Il dado è tratto: la candidata “di bandiera” della Lista Tsipras, Barbara Spinelli si è rimangiata la parola data e, invece di lasciare posto ad altri candidati, naviga verso Strasburgo. Ed è davvero curioso come chi nutre il proposito di riunire la sinistra alla luce di questa esperienza elettorale europea tenti di trovare evasivi pretesti per questo inganno, perpetrato per di più da un garante, poi auto candidatosi che nemmeno appartiene alla cultura di sinistra, a meno di non voler considerare quest’ultima solo come una etichetta di maniera . Una vicenda che dovrebbe indurre a tenersi ben alla larga da un’esperienza di unità avvenuta alla luce di input verticistici e e sospetti: così si prolunga solo una vecchia storia ormai fuori dalla storia. Una storia di piccole elite politiche e intellettuali che navigano in un bicchier d’acqua.
Ma forse questo tradimento era già in agguato, si scorgeva anche nel documento alla base della lista che a qualcuno, anzi a molti, era parso come una boccata di aria pura dentro l’insulso e persino offensivo chiacchiericcio della politica nostrana, ma aveva anche forti sentori di aria fritta: era del tutto reticente quanto ai mezzi ed è chiaro che i fini senza mezzi sono vuoti. Chiedeva dei cambiamenti strutturali senza contestare la struttura europea, il che è sospetto e tutto sommato aderente alla visione euroconformista che la Spinelli ha sempre inalberato se non altro in qualità “di figlia di” nella cui confortante culla si è sempre consumata la sua visibilità giornalistica. E anche in questo caso la scelta di rimangiarsi la parola data è giustificata con l’eventuale carica di prestigio che potrebbe esserle attribuita sempre in qualità di discendente di Altiero Spinelli.
C’è anche da chiedersi se la Spinelli che ha evitato qualsiasi confronto pubblico, sia il combattivo rappresentante della sinistra radicale: l’altro giorno ha gioiosamente firmato un appello, siglato anche da Bauman (dunque goloso per la luce riflessa ) nel quale si sosteneva la necessità che i cittadini avessero più voce in capitolo nella nomina del presidente della commissione europea. Peccato non l’abbia letto fino in fondo perché si trattava di un assist alla nomina del reazionario Juncker alla massima carica della Ue, dimenticando che il candidato presidente per il quale è stata votata, è Tsipras. Una gaffe clamorosa che naturalmente espone la sinistra radicale ai lazzi generali, getta un’ombra non da poco sulla lucidità del candidato eletto ed in ogni caso rappresenta un chiaro segnale di una cultura politica erratica e occasionale perché alla Spinelli, sta bene che i cittadini intervengano, ma Junker sebbene candidato delle forze politiche di centro destra, quelle più votate, non le sta bene. Una contraddizione che naturalmente non ha soluzione dentro le santificate modalità istituzionali della Ue e che dunque rimane come la tartina solitaria dopo la serata salottiera.
E’ su queste basi che si può ricominciare una storia? Chiedere è lecito.
Per fortuna che – anche attraverso questo meritorio blog – mi sono ritratto la mano con la matita copiativa al momento di tracciare una x sulla Lista Tsipras, proprio perché l’afrore dell’aria fritta aveva nebulizzato le mie narici e anche chi non era possesso di un olfatto politico raffinato aveva annusato il mefitico puzzo della presa per il sotto-coccige.
Troppo “erremoscismo”, troppo collaterismo col pd come teleologia, troppo “migliorismo”, nel senso peggiore di Gennaro Migliore, sotto i bastioni della Sinistra ‘soi-disent’ radicale (poco radical, tanto chic).
Tante chiacchiere senza distintivo, un altro aborto nella culla per un po’ di pisciasotto che spaccano il capello in quattro e non hanno neanche il coraggio di chiamare le cose con il loro nome.
-Commissione Europea e Troijka= banda di criminali;
-BCE= furto legalizzato;
-Parlamento Europeo= coacervo di lobbies, oramai irriformabile.
C’erano praterie elettorali da pascolare solo cavalcando i suesposti argomenti, invece ci si è irretiti in supercazzole, dette a fil di voce, coi soliti metodi neanche tanto distanti dalle ingroiate dello scorso anno.
A.A.A. Attendesi, cercasi disperatamente leader di vera Sinistra, possibilmente gruppo di teste pensanti omogeneo, propugnatore sacrosante istanze popolari, riferite in pubblico con linguaggio limpido come acqua di fonte.
Astenersi accavallatori di gambe in salottini televisivi innocui (‘Aria che stira’) e perdigiorno affini, figlie accigliate di estensori di Manifesti di Ventotene e soprattutto narratori blablaizzanti, coloratori di verde l’assoluto, che ridacchiano al telefono intrattenendosi amabilmente con mazzettieri e produttori di cancro dell’ILVA.