302.0.791916132-k8n-U302010324436750GF-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443Ciò che mi affligge non è certo una pandemia che tra qualche settimana verrà smascherata nella sua dimensione enfatica, è invece il fatto di trovarmi in un Paese allo sbando più completo a causa della nullità della sua classe diligente, insipiente e incapace di risposte coerenti, di direzione, di modelli di azione, alla mercé di qualunque sedicente virologo accattato al mercato delle pulci e che se fosse minimamente onesto o intelligente dovrebbe dire di non poter dire nulla, di qualunque grassatore locale che si mette in testa di essere un condottiero come se avessimo moltiplicato le libere signorie delle banane, di figuri impresentabili come Arcuri  e Colao in veste di bravi, della quinta colonna che sta svendendo l’Italia per i propri interessi, nascondendosi dietro un dramma aizzato come i leoni del circo con continue frustate funerarie. E di un popolo che ha fatto dell’apatia il suo rifugio. E’ quasi un contrappasso: mentre la crisi artificiale del Coronavirus, sostenuta a suon di dati del tutto incoerenti fra di loro, ma che nelle sue punte reali è stata essenzialmente dovuta alla disorganizzazione della sanità territoriale e a errori terapeutici conseguenti (imperdibile questa intervista a un  anestesista di Bergamo) sta distruggendo il nefando panorama che ha accompagnato il declino del Paese a cominciare dalla teoria del debito e dell’austerità legata alla moneta unica per finire ai falsi miti dell’ Europa solidale e della cessione di sovranità per entrare nel paradiso politicamente corretto del globalismo, noi  proprio non riusciamo a saltar fuori dalla trappola avendo sacrificato al Covid una buona fetta dell’economia nazionale. Insomma ci siamo tagliati mani e piedi per impedirci di sfuggire alle catene.

Adesso al debito non ci pensa più nessuno in nessuna parte del pianeta, somme colossali vengono create per sostenere una struttura economia già marcita con il pretesto di una pandemia di nome ma non di fatto e tuttavia noi non possiamo investire a fondo perduto le centinaia di miliardi necessari per sostenere le aziende e per salvaguardare il lavoro in pericolo dell’immensa massa di persone che lo perderà ( i calcoli vanno da un ottimistico 2, 4 milioni a 3,6 milioni) semplicemente perché non abbiamo una nostra moneta. Dobbiamo prendere denaro a strozzo dal Mes solo per poter mettere una garanzia statale sui prestiti che le banche faranno (se li faranno perché le indicazioni della Banca d’Italia fanno pensare a iter non molto dissimili da quelli normali). E c’è gente che ancora crede che il governo abbia stanziato qualcosa, mentre l’unica cosa che ha fatto è regalare alle banche il controllo totale del Paese mettendo la sua garanzia di firma e nel contempo perpetuare le politiche di austerità tramite la Troika che alla fine deprederà anche i risparmi privati, quei 4000 miliardi sui quali sarebbe stato possibile costruire una nuova storia comune e anche una nuova moneta. E ci sono dei buontemponi o dei cretini che simulano ancora battaglia politica con le palline di vetro di vecchi e nuovi tromboni. Tutto questo in un panorama generale che vede il grande esperimento di riduzione della democrazia e della libertà con il pretesto epidemico: del resto cosa ci si potrebbe aspettare da classi dirigenti che mancano completamente di una visione che vada oltre i loro immediati interessi elettorali o di portafoglio, arrivate ai minimi termini culturali  tutti sintomi di un degrado che spingono un presidente di regione sedicente progressista a  improvvisarsi duce di un indecente neo caporalato?

E’ chiaro che a questo punto si è instaurato un circolo vizioso: più dannosa e folle è stata l’idea caprina di copiare pedissequamente la Cina in una situazione radicalmente diversa sotto ogni punto di vista possibile, più le conseguenze economico –  sociali si faranno sentire in maniera devastante e più  i responsabili tenteranno di prolungare lo stato di eccezione e di paura, il controllo militare del territorio, l’attività censoria, la compressione delle libertà costituzionali per mantenersi in sella. Se non sarà più il virus che ha fatto miseramente cascare nella trucida narrazione epidemica le uniche opposizioni possibili, ci si aggrapperà a qualche altra emergenza, magari proprio quella sociale che questi mentecatti hanno creato. Solo una disubbidienza civile di massa, la messa in mora di un governo grottesco e di un Parlamento deforme in tutte le sue espressioni ci può salvare da noi stessi e dal vizio della paura.