditta cinese…mah…
Errore , questa era la musica :
Altra buona musica italiana :
La libertà di stampa e di critica che democraticamente viene riconosciuta nel demoKratico occidente :
I noti esportatori di democrazia…
“sarebbe come discutere con un pennivendolo di TV e giornaloni italiani che gode dalla mattina alla sera a instillare autorazzismo, insomma, gentaglia della peggiore specie:
da evitare come la peste!!!”
Non, non, non la prenda così a male, l’itaGlia è il paese di balocchi, altrimenti detto il bel paese.
Ed ora un po’ di buona musica italiana per rilassarsi ( che poi qualcuno potrebbe darmi dell’esterofilo…):
“Riferimento: primo paragrafo dell’articolo segnalato.
Ergo, non capire neanche o far finta di non capire che chi ha parlato non è per niente il classico operaio cinese vuol dire che si parte da presupposti errati che portano infatti a conclusioni totalmente errate.”
Io di fatti gli articoli che posta, Non è che li considero in automatico come la bibbia, ho fatto dei commenti con degli argomenti plausibili, volendo si potrebbero verificare, ma vedo che lei è un po’ Troppo innamorato dei suoi commenti, mettiamola così :
da evitare come la peste!!! 😀 😀 😀
Beh…probabilmente quelli con la laurea in cina Non sono considerati dei “cervelli in fuga” ( che qui in itaGlia con sto cervello che gli fugge di frequente fanno un sacco di danni, e poi all’occorrenza dissimulano, vedi classe dominante di indole schettina itaGliaota…), e quindi non riconoscono loro particolari privilegi manco se ha prestigiosi titoli che gli derivano da una università ammeregana ( magari di quelle che Tanto danno hanno fatto in giro per il mondo…).
Toh sto ragazzo aveva simpatie per l’infallibile ammerega ( che potrebbe voler dire implicitamente avere antipatie per la cina… per i cinesi :
da evitare come la peste!!!
E mi scuso per la citazione).
@Anonimo
“Dejian Zeng, studente universitario alla New York University, ha trascorso sei settimane a lavo- rare in una fabbrica di iPhone vicino a Shanghai, di proprietà Changshuo del gigante manifat- turiero Pegatron Corporation che lavora per la Apple.”
Riferimento: primo paragrafo dell’articolo segnalato.
Ergo, non capire neanche o far finta di non capire che chi ha parlato non è per niente il classico operaio cinese vuol dire che si parte da presupposti errati che portano infatti a conclusioni totalmente errate.
A parte questa considerazione logicamente ovvia di cui sopra, discuture eventualmente con un italiano che si diverte in ogni post a sfottere gli italiani, come se invece gli altri popoli occidentali avessero chissà quali virtù…., sarebbe come discutere con un pennivendolo di TV e giornaloni italiani che gode dalla mattina alla sera a instillare autorazzismo, insomma, gentaglia della peggiore specie:
da evitare come la peste!!!
Per dire , per verificare le vessazioni italiche a cui alludo nel commenti qui sotto , non occorre nemmeno faticare a leggersi un articolo in inglese, basta vivere in italia, e fare parte delle classi subalterne dei lavoratori.
Qui, per iniziare a farsi una vaga idea :
https://www.saporedicina.com/costo-della-vita-in-cina/?sfw=pass1625241511#costofliving-1
En passant, la lingua inglese, è la lingua dei nemici giurati dei cinesi, Non proprio super partes…
Tutto ciò dai vari commenti postati in inglese o meno, da Fabrice, stranamente Non risulta…
Eppure che , osservando i prezzi dei prodotti cinesi, è anche intuitivo.
Questo in linea generale, mediamente, poi le eccezioni che confermano questa regola empirica saranno varie…
La differenza fondamentale tra le vessazioni che possono subire i lavoratori in Cina od in itaGlia, è che in fin dei conti i lavoratori precari e super vessati italiani, poi devono pure subirsi il salasso dei prezzi dei bottegai e dei prenditori italici… mentre in Cina i prezzi sono tendenzialmente più bassi , cioè garantiscono , tendenzialmente, maggior benessere a chi ha un reddito da lavoro, maggior potere d’acquisto o salario reale che dir si voglia.
Errata corrige :
“…Sei liBBero di morire di una malattia professionale NON riconosciuta…”
Qui in itaGlia , mica sono così vessatori ed autoritari da costringerti a lavorare come fanno in Cina; spesso in itaGlia vige la libertà di essere licenziato e di morire di fame se critichi le condizioni lavorative vessatorie.
Sei liBBero di morire di una malattia professionale riconosciuta ( Specie in periodo COvid…), altro che nella dittatura cinese…
“Proseguimento:
http://www.difesasindacale.it/ds49.html”
Nel bel paese itaGliano invece, mica ti vessano pubblicamente pubblicamente e poi ti lascino pure rilasciare delle interviste a riguardo…
più prosaicamente se ti lamenti ti licenziano…
se muori a causa di condizioni lavorative precarie e vessatorie con ispirazione artistica tipicamente itaGliana ti classificano ( particolarmente se maschio italiano…) come “morte bianca”;
se contrai una malattia professionale Non fai nemmeno tempo di accorgertene per tempo, poiché quando si manifestano i sintomi, il tuo contratto a tempo determinato è già finito.
Eh.. in itaGlia c’è l’oligarchia al tro che nella povera (??) Cina…
ehhhemm…c’è la demockazia.
amazon inserisce nei nostri scaffali mentali il libro che ha già scritto su di noi. mai comprato da amazon, ha un volto banale.big pharma non teme nessuno, sa che il futuro del mondo è un farmaco, ovvero il veleno. la radice etimologica indica già il frutto. la vita, è invece creazione continua. grazie fabrice della cortese, lusinghiera attenzione e , perchè, no, dello spunto. è bello incontrare un’Anima Viva, in questa landa deserta, rifugio dei carovanieri…
@il sapore degli oggetti freschi
1. “amazon potrebbe un giorno chiedere quote del vostro spazio, in cambio di un libro semplicissimo, sui suoi scaffali.” , il sapore degli oggetti freschi
Domanda; le risulta che io sia un fedele acquirente di merci su Amazon?
Risposta NO, e comunque,a titolo di cronaca, non spendo un cent da Amazon da anni ormai!!
2. “non serve andar contro le leggi degli stati,”, il sapore degli oggetti freschi
Lectio Magistralis di Paolo Barbard.
“Sfatiamo un mito: i Rothschild e Big Pharma ci temono”, Paolo Barnard , dicembre 2016
https://www.libreidee.org/2016/12/sfatiamo-un-mito-i-rothscild-e-big-pharma-ci-temono/
3. Saluti.
Fabrice
assodato che il mondo è ormai un allevamento di pollame, i produttori di “grano” ovviamente sanno dove investire. in italia, nelle baracche stipate di galletti, galloni e capponi di ogni colore? bianchi, rossi, neri, stellati, verdi ogm,del conte ed arcobaleno ed in un angolo, quattro galline spelacchiate , terrorizzate, mobbizzate ed i resti delle altre in un cumulo di ossa? oppure in cina, dove la scelta e moltitudine di galline dalle uova d’oro, azzurre, bianche livornesi, bionde piemontesi si perde a vista d’occhio?dove saltellano ridenti e paion sin danzare o far evoluzioni ginniche fra un laghetto dei cigni di partito o dehors dei rinfreschi dei padroni occidentali in gita?
Spunti Controinformativi. Seconda Parte. Commento Finale.
1. Quindi, la propaganda della globalizzazione in Europa: le grandi sfide della globalizzazione impongono un’ unione economica europea fra paesi europei molto più stretta, bisogna fare la UEM ( Unione Economica Monetaria ), una volta fatta la UEM, i paesi europei tutti insieme saranno brillantemente all’altezza delle sfide della globalizzazione portando più prosperità per tutti, nella pratica invece hanno stretto il cappio al collo agli stati aderenti alla UEM ( privatizzazioni aziende statali per entrarci, Mr. CambioFissoEuro, parametri di finanza pubblica uguali per tutti i paesi membri e al di fuori di ogni razionalità e logica, mai sostenuti dalla scienza economica, divieto aiuti di Stato ad imprese in crisi, Germania e Francia però qualche volta hanno fatto i ca.. loro, ecc.. ) e intanto la Cina con il suo modello di imprese cinesi a proprietà statale incominciava il suo cammino per diventare la fabbrica del mondo e ora addirittura nella classifica annuale delle 500 aziende più grandi a livello planetario stilata da Fortune ( i giganti della globalizzazione ) è arrivata in parità con gli USA e l’80% delle aziende cinesi in questa classifica sono a proprietà statale e c’è chi dice ancora che la globalizzazione deve per forza comunque continuare e quindi è un sacrilegio che in Europa si ritorni agli Stati nazionali, duri di comoprendonio, servi delle elites occidentali globaliste, o che altro?
2. Detta in altre parole:
“A. Metti in competizione i lavoratori del mondo a chi si fa sfruttare di più.
B. Ricchi vincono, classe media occidentale perde, Cina diventa superpotenza commerciale.
C. Economia è globalizzata, c’è la Cina.
D. Son problemi di scala mondiale, devi dare più potere ai globalizzatori.”
tweet del Dott. Gavino Sanna, Presidente Associazione Consumatori Piemonte, 2019.
3. Il Dott. Pierluigi Fagan centra perfettamente il punto.
Il conflitto geopolitico c’è sempre stato, c’è e fa parte della realtà del mondo. Io mi occupo non solo ma spesso di queste cose e contrariamente ai tifosi di Trump o di Putin o di Xi Jinping, in questi anni ho imparato che in questi giochi “il più pulito c’ha la rogna”. Per questo propugno una Unione Latino-mediterranea perché così almeno potremmo grattarci la nostra rogna e non subire quella degli altri.
Riferimento e proseguimento:
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/bio-geopolitica
Spunti Controinformativi. Seconda Parte. Integrazione.
“Il Vincolo” di S. Delrio per AE
29 Ottobre 2019
Ho ascoltato qualche passo dell’intervista rilasciata da Romano Prodi alla
Annunziata.
A quanto pare siamo in periodo di ammissioni, e pure il buon Romano non ci risparmia qualche perla.
A suo dire, nominato al vertice dell’IRI per risanarlo, scoprì in corso d’opera di avere in realtà il mandato di smantellarlo e privatizzare tutto ciò che era possibile dell’industria di stato italiana.
Il “mandante”, racconta, fu Ciampi, su direttiva europea.
Il caro vecchio vincolo esterno, insomma.
Ci sarebbero da fare alcune considerazioni, di carattere generale e di carattere personale.
Per cominciare, una volta caduti quasi tutti gli anticorpi legati alla nostra Costituzione, pare si possa finalmente ammettere che privatizzazioni, smantellamento dell’apparato industriale e integrazione europea, fossero passi di un unico progetto, rispondente a una precisa ideologia di matrice liberista.
Proseguimento:
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/vincolo-esterno
prodi sente il diavolo che gli tira i piedi e si cimenta in inutili confessioni, tendiamo ad applicare alla politica schemi mentali ideologici, mai psicologici.facile capire che il governo del mondo abbia impostazioni zootecniche. ormai han scippato l’anima dell’entità persona ; il nucleo di ogni forma che si possa ritenere vita. ormai siam carne da omogeneizzare, vaccinare, decapitare, scaffalare.per crescere, ci danno in pasto la carne debole del nostro corpo. sfamati dapprima a lingue, ali, testicoli, peni, son oggi agli organi doppi non indispensabili: orecchie, occhi, secondo rene…senza essere il cinico hobbes, non resta che ammettere la fine d’ogni possibile sogno di riscatto antropologico. amazon è solo uno dei tanti azionisti delle farm cinesi, dove i corpi svuotati delle maestranze son connessi ai robot, in un interfaccia disumani. comunismo e capitalismo, son lo stesso moloch che si nutre di questa chimera mostruosa.invertire la rotta? porre opera di bilancio: meno consumo, più produzione, libera ed autonoma. chi si muove in tal senso, sopravvive sino ad una morte differita ad un tempo maggiore.non serve andar contro le leggi degli stati, creare un proprio stato morale e logico.buon mattino, impenitenti morituri. amazon potrebbe un giorno chiedere quote del vostro spazio, in cambio di un libro semplicissimo, sui suoi scaffali. speriamo di no, ma la storia dei partiti, ha mostrato questo.,
Spunti Controinformativi. Terza Parte. Integrazione.
Parla ex operaio in una fabbrica di iPhone
Dejian Zeng, studente univer- sitario alla New York University, ha trascorso sei settimane a lavo- rare in una fabbrica di iPhone vicino a Shanghai, di proprietà Changshuo del gigante manifat- turiero Pegatron Corporation che lavora per la Apple.
La fabbrica cinese Pegatron Corporation entrò nelle cronache di tutto il mondo nel 2013, quando il China Labor Watch, organismo che monitora le condizioni di lavoro nelle fabbriche cinesi, ha pubblicato un rapporto spiegando come l’azienda forzasse i suoi operai a condizioni di lavoro estenuanti, contrarie alla legge cinese e al codice di comportamento che Apple fa sottoscrivere ai suoi fornitori esterni. L’organizzazione aveva anche chiesto l’apertura di un’indagine su alcune morti sospette all’interno della fabbrica, legate, secondo gli attivisti, alle difficile condizioni di lavoro.
Da allora, Apple dice di effettuare controlli e di aver ottenuto aumenti salariali, negli ultimi cinque anni, di oltre il 50%, tetti alle ore di straordinario e miglioramento delle condizioni di lavoro.
Ecco quello che ha detto a Business Insider (1) della sua esperienza in una lunga intervista rilasciata al giornalista Kif Leswing dell’Aprile del 2017.
Ecco come lavora chi fa gli smartphone Apple
Kif Leswing: Mi piacerebbe che mi raccontassi una tua giornata tipo.
Dejian Zeng: All’inizio sono stato assegnato alla catena di mon- taggio nel dipartimento chiamato FATP (final assembling testing packing). Montavamo l’iPhone. Una catena di montaggio può avere fino a 100 stazioni. Ogni stazione fa una cosa specifica. All’inizio ho lavorato sul l’iPhone6S. E poi, dopo agosto, lavoravo sul l’iPhone7. Quando lavoravo sull’iPhone 6S, facevo due stazioni. In una stazione all’inizio fissavo gli speaker nell’alloggiamento. In pratica il mio compito era mettere gli speaker sulla cassa del telefono e avvitarli. La custodia dell’iPhone si muove sulla linea di montaggio ed è allora che noi la prendiamo, prendiamo una vite dalla macchina che passa le viti, e la avvitiamo sull’iPhone per poi rimetterlo giù, e farlo arrivare alla prossima stazione.
Leswing: Ti occupavi solo di una vite?
Zeng: Il lavoro è quello. Voglio dire è semplice, ma questo è il lavoro che fai. A ripetizione. Per giorni interi.
Leswing: Non era alienante?
Zeng: I primi giorni sei molto concentrato perché non riesci a star dietro alla velocità della catena di montaggio. Bisogna essere davvero veloci per starci dietro. Quindi sei davvero concentrato. E’ molto stancante, ma ti tiene la mente occupata. Non hai tempo di pensare ad altre cose.
Dovevo diventare sempre più veloce. E poi, dopo un poco, diventa una routine automatica, e verso la fine avrei persino potuto avvitare la vite ad occhi chiusi. Quindi dopo, hai un sacco di tempo in cui non sai cosa fare. È allora che la gente si annoia molto, visto che all’interno della fabbrica Pegatron non è permesso portarsi nessun dispositivo elettronico.
È molto noioso perché non si può ascoltare la musica. A volte i lavoratori parlano tra loro, conversazioni casuali, ma capita che il responsabile di linea si arrabbi. Ti dice: “Abbassa la voce”.
Leswing: Quando e dove ti svegliavi ogni giorno?
Ho vissuto in un dormitorio condiviso da 8 persone. Il dormitorio non è nel campus della fabbrica, è in un posto a circa 10 minuti d’auto e hanno delle na- vette per noi. All’inizio, facevo il turno di notte Mi svegliavo alle 18 o 18,30. La catena di mon- taggio inizia a orari differenti.
Alcuni colleghi iniziano alle 19,30, altri alle 20, altri alle 20,30 e altri alle 21,30. Io ho iniziato alle 19,30 quindi prendevo la navetta alle 19 e arrivavamo in fabbrica verso le 19,15. Dopo circa due ore, si ha una pausa di 10 minuti.
Durante la pausa molta gente dorme. Ed è difficile perché non c’è molto tempo. E se vuoi bere dell’acqua o hai bisogno del bagno devi attraversare l’officina, che è enorme, andare in bagno e tornare ci vogliono circa 10 minuti.
Leswing: Cioè i bagni non sono vicini?
Zeng: Diventa difficile arrivarci quando sei molto assonnato e hai anche bisogno di bere dell’acqua. Puoi fare solo una cosa. O vai in bagno o provi a dormire.
Leswing: Mettiamo che sei appena tornato da una pausa di 10 minuti. Cosa fai ora?
Zeng: Dopo altre due ore abbiamo una pausa di 50 minuti per pranzare. Di solito ci sono verdure, carne e a volte paninetti e noodles, e poi fondamental- mente tre piatti di verdure e uno di carne, con riso. Questo, di solito, è un pasto. A volte hanno mele, pere, qualche frutta come aggiunta al pasto. L’intera fabbrica mangia lì. È un’enorme mensa.
Se finisci il pasto in anticipo (in meno di 50 minuti), puoi di nuovo dormire. Il sonno è davvero centrale in fabbrica. Abbiamo molti divani, ma non molto comodi. Diciamo che si sente la struttura di ferro al loro interno. La gente semplicemente si siede lì e dorme. Ma non ci si può sdraiare.
Ci sono persone che passano di là. E se ci vedono sdraiati strisciano la tessera di riconoscimento e prendono nota. E mettono la nota nel nostro profilo. E poi la rendono pubblica a tutta la nostra catena di montaggio, quindi il nostro manager verrà a sgridarci più tardi.
A volte, se è successo più di una volta ci trattengono dei soldi ….
Leswing: Ti piaceva il cibo, e te lo facevano pagare?
Zeng: Sì, lo pagavamo noi. E dipende da che tipo di cibo scegli. Ci sono pasti da 5 yuan o da 8. Ma questo è dentro la fabbrica. Ci sono anche ristoranti nel campus dove la gente di solito va a mangiare quando ha finito di lavorare. A volte, se stai lavorando nel turno di giorno, è più caro. Può arrivare fino 20 yuan, qualcosa del genere.
Leswing: Il cibo era di qualità?
Zeng: Non direi. Il pollo ad esempio non è mai petto o cosce. È sempre il collo o certe parti che non puoi identificare. Quindi non direi che è un buon pasto. Ma sazia, e si è molto affamati, quin- di ti mantiene sazio nonostante tutto. È accettabile. Non è buono, ma non hai scelta.
Proseguimento:
http://www.difesasindacale.it/ds49.html
Spunti Controinformativi. Terza Parte.
“iPhone 12, produzione al 100%: straordinari obbligatori e divieto di vacanze per gli operai”,
I nuovi melafonini costringono gli operai di Foxconn a diverse rinunce, ma non tutti sono dispiaciuti dagli obblighi a cui vengono sottoposti. I primi dispositivi arriveranno nei negozi il 5 ottobre, e per riuscire nell’intento Foxconn ha impostato le filiere di produzione alla massima capacità possibile.
di N. Grasso per HowUpGrade, 30 Settembre 2020
https://www.hwupgrade.it/news/apple/iphone-12-produzione-al-100-straordinari-obbligatori-e-divieto-di-vacanze-per-gli-operai_92401.html
Spunti Controinformativi. Seconda Parte. Integrazione.
“Il successo del modello IRI”, di Gilberto Trombetta , 19 Settembre 2019
La Cina supera per la prima volta gli Stati Uniti nel numero di aziende presenti nella lista delle migliori 500 stilata da Fortune: 129 contro 121. Di queste 129, l’80% è costituito da aziende di proprietà dello Stato, +4% rispetto all’anno precedente*.
Il successo della Cina si basa praticamente su modello copiato da quello italianissimo dell’IRI. Ma la Cina non è un’eccezione, molti altri Paesi, la maggior parte di quelli industrializzati, vantano un’importante presenza dello Stato nell’economia, soprattutto quando si parla di grandi aziende. Guardando i dati viene fuori che dietro la Cina (96% delle aziende più grandi a guida statale), ci sono gli Emirati Arabi Uniti (88%), la Russia (81%), l’Indonesia (69%) e la Malesia (68%) (grafico 1). Guardando invece ai settori, non deve sorprendere che tra quelli con i rapporti più alti di partecipazione pubblica – tra il 20% e il 40% – ci siano quelli legati all’estrazione o al trattamento di risorse naturali, energia e industrie pesanti.
Proseguimento:
http://appelloalpopolo.it/?p=52846
Spunti Controinformativi. Seconda parte.
It’s China’s World
China has now reached parity with the U.S. on the 2019 Fortune Global 500—a signifier of the profound rivalries reshaping business today.
by Geoff Colvin
July 22, 2019
As the Chinese Century nears its third decade, Fortune’s Global 500 shows how profoundly the world’s balance of power is shifting. American companies account for 121 of the world’s largest corporations by revenue. Chinese companies account for 129 (including 10 Taiwanese companies). For the first time since the debut of the Global 500 in 1990, and arguably for the first time since World War II, a nation other than the U.S. is at the top of the ranks of global big business.
President Xi Jinping has said that by 2049, the communist revolution’s centennial, China will be “fully developed, rich, and powerful,” a goal that China expert Graham Allison of Harvard says includes being “unambiguously No. 1,” with a military “that can take on and defeat all adversaries.” With that in mind, be sure to read “Boxed In at the Docks,” which depicts China’s takeover of Greece’s largest port, and how it fits in China’s vast Belt and Road Initiative. The article describes the crucial role of China’s state-owned enterprises—82 of the Chinese firms in the Global 500 are “SOEs”—which receive generous subsidies that advantage them over the West’s private sector.
Proseguimento:
https://fortune.com/longform/fortune-global-500-china-companies/
PS definition of State-Owned Enterprise (SOE) , by Will Kenton for Investopedia, May 4, 2019
https://www.investopedia.com/terms/s/soe.asp
Premessa: “I panni sporchi si lavano in famiglia”, anonimo popolare.
“Riduzione della povertà”, una farsa cinese”, di Gu Xi per Winter.
Marzo 2019
Bugie e inganni nel cuore del comunismo, proprietà distrutte e famiglie devastate solo per nascondere la povertà nelle statistiche ufficiali
Xi Jinping ha promesso che la completa riduzione della povertà sarebbe stata raggiunta entro il 2020, ma con l’approssimarsi della scadenza sono in aumento gli episodi di “riduzione della povertà” forzata.
Secondo quanto riportato dai media cinesi, i segretari provinciali del Partito e i governatori di 22 divisioni amministrative a livello provinciale nella Cina centro-occidentale hanno sottoscritto con le autorità centrali una “dichiarazione di responsabilità” per alleviare la povertà. I funzionari si sono impegnati a raggiungere l’obiettivo della riduzione della povertà o, in caso di insuccesso, a subire severe sanzioni. Questa è l’unica volta dal XVIII Congresso Nazionale del 2012 che i principali responsabili del partito e e delle amministrazioni provinciali hanno assunto un impegno scritto di fronte alle autorità centrali.
Dopo averla promessa, la riduzione della povertà è diventata una priorità assoluta che potrebbe minacciare la sicurezza del posto di lavoro dei funzionari. In precedenza, Bitter Winter ha riferito che alcune amministrazioni locali avevano costretto gli anziani a vivere insieme ai figli nell’ambito della loro strategia per ridurre la povertà. Secondo la logica perversa del Partito Comunista Cinese (PCC), i poveri che si trasferiscono nelle case di altri hanno il beneficio di redditi multipli e quindi si ritiene che essi non siano più poveri. Le case di alcuni anziani sono state definite fatiscenti e demolite.
In questo modo il numero di unità abitative di bassa qualità è diminuito miracolosamente e gli obiettivi dei funzionari locali sono stati raggiunti, ma in tutta la Cina gli anziani continuano a soffrire per le tragedie causate da questa farsesca riduzione della povertà.
Dì solamente quello che il Partito ti dice di dire
Alcuni abitanti poveri del villaggio di Yuncheng, nella provincia settentrionale dello Shanxi, ricevono una “formazione” speciale in vista ispezioni dalle autorità superiori.
Proseguimento:
https://it.bitterwinter.org/riduzione-della-poverta-una-farsa-cinese/
“Primum vivere deinde philosophari”
Il problema di predicatori comunisti od anarchici, particolarmente in itaGlia, è che Non si rendono conto che le loro prediche Non si mangiano… mentre la ricchezza derivante dal PIL ( quello “buono”) si può anche redistribuire, più o meno equamente… mi pare che anche il comunismo parli di “dare ( redistribuire…) a ciascuno a seconda dei propri bisogni.
Certo Non si potranno redistribuire le chiacchiere, le prediche o gli pseudo atti eroici di qualche invasato o sprovveduto comunista o anarchico.
I cinesi tanto per essere molto sommari il concetto di strategia ce l’hanno in mente infinitamente meglio dei suddetti vanagloriosi e sprovveduti all’itaGliana.
Tant’ è che i profluvi di vaneggimenti e chiacchiere pseudo rivoluzionarie, se Non anche di sceneggiate inconcludenti in itaGlia abbondano e vanno a braccetto con l’ incacrenirsi esponenziale, ormai, del turbo capitalismo.
Dove c’è buono scambio economico c’è scambio di benessere o “ricchezza” ( che può essere anche equamente redistribuita…), la via della seta portando merce cinese a buon prezzo consentirebbe tutto ciò… la produzione itaGliana Non l’hanno distrutta i cinesi, ma chi ha voluto la delocalizzazione di detta industria italiana.
“La cosa che mi interessa è che la Cina dalla presa di potere del Partito comunista è cresciuta di 189 volte, che negli ultimi due decenni il suo pil è aumentato di 11 volte, che oggi costituisce il 20 per cento dell’economia mondiale. ” Stronzate capitaliste..il comunismo non si misura col PIL…ne con l’accumulazione di capitale..leggete Marx.. e la Via della Seta è un invezione mediatica nonchè un falso storico.. vergognatevi
il bello della comunità sociale è proprio l’interiezione fisico verbale, quella scippata dal covid. lentamente ci siamo isolati, atomizzati, psichicamente inariditi. dalla dialettica deriva il progresso intellettuale ed intellettivo, in ultima analisi anche morale e progressivo. osservo, in questi spazi, che siamo ormai una moltitudine , una massa critica inarrestabile e di tutto rispetto. 5, 6 avventori di un bar dove aggiungiamo due gocce d’aceto all’acqua cristallina. non disseta, ma lava tutte le zuccherose sporcizie che usualmente albergano nei cavi orali di chi ha il vezzo o pretesa di sentirsi intellettuale…fra due miliardi di anni, avremo tanti figli quanto una galassia. (rido per non spararmi un colpo).
buonanotte, in tutti i sensi. meglio starebbe un amen, ma sarebbe sospetto, di questi tempi.
si diceva, infatti, viva l’italia. oggi, al massimo, si potrebber raccoglier firme per perorare al padreterno una causa di resurrezione. no, non è un errore di stampa. non insurrezione. per i miracoli dovrebbe scomodare di nuovo il figlio. croce, golgota e tutto il resto…
la cina ha dato al massimo un mao. gli usa, un sacco di cani neri (nell’animo). mao contro bau, la vedo dura, parola di topolino…poi ci sono i creativi indiani che rognano nel pamir e quando son fumati non posson veder gatti rossi. gli orsi russi, fuori dal pack soffron il caldo…non vedo come i nostri barboncini di corte possan contare qualcosa fra tigri e doberman. mao, in effetti, intraprese una lunga marcia per divenir dittatore, satrapo e morire disprezzato. oggi, si osserva la vittoria della cina nazionalista. i pensieri di mao, quelli vincenti, i primi, eran mutuati dal vero intellettuale ch’era il suocero, autentico fine professore. il resto, a oriente ed occidente è servile, falsa propaganda. in italia, non si riprodurrà mai un tale connubio. siamo una massa di ignoranti debosciati, perversi e di malanimo. basta un tg a convincersene. meglio ammazzare minorenni che satrapi, pare.
andrea giustamente osserva la nascita dell’ideologia monetaria che sferra un colpo mortale al capitalismo, obsoleto.noi italiani, siano una manciata di milioni: ci conviene andare in cina. staremmo meglio con i loro schiavi, a conti fatti. apprezzano la nostra creatività ed alla fine, ci lascerebbero morire di cause naturali per sfruttarci meglio.internazionalismo monetario, altro che comunismo: questa è la via cinese della seta. il popolo, son i filugelli da bollire.come osservate, possiamo sceglierci il boia. diversamente, dovremmo dare un calcio in faccia al nostro stato e riorganizzarlo in chiave etica. avremo di nuovo piccola industria manufatturiera di servizi ed agricoltura, a controllo e gestione mista fra investitori nazionali ed esteri in quota minoritaria. i prodotti sarebbero certo piu’ costosi, ma bio sostenibilie ad alto valore aggiunto: il nostro lavoro. Noi possiamo insegnare al globo, non alla sola cina, come stare al mondo. certo, le basi usa le svuotiamo, ripuliamo, a costo di essere bombardati. ve la sentite? io sì.
@i codardi son servi dei criminali
Anch’io. Però non conto molto perchè sono ultrasessantenne. Bisognerebbe sapere che ne pensano i giovani, quelli che oggi si accalcano e si spintonano per andare a farsi vaccinare.
Il fatto di essere ultra sessantenne sembra un scusa , Poco plausibile…
poi io le mi lotte in solitaria ( accerchiato da 1000 codardi e da decine di migliaia di ultra sessantenni codardi…) le ho già fatte, in solitudine , ne ho perse parecchie, e adesso mi sono anche stufato, ma per davvero di lottare sbracciando ed affannandomi nella latrina itaGlia…
Per la cronaca non mi sono tirato indietro. Ho detto infatti che me la sento di essere bombardato pur di tentare di ripulire questa colonia da chi la occupa, ma di contare poco. Sembri specializzato nell’interpretare in modo malevolo i commenti altrui. Vabbè pazienza ti saluto lo stesso.
La finanza non va sempre di pari passo con la politica. Anzi, spesso e volentieri prende strade completamente diverse, quando non opposte. Lo dimostra il fatto che negli anni della grande tensione tra Cina e Stati Uniti, certa finanza americana va proprio nella direzione di Pechino.
“La finanza americana non è mai stata più vicina alla ricchezza cinese”, scrive il quotidiano britannico Financial Times. “Sedotte dai risparmi non sfruttati a causa della pandemia e da un mercato cinese della gestione patrimoniale in crescita, che lo scorso anno ha raggiunto un valor di 121,6 trilioni di yuan (18,9 trilioni di dollari), le aziende più famose di Wall Street si stanno radicando più profondamente che mai nel Paese asiatico”.