Anna Lombroso per il Simplicissimus
Come stiamo lasciando andare in rovina i nostri beni comuni, che sono esposti alla sottrazione, all’alienazione, alla svendita, anche i diritti e le prerogative sono ormai reliquie mal custodite, sottoposte a ricatti, impoverite e oggetto di contrattazioni e commerci nei quali sono destinate a perdere sempre più valore.
Ce lo ricorda in una intervista a 5 anni dalla morte della figlia, Peppino Englaro. Un’intervista che dovrebbe far vergognare perché in 5 anni paradossalmente siamo regrediti: i toni accesi sono stati addomesticati, ma chi allora gridava all’assassinio, le Binetti, i Quagliarello, i Sacconi, resta saldamente in carica nella veste di suggeritore morale, capace di trasformare qualsiasi aspettativa e bisogno in tema sensibile, trattabile solo in contesti confessionali o partitici, che tanto il contesto supremo della democrazia e dell’etica pubblica, la Costituzione, è ridotta a operetta morale, da leggere solo in occasione di sleali giuramenti.
La crisi non smantella solo l’edificio dei diritti del lavoro, di quello alla salute, reso aleatorio nello smottamento del sistema di welfare, quello al libero accesso alle risorse, quello all’ambiente, al godimento della cultura, della bellezza, dell’arte, ma limita anche quelli che riguardano le vite delle persone, le inclinazioni, la procreazione, la nascita, l’esistenza, la morte, ridotti a oggetto di elargizioni discrezionali e condizionati da fattori patrimoniali.
Perfino quello alla morte con dignità è subordinato al ceto di appartenenza, se forte della condizione di intellettuale e di “abbiente” qualcuno, indifferente a dare testimonianza di una scelta, come invece con tormento, tenacia e coraggio ha voluto fare Englaro, ha potuto liberarsi a pagamento e all’estero, del fardello impudico della devastazione del proprio corpo, come d’altra parte possono fare le coppie che si sottopongono al turismo procreativo, come facevano le ragazze di buona famiglia prima che conquistassimo uno dei diritti più angosciosi e tremendi, in modo da sottrarlo a mortali speculazioni, andando ad abortire all’estero.
Nei giorni scorsi si è tenuto a Madrid una manifestazione in difesa dell’interruzione di gravidanza legale. In Italia molti gruppi hanno aderito ed è sacrosanto. Ma presto dovremo chiedere alle donne spagnole di renderci il favore e di manifestare contro gli attentati continui e bipartisan che arrivano contro una legge dello stato, nata per salvare le donne dalla clandestinità, dei commerci sulla loro pelle, dalla criminalizzazione di una scelta, forse la più difficile che ci sia.
Una politica sempre più remota e separata dai cittadini, incaricata e non scelta, che nega per legge la partecipazione ai processi decisionali, pretende di entrare nelle nostre esistenze, di regolarle come fossero rimaste l’unica proprietà “pubblica” nella quale lo Stato è padrone. Eppure era uno Stato che aveva sovranità proprio grazie a una Carta che esaltava a un tempo doveri, responsabilità e diritti.
Englaro è ottimista come può esserlo un padre che ha visto morire la figlia per 17 anni: “Voglio vedere, di fronte al mio biotestamento, che è una semplifcazione giornalistica di quelle che si chiamano “disposizioni anticipate di trattamento”, quale medico o magistrato possa dire “no”. E costringermi a riprendere il discorso dal 1992, come fu per mia figlia. I medici, adesso, si trovano di fronte un cittadino che sa di poter dialogare ed esprimere delle disposizioni”. A renderlo ottimista è la prolungata forza della disperazione. Temo che possiamo esserlo molto meno di lui vedendo come repressione, indifferenza, imposizione dello stato di necessità, vogliano persuaderci che si tratta di optional, di richieste superflue, di aspettative aggiuntive e quindi criticabili laddove è in discussione l’indispensabile, come se la dignità, la felicità, l’amore riconosciuto anche dalle leggi, non lo fossero.
È un veleno che si è diffuso e che si è esteso a tutti diritti, grazie a quell’amalgama di destra “moderna” dentro al tentativo di un partito unico, che al posto dei diritti civili pone i “valori non negoziabili”, ribaditi come irrinunciabile segno di identità. Al posto dei diritti del lavoro ha collocato una logica che ha fatto deperire le garanzie. Al posto del rispetto dell’altro ha imposto il reato di immigrazione clandestina e l’ostinato rifiuto di allargare la cittadinanza. Al posto della legalità costituzionale ha attribuito legittimità a regole unicamente indirizzate alla custodia di interessi privati.
A 5 anni di distanza dal “caso” che aveva posto come priorità il diritto della persona di morire con dignità non si è fatto nessun passo nella direzione di approvare le poche norme necessarie per eliminare ogni dubbio, così il diritto di governare liberamente la propria vita — il nascere, il costruire le relazioni personali, il morire — è ricacciato in una precarietà che testimonia di una colpevole indifferenza del legislatore.
E fin dal 2010, prima la Corte costituzionale, poi la Corte di Cassazione hanno riconosciuto che le persone dello stesso sesso, unite in una convivenza stabile, hanno «il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia». Parole che non hanno trovato ascolto nelle aule parlamentari, sì che un diritto fondamentale continua ad essere ignorato. Uno scandalo pari a quanto è accaduto a proposito dell’accesso alle tecniche di procreazione assistita. La legge del 2004, il più infame prodotto delle ideologie fondamentaliste, è stata demolita nei suoi punti essenziali da giudici italiani ed europei, ma per il Parlamento è come se nulla fosse accaduto e non vi è stato quell’azione necessaria per restituire alle donne l’esercizio pieno dei loro diritti.
Non c’è da essere ottimisti se ci viene concesso di darci la morte per miseria tramite suicidio solitario, come superstite forma di autodeterminazione e come unica manifestazione di dignità rimasta.
a proposito di legalità…leggete:
http://www.beppegrillo.it/2014/02/il_metodo_ludovico.html
il rispetto delle regole e delle ragioni (si fa per dire ?) degli altri chi ??
dell’oligarchia economico politicante che domina l’Italia ??
le regole e la ragioni (vere o presunte…) di chi di una delle classi politicanti e dirigenti più mediocri e cialtrone d’Europa, quella che a vario grado e livello si vede quotidianamente ??
Prima della legalità ci vuole l’onestà intellettuale, quella in Italia manca molto più della legalità strumentale alla pessima classe dirigente e politicante italiana, quella che di ragioni ne ha ben poche ma di cialtroneria e supponenza ne ha da vendere…è proprio un problema culturale…guardi ad esempio la Merkel , una poco buona politica tedesca e la raffronti con Letta, la prima pagata dal contribuente tedesco meno di quello che gli Italiani stipendiano Letta… poi raffronti la qualità dell’azione di governo anche sotto la luce della tutela dell’interesse nazionale generale … ecco mi dica Lei chi ah ottenuto risultati migliori, mi dica lei così da’acchito chi e sembra fra i due ill politico più scaltro…
e li parliamo dei massimi sistemi nazionali come classe politica… ma il resto viene di conseguenza… a vario livello ad esempio la classe politica tedesca eletta con legge in buona parte proporzionale, è migliore di quella italiana eletta con le leggi Acerbo…ooops….maggioritarie o in senso maggioritario…
la legalità in Italia è l’utile di una pessima classe dirigente e politicante le più ciarlatane d’Europa…questa è nella sostanza la legalità all’itaGGliana, e dire che buona parte delle classi subalterne anche le più oneste nella sostanza, lo posso intuire se non sapere.
La sua propaganda sulla legalità sembra perlopiù o solamente tale.
Se ci fosse stata unna legalità sostanziale per le classi subalterne, pensa che saremmo arrivati a questo punto ??
Se la classe dirigente e politicante italiana intesa in senso lato avesse avuto nel proprio DNA l’osservanza reale del principio di legalità e quindi anche di imparzialità e trasparenza, oltre che di solidarietà magari, pensa che saremmo giunti a questo punto , nel quale anche lei continua a pontificare random di legalità ?
per una volta perdo un minuto a risponderle, suggerendole di consultare un buon dizionario alla voce legalità.. intesa come rispetto delle regole e delle ragioni degli altri. Non ne ho il mito, la vorrei laddove è stata cancellata da crimini di varia natura
un’ esempio di legalità, tipicamente italiano:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=67642
“che tanto il contesto supremo della democrazia e dell’etica pubblica, la Costituzione, è ridotta a operetta morale, da leggere solo in occasione di sleali giuramenti.” ben scritto sig.ra Lombroso… ma poi Lei ha pure il mito della legalità in Italia…ma di che tipo di legalità sta parlando allora ???