Come si fa la pasta sfoglia? si esce e si va al supermercato. E come si cucina? niente paura, c’è uno staff di cuochi che ci pensa mentre a voi tocca soltanto mimare la scena della cuciniera virtuosa, leggendo sul gobbo ingredienti ed istruzioni.
Nell’Italia in cui competenza e merito sono diventati mantra, c’è un clamoroso esempio di totale e palese incompetenza : è quello della nazional-popolare Benedetta Parodi che elargisce a getto continuo trasmissioni e bestseller di cucina, costruiti con ricette rigorosamente non sue. Così dietro al paravento astuto e spottesco della cucina per donne che hanno poco tempo o che sono emancipate dagli stereotipi della casalinga, è stata costruita dal nulla l’immagine della cuoca perfetta che tuttavia non puà fare a meno di esprimere approssimazione e goffaggine in ogni manicaretto, tanto il risultato è garantito da ciò che è già stato confezionato da un pool di professionisti.
Tutto questo non viene nemmeno nascosto più di tanto dalla protagonista che non perde occasione per incitare spudoratamente lo spettatore all’acquisto dei “propri” ricettari, frutto di staff che agiscono dietro quinte peraltro abbastanza trasparenti. E’ proprio questa natura scoperta del gioco che dovrebbe suscitare qualche interrogativo sulla capacità di auto inganno degli italiani e sulla loro disponibilità a barattare la visibilità con la competenza.
I programmi di cucina imperversano in tutto il mondo, ma alla loro guida ci sono sempre dei professionisti, mai dei dilettanti e men che meno personaggi costruiti a tavolino per essere venduti come modelli.
Disgraziatamente questo avviene in moltissimi campi, non esclusa la politica e l’attività di governo (non a caso Benedetta Parodi è cognata del guru mediatico di Renzi). Viene da chiedersi a questo punto se la corrività con cui gli italiani accettano modelli esplicitamente cialtroni non sia il segnale di un’indole che fa dell’improvvisato e del dilettantesco la scorciatoia per il disimpegno o per la coltivazione guicciardinesca del proprio orticello dove vengono nutriti l’accidia, la disillusione, l’invidia , l’impotenza e alla fine l’ossequio verso il potere.
Ed è così che il rinnovamento del Paese non sembra sfuggire a un destino surgelato come quello della sfoglia usato per le parodie della cucina.
“Viene da chiedersi a questo punto se la corrività con cui gli italiani accettano modelli esplicitamente cialtroni non sia il segnale di un’indole che fa dell’improvvisato e del dilettantesco la scorciatoia per il disimpegno o per la coltivazione guicciardinesca del proprio orticello dove vengono nutriti l’accidia, la disillusione, l’invidia , l’impotenza e alla fine l’ossequio verso il potere.”
Beh .. Sig. Simplicissimuss, Lei stranamente ipotizza quanto sopra riportato, ma dico Lei non si è mai trovato accerchiato proprio dalle situazioni che sopra descrive ??
Io si, per cui , per me quello che dice qui sopra non è un’ipotesi, è realtà… il problema è che da persona debole mi sono a furia di aggressioni cialtrone lasciato coinvolgere ed in fine mi sono pure ammalato per certe situazioni… si (!) è l’Italia cialtrona, quella dei giri clientelari e familistici, Sig. Simplicissimus, quella che aggredisce e annichilisce chi non fa parte del proprio giro… o forse è solo la maggioranza degli italiani… ed io, ad esempio, sono stanco, troppo stanco, quasi da sembrare ( avendo avuto pochissimi mezzi per difendermi…) un accidioso forse… la cialtroneria Sig. Simplicissimus, è unna malattia contaggiosa ed estremamente nefasta , glielo garantisco io avendola provata sulla mia pelle, epperò come dico anche qui sopra, la cialtroneria, l’accidia, o l’invidia non sono vizi da addebitarsi solo a persone con scarsa cultura o scarsi mezzi, ma derivano (purtroppo) principalmente da una classe dirigente e politicante, magari anche con buon titolo di studio e voti relativi, tra le più predatorie e cialtrone d’Europa , questa è la mia esperienza almeno…proprio questa…
Se c’è chi va ad ossequiare meschinamente il potere,infatti, c’è anche un potere meschino e cialtrone che ben gradisce le adulazioni ed il servilismo… il cientelismo infatti è un sistema di rapporti in cui il primo a trarne i vantaggi è colui che sta nella posizione di dominus, patronus, signore del feudo.
Ci sono dunque in Italia tanti singoli e meschini servetti… direi di si, ma ci sono anche tanti meschini e cialtroni politicanti ( in senso lato) che incentivano ( traendone ampio vantaggio), il servaggio in tutti i modi.
Cuocete a fuoco lento accidia, disillusione, invidia, impotenza. Mescolate piano et… voilà: l’ossequio verso il potere è servito.
La ricetta italiota descritta dal Simplicissimus è perfettamente rappresentativa, altro che la pizza!
Beh… un laureato o diplomato con voti politici ci può al limite anche stare, ma certo non lo si vorrebbe a presidente del consiglio , salvo decisi segni di miglioramento a seguito di lauree o diplomi !!
Il pezzo di carta con il voto alto, purtroppo, non garantisce , delle prestazioni lavorative effettivamente, buone, uno potrebbe essere un lavativo o bamboccione,laureato con trenta e lode…
un laureato con diciotto potrebbe in seguito dare forti segnali di ravvedimento in ambito lavorativo… se la laurea con voti prestigiosi fosse effettiva , e definitiva garanzia di prestigiose prestazioni lavorative, allora non servirebbe parlare troppo di meritocrazia o produttività del lavoro, che non sono solo espressioni di un titolo di studio, con voto prestigioso , caro il nostro anonimo qui sopra!
Il guaio è Sig. anonimo qui sopra, che la Parodi di cui al post qui sopra, manco un diploma con il 60 o con il 38 ha in ambito culinariio da qullo che capisce…eh altro che promozione con voto politico, qui c’è la promozione a prescindere, da ciò che si intuisce !!
“Competenza”? “Merito”? Ne sareste voi i difensori? E il sei politico? e il diciotto politico? Se non ricordo male, secondo voi uno studente si presentava agli esami, non rispondeva alle domande e se ne usciva comunque col diciotto. Sempre se non ricordo male, chi si opponeva era un fascista. Mi ricordo male?